“Un imprenditore, un sognatore coi piedi ben piantati per terra. Un poeta, scrittore, musicista con una personalità particolare, al servizio del prossimo e di chi è rimasto indietro”.
Le parole indicano un percorso, nascono in ogni nostro gesto e pensiero e ci portano a prendere vecchie o nuove strade, durante il nostro cammino terreno. Le parole possono paragonarsi ad una segnaletica stradale, indicarci una via o farci cambiare direzione.
E oggi ospito un imprenditore che ha contributo a rendere le strade europee più sicure grazie alla segnaletica che produce nella sua azienda, operativa su tutto il territorio nazionale italiano e presente in Europa, dove contribuisce con i propri rappresentanti alla costruzione di un mercato unico europeo.
Ma oltre questo coltiva la sua vena artistica che spazia in diversi campi che vanno dalla musica alla letteratura. La sua produzione letteraria è vasta e abbraccia diverse tematiche: dalla poesia, alla storia, alla politica, alla saggistica, per poi passare alla psicologia, alla narrativa. All’amore per il suo paese, Busca. Per il suo amato Piemonte.
Di lui mi sorprende la sua timidezza, umiltà, il suo modo di amare la vita nella sua semplicità traendo beneficio nelle piccole cose. Un uomo gentile con grandi responsabilità sulle spalle, ma che sa trovare il giusto equilibrio tra la durezza del mondo e la bellezza della vita, non perdendo mai il suo animo bambino. Un uomo solare, positivo, nei suoi occhi quella luce che hanno i sognatori. Dinamico, curioso, conviviale ma soprattutto sensibile verso il prossimo.
Di lui dicono: “È sicuramente un uomo moderno dal multiforme ingegno, essendo valente imprenditore di indicazioni stradali e di sicurezza, serio sportivo dilettantistico nella disciplina del canottaggio, cantautore di lungo corso nel settore della musica leggera di intonazione melodica, scrittore appassionato di Poesia, Narrativa, Storia e di saggi di politica. Un discorso ancora a parte andrebbe dedicato al suo sentimento di “servizio pubblico”, reso in politica a favore dell’organizzazione economico-sociale della Regione Piemonte e in particolare di Torino e di Busca, le sue Città del cuore”. Sandro Gros Pietro.
Estrapolo questo suo pensiero che racchiude in sintesi la sua persona, l’uomo e il suo intento: “Non dobbiamo aver paura di emozionarci, come bambini, come semplici ingranaggi di un mondo che gira anche senza di noi, ma che noi possiamo contribuire a farlo girar meglio”. E lui ci sarà riuscito? Chiediamoglielo.
Innanzitutto la ringrazio di essere qui e le chiedo: la sua azienda Pessina S.r.l. è in attività da oltre 127 anni. Chi la fondò è stato più lungimirante o sognatore?
Un grazie a lei per questa splendida opportunità. I sognatori sono poco calcolatori e quindi lungimiranti. Chi fondò l’azienda era il mio bisnonno Giovanni che da Milano venne ad Alba, terra dei tartufi, per fare il pittore e dipingere anche insegne dei negozi. E faceva con la famiglia il custode alla residenza Reale di Pollenzo, essendo legati da vincoli di parentela alla Casa Sabauda. Giovanni era un sognatore. Ora noi poveri sognatori, soprattutto se anche imprenditori, dobbiamo guardare le cose dall’alto ma coi piedi ben piantati per terra.
Un ricordo della sua infanzia in azienda.
Ho un ricordo nitido del periodo in cui mio padre era andato a farsi operare a Londra per un tumore al pancreas, accompagnato da mia madre. In azienda rimasi io il pomeriggio, da solo, avevo 17 anni, ed il mattino frequentavo le scuole superiori. Lavoravo io, serigrafavo, stampavo, mandavo avanti il laboratorio, facevo i cliscé serigrafici.
Volente o dolente ho imparato il mestiere e l’attaccamento all’azienda.
Come nasce il suo amore per la poesia? Ricorda a quale poeta s’appassionò in gioventù?
