Simbolo della filmografia nipponica degli anni ’50, oggi Godzilla è protagonista di una serie di film (costosissimi) che fanno risplendere il suo mito. Tra azione e comicità, la saga è un ottimo espediente per rileggere gli usi e costumi del nostro tempo
Viviamo in un’epoca cinematografica in cui si guarda continuamente al passato e dove c’è una scarsità di idee originali. Lo abbiamo visto con i tanti sequel, reboot o remake che animano i cinema di tutto il mondo. Succede, però, che nonostante ci sia una poca attenzione a script di grande impatto e nonostante anche l’universo dei pop-corn movie sta esplorando strade già battute, ci sono film di intrattenimento che meritano la nostra attenzione. Non ci sono solo i film dedicati ai super-eroi che, in un certo qual modo, popolano ancora le sale dei multi-cinema, ma accanto alla Marvel e alla DC c’è anche il famigerato Monster-verse inaugurato dal primo film dedicato al mito di Godzilla. Il titano che è stato creato dall’uomo a seguito delle guerre atomiche è un personaggio molto celebre all’interno della cultura pop mondiale. Nato a fine anni ’50 in Giappone, con il tempo è diventato fonte d’ispirazione per film, serie tv, cartoni animati e fumetti che hanno conquistato prima l’America e poi anche l’Italia. Questo “universo dei mostri” che dal 2014 sta animando il cinema di intrattenimento, è un franchise condiviso in cui Godzilla, King Kong (e molti altri) si muovono in un contesto urbano e in mondo vicino al collasso.
L’idea, nata da Gareth Edwards con il reboot di Godzilla, continua a mietere consensi ancora oggi. Infatti dopo il primo film dedicato al mito del lucertolone che si ciba di scorie radioattive, si è compiuto un viaggio indietro nel tempo con Kong: Skull of Island, per tornare poi in epoca più moderna con Godzilla – il re dei mostri, fino a uno scontro ancestrale tra i due titani in Godzilla VS Kong, arrivando fino a Il nuovo impero che è oggi è nelle sale. Senza dimenticare la serie tv AppleTv+, che funge da spin-off per tutto il franchise. Un esperimento molto funzionale che ha convinto – almeno nei primi tre film – in termini di plot e di intrecci e che ha permesso al personaggio di trovare nuova strada nel mondo cinematografico di oggi.
Ma chi è Godzilla?
Il termine deriva da un’espressione tipica del Giappone che identifica Godzilla come un “mostro misterioso”. Lui è il protagonista di una lunga serie di film che ha preso il via nel 1954. La sua fama si è gradualmente espansa anche all’estero, tanto da divenire uno dei più famosi mostri del mondo e della storia del cinema di fantascienza, apparendo a videogiochi, romanzi, fumetti, serie televisive, e ventinove film prodotti dalla Toho e tre film di Hollywood. Godzilla è raffigurato come un enorme mostro marino preistorico, risvegliato e potenziato dalle radiazioni nucleari. Concepito quando il ricordo dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki e l’incidente del Daigo Fukuryu Maru era ancora vivido, il personaggio fu inteso come una metafora per le armi nucleari. Più la serie progrediva, più certi film raffigurarono Godzilla come un eroe, mentre altri mantenevano la caratterizzazione originale di un mostro distruttivo. Con la fine della guerra fredda, vari film girati dopo il 1984 fecero di Godzilla il simbolo non più del potere distruttivo delle armi nucleari, ma d’una presunta presa di coscienza del passato militarista e imperialista del Giappone e del pericolo dei disastri naturali.
Un universo condiviso che racconta le contraddizioni del nostro tempo
Di così grande impatto nella cultura pop moderna che era impossibile non “rileggere” il mito di Godzilla anche nei tempi a noi vicini. Una scommessa che è stata vinta in partenza e fin dal primo film. Questo perché, oltre alla dose di azione e di ironia, l’universo dei mostri ha saputo raccontare anche (e soprattutto) il mondo che abbiamo intorno, come la paura dell’ignoto e l’impossibilità da parte dell’uomo di potersi confrontare con il potere oscuro della Natura. L’idea che il mondo degli uomini vive a stretto contatto con quello di creature preistoriche è un’idea di grande impatto, e che spiega la caducità dell’umano umano di fronte a una forza che va ben oltre sue aspettative. Per di più, i film di Godzilla hanno la capacità di rileggere la cultura e tutte le contraddizioni più particolari del nostro tempo.
Prima c’era il piccolo (s)cult di Roland Emmerich
Nel 1998 a portare al cinema il mito di Godzilla ci ha pensato il regista di Independence Day. La pellicola venne distribuita dal 20 maggio ricevendo numerose reazioni negative, sia dalla critica che dai fan della serie, nonostante ciò il film ottenne buonissimi incassi, guadagnando 136 milioni di dollari solo negli Stati Uniti, risultando il nono film più redditizio in America del 1998. Malgrado il buon profitto, il film venne considerato una delusione. I sequel progettati furono scartati in favore di una serie di cartoni animati intitolata Godzilla: The Series.