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Scandalo Voti a 50 Euro: Dimissioni Assessora e Arresti a Triggiano

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Il caso di scambio di voti a Bari continua a crescere, gettando un’ombra sempre più densa sul panorama politico locale. In seguito alle indagini riguardanti presunte compravendite di voti durante le elezioni comunali del 2021, l’assessora regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, ha annunciato le proprie dimissioni. Questo annuncio è avvenuto in concomitanza con gli arresti del marito di Maurodinoia, Sandro Cataldo, noto come referente del movimento politico Sud al centro, e del sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli.

Le accuse mosse ai due arrestati sono gravi: corruzione elettorale, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia su presunte pratiche illecite legate al processo elettorale di Triggiano nel 2021. L’indagine è stata avviata dopo il ritrovamento, avvenuto il 6 ottobre 2021, di frammenti di fotocopie di documenti d’identità e codici fiscali in un cassonetto per l’immondizia.

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla procura di Bari, sembra che nelle elezioni amministrative sia stata influenzata la preferenza di voto di numerosi elettori attraverso il pagamento di denaro, anche in cambio di modesti 50 euro a voto, e di altre utilità.

Il modus operandi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, prevedeva che coloro che accettavano l’accordo dovessero consegnare una copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per consentire un preciso conteggio dei voti sezione per sezione. Durante le operazioni di spoglio, vari gregari degli organizzatori erano incaricati di verificare se le persone coinvolte si fossero effettivamente recate al voto, controllando anche l’effettiva corrispondenza dei voti “acquistati”.

L’inchiesta ha portato all’arresto di dieci persone, di cui una è finita in carcere e sette sono state poste ai domiciliari. Inoltre, sono stati notificati due divieti di dimora nel Comune di Triggiano. Secondo le indagini condotte dai carabinieri, lo scopo di questo presunto sistema di corruzione elettorale sarebbe stato garantire la rielezione dell’allora sindaco e di altri due consiglieri comunali, che non sono stati oggetto di misure cautelari.

Questa nuova svolta nell’inchiesta non solo getta luce su pratiche illegali che minano la democrazia locale, ma solleva anche domande sulla trasparenza e l’integrità del processo elettorale nella regione. La vicenda ha scosso l’opinione pubblica, generando indignazione e richieste di un’azione decisa per ripristinare la fiducia nel sistema politico.

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