Ho scritto la mia prima poesia il 24 ottobre 1987 a 17 anni, la notte in cui è morto mio padre. È una delle poche che ricordo a memoria. E comunque mi piacevano soprattutto i poeti contemporanei, i poeti rivoluzionari come i futuristi. Oggi mi appassionano le tendenze del mitomodernismo di cui ho tenuto anche delle conferenze per l’Italia.
Quale è il ruolo del fiume, del mare ed in generale dell’acqua nelle sue opere?
Il Po è per le nostre valli, per Torino, l’anima pulsante, il cuore dei paesaggi che alimenta l’ispirazione. L’acqua è di per sé fonte di vita e di rinnovamento continuo per l’anima ed il cuore. Io amo l’acqua, soprattutto il mare. Il mare, dove finiscono i fiumi, è il custode della vita, il custode della Bellezza. Quante opere e canzoni ho scritto davanti al mare, pensando al mare e alla Bellezza che custodisce, rappresenta e lo anima.
L’acqua è simbolo di rinnovamento, di purificazione interiore. Il discendere lungo il fiume fino al mare significa tornare nel grande contenitore della Vita. E proprio nella nostra breve vita terrena dobbiamo avere il coraggio di buttarci nelle profondità marine, senza paure, per poter riemergere a vita nuova. L’acqua ed il mare sono grandi ispiratori, uniti a ciò che abbiamo nel cuore. E proprio in questi giorni sto scrivendo la melodia di una canzone relativa ad una poesia dedicata a Luciana, una Donna meravigliosa che è nel mio cuore, e nel mare ha sempre espresso e specchiato la propria Bellezza.
Il suo percorso letterario è davvero ampio e spazia in diversi campi. Mi soffermo su questa sua opera pubblicata per la Genesi nel 2016 “A Cavour con Giolitti verso l’Europa”. Un volume in cui narra i ricordi delle bellissime giornate trascorse insieme a Antonio Giolitti (1910- 2010) nella sua residenza di Cavour, dove ha avuto la possibilità di apprendere ed approfondire il pensiero Politico di Giolitti. E qui le chiedo: a distanza di anni è rimasto concorde con il suo mentore?
Antonio Giolitti è stato per me un personaggio straordinario, uno di quei politici che il tempo ha fatto perdere lo stampo, un uomo eccezionale. E non solo per la coerenza con le proprie idee umane che lo ha portato a cambiare idee politiche, ma perché soprattutto anteponeva l’umanità ed il culto della Bellezza alla politica. Oggi sono più che mai vive le sue idee. E persino lo sviluppo di esse che mi ha portato a desiderare gli Stati Uniti d’Europa, sono oggi più che mai attualità. Questo volume è stato un approfondito volume di storia politica in Piemonte ed in Italia che poi ha avuto un seguito con il mio “A Berlino “.
Tralasciando la parte Politica, come è nata la vostra amicizia? E cosa oggi ricorda con nostalgia dell’uomo, Antonio Giolitti?
L’amicizia con Antonio Giolitti è nata attraverso un amico comune, Mario Pellegrino. Medico militare nella campagna di Russia, poi partigiano, Mario era molto amico di Giolitti e me lo aveva presentato. Erano seguite lettere e poi incontri a Cavour, residenza allora estiva di Antonio Giolitti. Di Antonio, ricordo l’uomo elegante e distinto, coerente ed idealista, un signore d’altri tempi. Un uomo il cui esempio ti rimane dentro per tutta la Vita.
L’eleganza, l’affabilità, la signorilità ed il buon gusto della vita. Questi alcuni particolari del suo carattere che mi sono rimasti nell’anima.
Il suo impegno verso il “servizio pubblico”, reso in politica a favore dell’organizzazione economico-sociale della Regione Piemonte e in particolare di Torino e di Busca è ammirevole e le chiedo: quali secondo lei sono i settori che andrebbero maggiormente valorizzati e aiutati in questo momento?
