Tiroide, tutti i falsi miti e i suoi problemi più comuni. Intervista alla Dottoressa Serena Missori

La tiroide è una ghiandola endocrina, situata alla base anteriore del collo che secerne l’ormone tiroideo.

Questa ghiandola è di fondamentale importanza per la regolazione del metabolismo, per lo sviluppo nervoso e per il funzionamento generale dell’organismo stesso.  Molte sono le malattie che possono colpire questa ghiandola e che provocano un’infiammazione della ghiandola stessa. Su di esse però aleggiano tanti falsi miti.

Per farne chiarezza, ma soprattutto per capire come funziona questa ghiandola di vitale importanza, abbiamo consultato la dott.ssa Serena Missori, endocrinologa e diabetologa, autrice insieme al dott. Alessandro Gelli del libro “Asse tiroide – intestino” (Edizioni Lswr) e de “La dieta della tiroide” alla quale sono state sottoposte le domande più comuni.

Dottoressa Missori, le malattie della tiroide colpiscono solo gli adulti?

Oltre all’ipotiroidismo congenito e all’agenesia tiroidea che colpisce circa 1 bambino su 1700-3500 nati vivi, la tiroidite autoimmune è la più comune malattia tiroidea non congenita in età pediatrica (circa il 2-3% dei soggetti in età scolare) con maggiore prevalenza nel sesso femminile. Rara seppur presente prima dei 6 anni, aumenta in età adolescenziale. Attenzione nei bambini a malattie autoimmunitarie che possono comparire quasi simultaneamente, come celiachia e tiroidite autoimmune

Perché le malattie della tiroide causano stanchezza fisica, stanchezza mentale, brain fog, calo di concentrazione e di memoria?

Se la tiroide non è involuta, sovvertita, con tralci fibrosi, non ha perso la sua struttura e ha conservato in parte la sua funzione, non è detto che non possa riprendere a funzionare seppur supportata. Ci sono forme di ipotiroidismo subclinico o clinico carenziale e da quanto abbiamo visto dalla letteratura anche secondario a malassorbimento di micronutrienti indotto dalla disbiosi, pertanto in attesa di nuovi studi clinici, possiamo occuparci dell’asse tiroide-intestino per ottimizzare la funzione tiroidea.

Quanto la qualità del sonno influisce sul funzionamento della tiroide?

La qualità e la quantità del sonno sono fondamentali anche per l’asse tiroide-intestino. Una scarsa qualità e quantità di sonno aumenta gli ormoni dello stress che rallentano il lavoro della tiroide e anche l’utilizzo della terapia sostitutiva ma peggiorano anche le condizioni intestinali favorendo e alimentando la disbiosi. La scarsa qualità del sonno si riflette anche sui neurotrasmettitori del benessere e dell’appagamento come serotonina e dopamina. Avere un sonno regolare e di qualità è uno dei pilastri per il benessere e la longevità. Dormire male inoltre rende più nervosi e affamati condizionando negativamente le scelte nutrizionali che si ripercuotono sulla salute intestinale e sull’infiammazione sistemica.

I noduli alla tiroide possono andare via?

Questa è una domanda che viene posta frequentemente. Il timore più grande di una persona che scopre di avere noduli alla tiroide è quella di doverla togliere perché i noduli sono maligni e ovviamente chiedono se è possibile che i noduli regrediscano. Ci sono molti casi di riduzione delle dimensioni dei noduli, talvolta sino alla regressione, ma questa non è ovviamente la regola. Ricordiamoci come abbiamo visto nella letteratura scientifica che i noduli possono essere associati a disbiosi intestinale. Verosimilmente un intervento nutrizionale, terapeutico, integrativo sulla disbiosi potrebbe riflettersi sulla struttura tiroidea.

Nel trattamento dell’ipotiroidismo è possibile non prendere la levotiroxina ?

Quando l’ipotirodismo è lieve, subclinico con un elevato TSH e frazione libere FT3 e FT4 nella norma o comunque accettabili non è detto si debba sempre ricorrere alla levotiroxina. Alcuni pazienti talvolta richiedono un diverso approccio terapeutico e rifiutano la terapia sostitutiva. Se l’ipotirodismo non è invalidante e non ha deteriorato la qualità della vita, si potrebbe pensare di tentare, viste le nuove prospettive grazie all’asse tiroide-intestino di supportare la tiroide con i micronutrienti essenziali come iodio, selenio, ferro, zinco, myo inositolo, tirosina e al contempo occuparci dell’eventuale disbiosi, malassorbimento intestinale, aumentata permeabilità intestinale, apportare un intervento nutrizionale e valutare a breve termine la sintesi ormonale.
Dare la possibilità a un organo in difficoltà di ripararsi e ricominciare a dare il massimo dovrebbe essere uno degli obiettivi della medicina. In caso di mancata ripresa della funzione siamo sempre in tempo a intervenire farmacologicamente.

Si può sospendere la terapia con levotiroxina?

No, in caso di terapia sostitutiva post-tiroidectomia perché non essendoci più la tiroide, non è possibile una ripresa funzionale. Sembrerà banale ma negli anni ho conosciuto molte persone che, pur avendo tolto la tiroide, hanno sospeso in autonomia la terapia perché avevano letto da qualche parte, o era stato suggerito loro da qualche millantatore, che il corpo avrebbe iniziato a produrre ormoni tiroidei altrove. L’emivita della levotiroxina è di circa una settimana, pertanto è tollerabile da un punto di vista fisico una dimenticanza della terapia non oltre questi giorni.

Si può prendere la levotiroxina per dimagrire?

L’utilizzo della levotiroxina a scopo dimagrante è considerato doping. Detto ciò, se si assume levotiroxina senza necessità medica e quindi in normofunzione ci sono più rischi che benefici. Possono subentrare effetti collaterali cardiaci come tachicardia, aritmia, ipertensione ma anche insonnia, nervosismo, irritabilità. L’accelerazione causata dalla levotiroxina quando non è necessario assumerla è motivo di stress per il corpo e per la mente. Lo stress fa aumentare il cortisolo che favorisce il depauperamento muscolare, l’accumulo di adipe e l’osteoporosi. Noi sconsigliamo vivamente l’assunzione in autonomia della levotiroxina in generale e a scopo dimagrante senza necessità terapeutica.

In caso di  tiroidite autoimmune c’è il rischio di insorgenza di altre malattie autoimmunitarie?

In caso di malattia autoimmunitaria è bene nel tempo verificare che non ne insorgano altre. Frequente l’associazione tra celiachia e tiroidite autoimmune, non è trascurabile anche la gastrite autoimmune. Eseguire sempre una scrupolosa anamnesi e visita e valutare la comparsa di vitiligine, psoriasi, alopecia ecc

La tiroide può riprendere a funzionare da sola senza dover prendere la terapia sostitutiva?

Se la tiroide non è involuta, sovvertita, con tralci fibrosi, non ha perso la sua struttura e ha conservato in parte la sua funzione, non è detto che non possa riprendere a funzionare seppur supportata. Ci sono forme di ipotiroidismo subclinico o clinico carenziale e da quanto abbiamo visto dalla letteratura anche secondario a malassorbimento di micronutrienti indotto dalla disbiosi, pertanto in attesa di nuovi studi clinici, possiamo occuparci dell’asse tiroide-intestino per ottimizzare la funzione tiroidea.

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