Intervista a Franco Forte, Scrittore, Editor Mondadori, Sceneggiatore.

Un uomo dall’indiscusso Talento, che ha saputo alimentarlo con studio, tenacia, dedizione e fiducia in sé stesso

 “Scrivete di ciò che conoscete a fondo, perché il valore aggiunto è il vostro background,

che renderà la vostra storia credibile fino in fondo”.

Un uomo dall’indiscusso Talento, che ha saputo alimentarlo con studio, tenacia, dedizione e fiducia in sé stesso

Un esempio di come tutto può accadere se ci si crede fino in fondo.

Il Talento è un seme insito nelle profondità umane, ma solo in alcuni attecchisce tanto da poter essere coltivato. Da solo, però, non basta: occorre studio, sacrificio, dedizione e un’incrollabile fiducia in sé stessi per raggiungere i propri sogni. 

L’ospite di oggi non ha bisogno certo di una mia presentazione, la sua fama lo precede. La scrittura è il suo pane quotidiano. Leggendo la sua lunga bibliografia mi sorprende quanto estro viva in lui da portarlo ad avere una produzione letteraria così vasta.

Oggi ho il grande onore di ospitare un protagonista del panorama letterario odierno; che ha saputo nel tempo coltivare quel dono, renderlo forte innanzi agli ostacoli della vita; tanto da diventare uno Scrittore apprezzato e stimato sia in Italia che all’ estero.

Per quei pochissimi che non lo conoscono, ripercorriamo la sua carriera:

Franco Forte, classe 1962, nasce a Milano, è un giornalista professionista, scrittore, sceneggiatore e consulente editoriale. Dal 2011 è il direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori, tra cui Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo. Sempre per Mondadori è editor degli Oscar Mondadori, e collabora alla realizzazione delle collane Oscar Draghi Urania, Oscar Historica, Oscar Fantastica e alla linea Giallo Mondadori da libreria.

Come romanziere ha scritto per Arnoldo Mondadori Editore, Editrice Nord, Tropea, Mursia e altri editori, di cui è stato anche consulente editoriale.

È inoltre giornalista professionista: è stato direttore del mensile Fiction TV e vicedirettore del magazine PC World Italia. Tiene una rubrica settimanale sulle pagine culturali del quotidiano Il Cittadino di Lodi, è direttore responsabile del magazine di fantascienza Robot e della rivista per scrittori Writers Magazine Italia[3], ed è anche direttore e coordinatore del Delos Network, che comprende i siti Fantascienza.com, FantasyMagazine.it, HorrorMagazine.it, ThrillerMagazine.it e Sherlock Magazine.it.

È stato autore di celebri fiction televisive come Distretto di Polizia e R.I.S. – Delitti imperfetti della Taodue Film di Roma. È il curatore delle celebri raccolte della serie dei 365 racconti per un anno sempre per Delos Books, di cui sono usciti i seguenti titoli: 365 racconti erotici per un anno, 365 racconti horror per un anno, 365 racconti sulla fine del mondo, 365 storie d’amore, 365 racconti di Natale, 365 racconti d’estate.

Come potete ben capire è un uomo di talento, tenacia, caparbietà e soprattutto di grande volontà.

Nella sua carriera ha raggiunto traguardi, da molti di noi solo sognati, ma lui sognava proprio questo?  Chiediamoglielo.

Innanzitutto la ringrazio di essere qui. Durante la sua adolescenza quali sono stati gli autori che l’hanno appassionata alla lettura?

Tutto è cominciato con due libri che mi regalò mio padre quando avevo 11 anni: “Il vento sull’erba nuova” di Klara Jarunkova (uno straordinario romanzo per ragazzi che andrebbe ripescato e fatto conoscere di più) e un libro storico su Gengis Khan. Da allora non ho mai smesso di leggere (all’inizio più che altro fumetti, ma anche molti libri), e questo ha alimentato la fucina di idee dentro di me, facendomi passare attraverso tutto l’arco istituzionale della narrativa (gli autori classici) e quello più popolare (dalla fantascienza al giallo, senza sdegnare il fantasy, l’avventura e l’horror). Da lettore onnivoro ho avuto la possibilità di conoscere a fondo tutti i generi letterari, e questo ha contribuito a gettare le basi per la mia futura carriera editoriale.