Oggi la politica è per molti l’inseguire esclusivi obiettivi personali ed economici. Si è perso un pochino il senso del concetto di Bene Comune. Tra le mille cose da migliorare e fare, oltre al lavoro ed al benessere sociale, non dobbiamo dimenticare la Scuola e la Cultura. Cultura intesa come il dare la possibilità ad ognuno di migliorare se stesso e sviluppare la propria personalità, unica e irripetibile per ciascuno di noi.
In un’altra sua opera saggistica edita nel 2017 da Edizioni Momenti Ribera, Storia e psicologia. Esempio di metodologia di ricerca per le fonti orali e ad esse collegate. Riporta il pensiero di due storici John Tosh e Henri-Irénée che supponevano che per conoscere bene la Storia della nostra società occorre avere un occhio di riguardo sui risvolti psicologici dei protagonisti sulle loro emozioni, sulla loro vita. Una sua considerazione.
La psicologia mi ha sempre appassionato e la sua applicazione all’utilizzo della storia orale è fondamentale in questa metodologia di ricerca storica. L’ho applicata ad esempio alla ricostruzione dell’eccidio nazifascista del Ceretto attraverso interviste e racconti di alcuni superstiti. La psicologia è fondamentale come conoscenza. La mia cultura si è anche arricchita in tale campo durante i molti anni di studi ed approfondimenti teologici, che portano a vedere la vita, il mondo, il rapporto fra le persone, da un punto di vista particolare. Empatia e conoscenza psicologica aiutano per interfacciarci bene con gli altri. Nel mio volume “Storia e psicologia” applico ad una situazione concreta, come lo studio della Torino operaia, le problematiche sull’utilizzo della storia orale.
“Con la musica e la poesia possiamo cambiare il mondo, creare un futuro per le nuove generazioni. Possiamo trasmettere sentimenti profondi, al di là delle diverse lingue”. In questa sua frase che condivido quanto l’amore per queste arti l’ha aiutata nei suoi momenti più dolorosi?
La poesia è a volte un urlo interiore che sfoga come una valvola ciò che abbiamo nel cuore, passioni, istinti, desideri. E a volte l’urlo diventa vera e propria musica, quando attorno alle parole sbocciano le note e nasce una canzone. La poesia è cibo per l’anima ed il cuore. Chi impara a cibarsene non può più farne a meno. È medicinale, curativa, alimenta i sogni e li realizza.
Poeta ma anche musicista, Sopra gli aquiloni, Smiles in the wind, In quel giorno qualunque, Note come la vita, Tramonti e Torino nel cuore sono i suoi album prodotti dalle Edizioni Musicali Momenti. Come è nata la sua passione per la musica e il canto? C’è un cantautore che ama particolarmente?
La passione per la musica è nata a 18 anni con la mia prima chitarra. Poi man mano alcune poesie nascevano sul ritmo di una melodia, altre venivano accompagnate dopo. A volte in pochi minuti scrivo di getto parole e musica, inizialmente registrando la melodia fischiata al registratore del telefonino, per non perdere la melodia stessa nel vento. Ad oggi sono molte le canzoni create.
Mi piacciono tutti i cantautori, ma in particolare le melodie e parole di Gianmaria Testa, Lucio Dalla, Pino Daniele. Le loro sono poesie in musica.
Quando viene lanciato un disco nuovo solitamente una canzone viene messa visibile con video su YouTube
Grazie alla sua attività professionale ha potuto viaggiare molto e conoscere varie culture ma la sua amata cittadina ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, tanto da dedicarle un libro pubblicato nel 2018 per l’edizione Momenti Ribera “Busca nel cuore”. Le va di parlacene?
