Ancora oggi il film è una tra le opere pop più apprezzate della Hollywood degli anni ’90. Il remake, che è in arrivo nelle sale a giugno, ha fatto intuire come Il Corvo sia un cult che non può essere imitato
Ci sono film che non passano mai di moda, che sono così “potenti” dal punto di vista scenico e visivo tanto da diventare dei piccoli (ma grandi) cult della cinematografia contemporanea e che il tempo non riesce proprio a scalfire. Uno di questo è Il Corvo. Diretto da Alex Proyas, e basato sull’omonimo fumetto di James O’Barr, il film è arrivato nelle sale nel 1994 diventando di fatto un vero e proprio fenomeno al botteghino, catturando pubblico e critica che, all’epoca, sono stati coinvolti in una storia torbida di vendetta e redenzione in una piovosa Detroit. Di così grande successo che de Il corvo sono stati realizzati ben tre sequel (non tutti all’altezza), una serie tv che è andata in onda per una sola stagione nel 1998 e persino un remake. Proprio il remake che arriverà in America nel giugno del 2024 ha acceso un lungo dibattito in giro per il web tra i puristi del film con Brandon Lee che pare non abbiamo guardato con interesse al nuovo film sul celebre personaggio dei fumetti. A interpretare il personaggio sarà il bravissimo Bill Skarsgard, lanciatissimo dopo il grande successo al cinema di IT, ma nonostante la qualità del giovane attore c’è da dire che l’immagine de Il Corvo in questo remake non è proprio così convincente come tutti si aspettavano. Tanto è vero che in molti vorrebbero boicottare il film. Il motivo? Il mito di Eric Draven che fu interpretato dal celebre (e compianto) Brandon Lee è inarrivabile e il chiacchiericcio che si è smosso sui social fa capire come certi film non possono essere (ri)adattati con i tempi che corrono ma meritano di restare così come sono l’immaginario comune. E ora vi spieghiamo il perché.
“Non può piovere per sempre”
Dicevamo che al centro del racconto c’è una storia torbida ma di umana vendetta. Non una vicenda fine a se stessa ma che esplora i sentimenti umani con un tratto vivido e di grande impatto visivo. Tutto ha inizio il 30 ottobre, a Detroit, durante la notte del diavolo. Il giovane Eric viene ucciso insieme alla sua fidanzata da un gruppo di balordi. Un anno dopo, sulla tomba del ragazzo si posa un corvo e, picchiettando sulla lapide, riporta in vita Eric che, spinto da un desiderio di vendicare la sua morte e quella della compagna, si spinge alla ricerca di quei criminali che non hanno pagato per il delitto. Spinto da una forza fuori dal comune, Eric cerca di affrontare i suoi stessi demoni e raggiungere la pace. Un film violento, spregiudicato, forte e potente come un pugno nello stomaco che è riuscito a regalare al pubblico una storia di grande valenza, che è andata ben oltre le più rosee aspettative.
Un film tragico, violento ma carico di speranza
Con un racconto così fuori dagli schemi, in pochi avrebbero mai pensato che Il Corvo sarebbe potuto diventare un film di culto. E invece così è stato. Nato prima ancora della grande affluenza nelle sale (e in tv) dei personaggi dei fumetti, il film di Alex Proyas fu un successo non solo per una storia di rara bellezza ma perché fu chiamato un “film maledetto”. Durante le riprese, Brandon Lee fu colpito da una pallottola e morì sul set. Le riprese continuarono ma l’attore fu sostituito da una controfigura. L’attore è morto a pochi giorni dall’ultimo ciak e a causa di una pistola che non fu caricata a salve. Le riprese terminarono lo stesso ma con un’ingente spesa di denaro a causa del make up de degli effetti speciali. Gli incassi però premiarono Il Corvo che, solo negli Stati Uniti, arrivò a sfiorare i 50 milioni di dollari (a fronte di un budget di 23 milioni). In Italia fu all’ottavo posto tra i film più visti al cinema nella stagione ’94-’95.
Un’opera dark che ha segnato una generazione
Il fumetto da cui è stato ispirato il film è stato pubblicato per tra la prima volta tra il 1988 e il 1989. Si dice che Jason O’Barr abbia pensato alla storia di Eric dopo aver perso la fidanzata in un incidente. Oltre la sua tragedia personale, il fumettista si ispirò a una storia vera di due fidanzati che furono uccisi a Detroit per un anello da venti dollari. Fin dalla sua prima apparizione, il fumetto ha colpito (e ha affascinato) sia per il tema che per i disegni, diventando poi un’apprezzata opera dark contemporanea. Sono in tutti 5 gli albi che sono stati pubblicati ma l’eredità de Il Corvo non ha eguali.