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La fine di Euphoria, l’ultima perla della tv americana

Una serie che rischia di essere fagocitata dal suo stesso successo. Due anni dopo l’ultimo episodio, pare che il destino...

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Una serie che rischia di essere fagocitata dal suo stesso successo. Due anni dopo l’ultimo episodio, pare che il destino di Euphoria sia già segnato. Ecco perchè la serie con Zendaya meriterebbe un’altra possibilità 

Sono trascorsi due anni dall’ultimo episodio di Euphoria e, fino a questo momento, il destino della serie tv di Sam Levinson (in Italia su Sky e Now) è ancora incerto. Lo sciopero degli sceneggiatori che ha stravolto Hollywood lo scorso anno ha costretto a uno stop forzato a tutta la filiera produttiva ma, se da una parte, oggi, tutti i set stanno lavorando a pieno regime, quello di Euphoria è in fase di stallo da mesi e le ultime notizie che arrivano d’America non sono affatto confortanti. Gli episodi inediti della terza stagione erano previsti per il prossimo anno sulla HBO con le riprese a stretto giro dal mese di giugno, ma le indiscrezioni affermano che la serie è stata già cancellata e che gli attori sono svincolati dai contratti. I vertici della serie smentiscono, come lo smentisce anche il creatore di Euphoria, ma la situazione non è affatto semplice. I continui problemi alla sceneggiatura – si vocifera di un salto temporale di 5 anni con una Rue sobria e madre surrogata -,  gli impegni di Zendaya, di Jacob Elordi e di Sydney Smith sono gli impedimenti più grandi che non hanno permesso al cast di tornare sul set, e ora che tutti sono svincolati dai contratti si intuisce che una terza stagione di Euphoria non vedrà mai la luce. E sarebbe un vero peccato. Oltre a essere una serie di successo tanto da vincere due Emmy Award e persino un Golden Globe, è stata una tra le produzioni della moderna serialità che ha saputo raccontare il mondo di oggi attraverso le storie e gli intrecci di un gruppo di ragazzi di un anonimo liceo americano. Storie di amori, di tradimenti, di scoperte, di traumi, di sesso e di droga. Una serie teen ma dedicata al mondo degli adulti che fa riflettere sulla debolezza dell’animo umano. Cancellare Euphoria sarebbe un sacrilegio – soprattutto nel modo in cui è finita la seconda stagione -, anche perché senza di lei, l’universo televisivo americano perderebbe il suo diamante più bello.

Non è il classico teen drama

Anche se racconta dei giovani di oggi alle prese con i problemi dell’adolescenza (e non solo), la serie di Euphoria si spinge ben oltre facendo emergere un ritratto disinibito del mondo che stiamo vivendo, tra sogni, vizi e virtù di una generazione che vuole crescere troppo in fretta. Ma, quello che ha reso tale la forza della serie tv, non è quello di raccontare come si muovono i giovani nella realtà quotidiana ma è saper evidenziare il bello e il brutto dell’adolescenza, il tutto condito con un linguaggio schietto, sincero e fuori dagli schemi. E Euphoria è amata e apprezzata proprio perché, con i toni di un dramma da adulti, ha fotografato il ritratto di un gruppo di adolescenti che sono vittime dei loro stessi errori e della loro stessa smania.

Zendaya e le stelle di Euphoria

Oltre a una storia potente – sia dal punto di vista dei temi che della messa in scena – Euphoria convince per un cast di ampio respiro che ha regalato veridicità al racconto. Come Zendaya che interpreta Rue, ragazza che soffre di dipendenza da oppioidi, da Jacob Eloridi, nel ruolo di Nate, un personaggio di una cattiveria estrema che è ancora in cerca di se stesso, da Hunter Schafer che presta il volto a Jules, ragazzo transessuale, fino a Sydney Sweeney che interpreta Cassie, ragazza frivola con tante insicurezza nel suo rapporto con gli uomini. Questi sono solo alcuni dei tanti personaggi che animano la narrazione e che, poi, hanno permesso a Euphoria e emergere e di imporsi come una drama eclettico e di rara bellezza.

Sam Levinson, il nuovo romanziere della Generazione Z

Tutto questo è merito della penna di Sam Levinson che di professione è regista e sceneggiatore. Euphoria è la sua prima serie tv e, come si può evincere, è stato anche il suo primo successo di pubblico e critica. È stato uno dei pochi che ha saputo raccontare la gen z con tutti i suoi vizi e le sue virtù, facendo satira (e critica) sul mondo della scuola, sulle famiglie allargate e sulle insidie degli oppioidi. Dopo Euphoria ha realizzato – sempre su HBO – la serie di The Idol. Molto controversa, dopo una sola stagione è stata cancellata a causa di ascolti poco esigui.

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