Busca nel cuore prende il titolo di una poesia e canzone dedicata alla Città di Busca, dove sono attualmente Consigliere Comunale. Ma la mia visione è molto ampia e non ha limiti di spazio e tempo. Buona parte delle poesie, poi diventate alcune canzoni, sono ambientate sul mare. E molte in particolare sul mare di Napoli e delle sue isole e costiere che io ho amato e amo sempre più, insieme a chi le ho dedicate col cuore e con l’anima. Sud Centro e Nord Italia, luoghi che amo senza distinzioni. Perché chi abbiamo nel cuore lo portiamo dietro ovunque andiamo e ovunque siamo. Per questo vorrei un giorno gli Stati Uniti del Mondo, come auspicava e vedeva nel futuro un uomo che ho seguito e seguo tutt’oggi, anche se non più presente fra noi, Gustavo Rol. Tempo fa ho avuto modo di vedere il suo anello col bottone della giacca di Napoleone. Un’emozione e sensazione indescrivibile. L’esoterismo e la ricerca dell’occulto fra noi fanno parte della mia natura, perché ho visto nella vita cose talmente particolari che forse potremmo far tutti, utilizzassimo solamente il nostro intelletto al cinquanta per cento e non al due come pare mediamente.
Se potesse viaggiare nel tempo e conoscere un personaggio politico del passato, chi sarebbe e soprattutto cosa gli chiederebbe?
Se potessi conoscere nel tempo un personaggio politico del passato vorrei incontrare, con una scelta estensiva, Papa San Giovanni Paolo II, uno per me dei più grandi statisti del mondo e di sempre. Senza la sua opera spirituale e politica non ci sarebbe stata la caduta dell’Unione Sovietica. Un grande Uomo, un immenso Santo. Sono stato a lezione da un suo segretario e stretto collaboratore, Mons. Flavio Capucci dell’Università Romana della Santa Croce. Un uomo eccezionale che mi ha molto parlato del Santo Padre. Anche se il Papa non è un politico effettivo, oltre al lato spirituale, Giovanni Paolo II aveva svolto opere in difesa della libertà di tutti i popoli, compresi i popoli oppressi dalle dittature.
Ma chi è Eros Pessina nella vita di tutti i giorni?
Eros Pessina è un imprenditore, un sognatore coi piedi ben piantati per terra, un uomo che crede nell’amore eterno, immenso ed infinito. Un poeta, scrittore, musicista con una personalità particolare, al servizio del prossimo e di chi è rimasto indietro. Nella nostra vita non occorre lasciare indietro nessuno, dobbiamo essere al servizio degli altri. A 54 anni so dove ho sbagliato ma penso di avere ancora il tempo per rimediare, perché la testardaggine e l’intelligenza anche in misura minima, possono cambiare la vita. Parafrasando una frase di Vecchioni,
“Io conosco poeti
Che spostano i fiumi con il pensiero
E naviganti infiniti
Che sanno parlare con il cielo…“
Penso e spero di essere sia poeta sia navigante in questi termini.
E giungo alla mia ultima domanda, “Non dobbiamo aver paura di emozionarci, come bambini, come semplici ingranaggi di un mondo che gira anche senza di noi, ma che noi possiamo contribuire a far girar meglio? E lei è riuscito a mantenere vivo il fanciullino che è in lei?
Il fanciullino che è in me è sempre sveglio qui accanto. A volte è lui che parla, che scrive, che interviene. Dobbiamo avere la capacità di emozionarci come bambini davanti alle cose più semplici, alla Natura, all’amore. Emozionarci davanti alla Bellezza. Bellezza e purezza anche di una Donna che ci fa emozionare per l’eternità e che l’Eros grande, iniziando a scrivere, la decanta secondo le emozioni che esplodono nel suo cuore, insieme alle profondità del mare, dove la Bellezza si nasconde per non lasciarsi … rubare.
Concludo, ringraziando Eros Pessina per avermi rilasciato questa intervista, con questo suo pensiero: “Con la musica e la poesia possiamo cambiare il mondo, creare un futuro per le nuove generazioni. Possiamo trasmettere sentimenti profondi, al di là delle diverse lingue. Nell’attesa del giorno in cui vi sarà un solo popolo europeo, con l’orgoglio profondo di aver costruito una nuova casa sulla roccia per il futuro”. Eros Pessina