In Italia gli over 65 sono quasi 14 milioni, ovvero il 22% della popolazione italiana, che raggiungerà il 33% in venticinque anni.
Questo vuol dire che, nel 2045, un italiano su tre sarà ultrasessantacinquenne e, facilmente, molto più anziano. Sempre più spesso ci si ritrova a dover supportare e assistere genitori e nonni anziani. Alle volte, sono vedovi. Alle volte, possono esserci delle situazioni conflittuali nate nel corso degli anni.
Per imparare a offrire loro un valido ed efficace supporto e comprendere al meglio i loro bisogni Antonella Brugola e Claudia Campisi in “Genitori anziani, che fare? Una guida per figli adulti e (im)preparati”, Dario Flaccovio Editore, ci forniscono informazioni, suggerimenti e ci fanno chiarezza su questa fase della vita piena di sfaccettature.
In questo interessante e prezioso libro le autrici presentano il metodo A.M.O.R.E che aiuta i figli ad instaurare una connessione autentica e sana con loro. Facendo tesoro della loro esperienza personale il metodo A.M.O.R.E è suddiviso in 5 fasi. Ogni fase aiuterà il figlio che si prende cura dell’anziano ad entrare in relazione con lui, a creare una connessione autentica e sana.
Le 5 fasi sono:
1. A – ACCETTARE L’INEVITABILITÀ
2. M – MATURARE LA CONOSCENZA
3. O – OSTEGGIARE LA SOLITUDINE
4. R – RECITARE UNA PARTE
5. E – ESPLORARE COSA FARE.
1 – A – Accettare l’inevitabilità
Occorre accettare il fatto che tutti invecchiamo, è inevitabile. Occorre accettare che i nostri genitori possano non essere più brillanti e vispi come una volta e ci vorrà del tempo per farcene una ragione. “Se abbiamo avuto la fortuna di avere genitori attivi, che non si fermavano mai, pieni di interessi e dediti ad aiutare senza riserve i figli e accudire i nipotini, ci fa effetto pensare che non saranno più quei solidi punti di riferimento a cui appoggiarsi con fiducia. Si tratta della decadenza fisica e psichica umana, diversa in ognuno di noi, che porta a vivere una vita più ridimensionata e tranquilla, benché a malincuore”.
2. M – Maturare la conoscenza e consapevolezza
“Essere consapevoli vuol dire aver capito la situazione dei genitori che si delinea davanti a te, il suo divenire, cosa comporta, quali problemi possono nascere, come affrontarli ora e nel futuro, insomma tutte le sfaccettature del caso. E maturare vuol dire riflettere, ponderare, capire cause ed effetti e ci vuole tempo perché ci sono tante cose da scoprire e assimilare per arrivare ad agire al meglio, cioè essere al punto giusto per proseguire”.
3. O – Osteggiare la solitudine
“Se ti dovessi trovare in una situazione critica perché hai da gestire le difficoltà della vita dei genitori e in più sei schiacciato/a da mille altre incombenze, la cosa peggiore che tu possa fare è isolarti e cercare di risolvere contando solo sulle tue risorse. Come in un’azienda, devi cercare di creare un piccolo team, una rete di contatti che ti possono essere utili, partendo dai più vicini (fratelli o sorelle), e condividere la situazione, anche se sono temi spinosi. Fai una lista tra familiari, parenti, amici, conoscenti, colleghi, professionisti, medico di base, farmacista a cui puoi rivolgerti per fare anche solo per una chiacchierata ecc…
Certo, non si possono trasferire le responsabilità, ma suddividerle sì, e un aiuto, un punto di vista, un parere serio e sentito da chi ha già passato quel problema possono essere molto importanti.
Ti suggerisco di cercare enti o organizzazioni che possono dare una mano quando ci si trova a gestire gli anziani: le associazioni a supporto delle donne o della famiglia, le associazioni dei familiari di malati (intendo le principali malattie più comuni, come il Parkinson, il diabete, ecc.). Oppure specialisti che possono essere consultati appositamente”.
4. R: Recitare una parte
“Come i bambini, anche per i nostri cari di una certa età ci saranno argomenti che li impressioneranno, che toglieranno il sonno o renderanno agitati.
Per argomenti intendo non solo le scene impressionanti dei telegiornali, ma anche i racconti della brutta influenza del nipote piccolo. Talvolta pezzi del tuo racconto o di quello che vedono in televisione si mescolano e diventano un tormento insopportabile. Cosa fare, allora?
Poiché è impossibile bloccare la visione dei telegiornali o dei programmi un po’ angoscianti, è opportuno adottare con loro una strategia di comunicazione in cui è meglio non raccontare proprio tutto al proprio genitore come si faceva una volta, da adulto a adulto, perché ora la sua capacità di giudizio e filtro delle informazioni può essere un po’ compromessa.
Il racconto con loro deve essere pilotato verso fatti leggeri e senza cose spiacevoli, anche se dovrai fare uno sforzo. Come per i bambini, ci saranno dei temi tabù da non affrontare mai o da evitare, quali gli esiti delle tue analisi mediche, le influenze dei nipoti, il ricovero in ospedale dell’amica, l’incidente domestico, la lunga trasferta all’estero e così via. La vita narrata va edulcorata, rasserenata e trattare per lo più temi leggeri e spensierati, per quanto possibile. Ne va della tranquillità di tutti, per prima la loro, perché sono diventati suggestionabili e fragili”.
E: Esplorare cosa fare
In questa fase si entra nella vita dell’anziano per supportarlo (dall’alimentazione alle cure fino alla pulizia della casa).
Sono 3 le aree di analisi e di intervento, in cui l’anziano va supportato
1. la casa e l’ambiente in cui vive l’anziano
2. la persona, l’alimentazione e le cure
3. la sicurezza di sé e del patrimonio.
“Occorre ricordare che per mettere in atto qualunque cambiamento nella vita dei genitori è bene procedere con grande sensibilità e tatto. Probabilmente non capirebbero perché ultimamente sei diventato così attento alla loro vita e dovrai procedere per gradi, senza fretta”.