Dal libro alla tv: Silo è la serie di AppleTV+ che racconta di una distopia moderna

La prima stagione è in streaming dal mese di maggio del 2023. Intensa e per nulla banale, il Silo è una serie distopica che parla di un mondo e di un futuro con le sue leggi e le sue contraddizioni 

Il colosso dello streaming di AppelTv+ ancora deve emergere nel panorama mediale del nostro Paese, rispetto a Netflix e affini. Eppure resta una delle piattaforme a pagamento che, al momento, dispone di un catalogo molto equilibrato, con film e serie tv originali, degni di nota e che escono fuori dalle logiche di mercato. Abbiamo visto, ad esempio, come The Morning Show ha cambiato il punto di vista sul giornalismo di oggi ma, oltre allo show con Jennifer Aniston e Reese Whiterspoon, ci sono altri programmi che meritano di essere visti. Uno di questi è Silo. Disponibile in streaming dal maggio del 2023, a fronte di un buon riscontro da parte del pubblico, la serie è stata già confermata per una seconda stagione che – si spera – possa arrivare onweb al più presto. Liberamente ispirata a un fenomeno editoriale, Silo è un racconto fanta-distopico che unisce la classica detective story al racconto di una dittatura che ha plagiato l’intera umanità rimasta. Una serie convenzionale ma molto intelligente e che, attraverso lo sguardo femminile, mette in scena una storia tesa e asfissiante di una ricerca di una verità nascosta dalle sabbie del tempo. 10 gli episodi disponibili fino a questo momento, costruiti proprio per essere gustata pezzo dopo pezzo eppure non è una serie da binge watching perché dietro un racconto del genere si legge (molto chiaramente) una satira sul mondo che viviamo o che potremmo vivere.

Silo: di cosa parla la serie tv?

Ambientata in un futuro a noi lontano e indefinito, la serie racconta di un gruppo di diecimila persone che vivono sotto terra in un territorio che si estende su 144 piani. La società che è sorta dopo una non ben identificata Rivolta è sorretta secondo ruoli definiti che tutti osservano ossequiosamente, fino a quando la moglie dello sceriffo non comincia a sospettare che il Silo è stato fondato per nascondere a tutti un’amara verità. Allison viene esiliata e muore una volta che è uscita nel mondo esterno. Tre anni dopo anche lo sceriffo fa la sua stessa fine. Come sostituto viene designata Juliette Nichols, un’ingegnera che lavora ai livelli più bassi del sistema. Ed è proprio Juliette che continua le indagini del suo predecessore, scavando a fondo in un passato che tutti hanno voluto dimenticare, e sperando di poter comprendere cosa c’è dietro il Silo e se è vero che il mondo esterno è un territorio arido e inesplorato.

Adrenalina e introspezione, una miscela perfetta

Che sia una serie unica nel suo genere è un dato di fatto. Silo non è solo il racconto di una silente distopia ma è anche una storia in cui convivono tante anime, tutte disposte a emergere. Più che altro è una satira – anche molto pungente – sul mondo che abbiamo di fronte o su quello che potrebbe diventare. Attraverso lo sguardo attento di Juliette, che conosce il Silo come le sue tasche, il pubblico si trova immerso in un sub-universo dove tutto funziona alla perfezione. O almeno così sembra. Ma anche le società più aperte e inclusive nascondono molto bene i propri lati oscuri. E il Silo è una di queste. La storia si prende i suoi tempi, è lenta, didascalica ma è coinvolgente e di ottima fattura. Il merito non è solo di una sceneggiatura di ferro, un nutrito cast di attori validi, e di una regia intensa e decisa, ma tutto è dovuto a una perfetta caratterizzazione dei personaggi e a un world building solido e originale. Forse si perde un po’ nella parte centrale della stagione ma si riscatta grazie a un finale degno di nota e che apre a nuovi scenari.

Prima c’era la saga di romanzi scritta da Hugh Howey

La serie tv sarebbe dovuta diventare un film dato che i lavori sulla sceneggiatura erano cominciati già nel 2012, ma il progetto è naufragato. Quando poi è subentrata AppleTv+ si è pensato che una serie poteva essere più congeniale al tema. Prima di tutto, però, c’è dire che Il Silo nasce da una trilogia letteraria di Hugh Howey (oggi in Italia per Fanucci). La prima volta è stata pubblica dall’autore senza nessun marchio editoriale. In poco tempo, il primo libro è stato un successo sotto tutti i punti di vista convincendo l’autore a scrivere altre storie e a firmare con ben 12 case editrici sparse in America e in Europa.

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