Joseph Chilton Pearce diceva: “Per vivere una vita creativa dobbiamo perdere la nostra paura di sbagliare”. Nella sua lunga esperienza professionale la paura di sbagliare è svanita?

No, la paura di sbagliare serve sempre, è necessaria. Dagli errori si impara e la volta dopo, se si ha carattere, si fa meglio. Io non smetterò mai di sbagliare. E quindi di imparare e fare sempre meglio.

Come è nata la sua grande passione per la Storia?

Con quel libro su Gengis Khan che mi regalò mio padre da bambino. C’era all’interno una cartina che comparava l’impero del grande Khan mongolo con quello di Alessandro, Napoleone e l’antica Roma messi insieme, e si vedeva che Gengis Khan aveva dato vita a un impero ancora più vasto degli altri tre messi insieme! Ne rimasi stregato, e da allora non ho più smesso di appassionarmi di Storia.

Pubblicare con la Mondadori è un sogno per molti autori, una vetta difficile da scalare; un consiglio per chi vuole tentare di diventare un autore Mondadori. Cosa fare e soprattutto cosa non fare?

Impossibile dare un solo consiglio, per spiegare questa cosa io ho fatto decine di video (che si possono guardare gratis sul mio canale Youtube intitolato Scuola di Scrittura,  ho scritto manuali, faccio seminari di scrittura. Non c’è un unico fattore da considerare, ma decine, che riguardano ciò che si vuole scrivere, come lo si fa, come lo si struttura e sistema, come ci si propone e quali ostacoli superare. Di sicuro, tutte queste cose valgono per Mondadori come per qualsiasi altro editore. Se dovessi però dare un unico consiglio sarebbe questo: scrivete di ciò che conoscete a fondo, perché il valore aggiunto è il vostro background, che renderà la vostra storia credibile fino in fondo.

Il suo ultimo libro storico, “Karolus – il romanzo di Carlo Magno”, oltre la parte storica, mette in evidenza l’aspetto umano del protagonista. Durante le sue ricerche cosa l’ha sorpresa di più di questo grande condottiero?

È questo che fa un romanzo storico: oltre a ricostruire le vicende scoperte da archeologi e storici, cerca di descrivere le emozioni provate dai protagonisti. Per esempio, tutti sanno che Carlo Magno è diventato imperatore il giorno di Natale dell’800, ma… io narratore devo chiedermi: un attimo prima dell’investitura, com’era Carlo Magno? Era nervoso? O era tranquillo e sicuro di sé? Queste emozioni nessuno storico potrà mai rivelarcele, ma un romanziere può ricostruirle tramite i meccanismi della fiction, purché coerenti e perfettamente plausibili rispetto al contesto storico. Studiando Carlo Magno ho capito che era un uomo molto avanti rispetto al suo tempo: sapeva guardare oltre, per immaginare un mondo che sarebbe venuto solo molti secoli dopo, ma di cui lui ha gettato le basi.

Molti sono i personaggi storici di cui ha scritto; se potesse viaggiare nel tempo e conoscerne uno, chi sarebbe e soprattutto cosa gli chiederebbe?

Eh, scelta difficile, visto che ho scritto di personaggi davvero straordinari, che hanno cambiato significativamente il corso della Storia. Però di sicuro se potessi viaggiare nel tempo cercherei di trovarmi faccia a faccia con Giulio Cesare e gli chiederei: com’è possibile che ti sei fatto uccidere durante la congiura delle Idi di Marzo? Non ci credo che ti sei fato fregare in quel modo. Dev’esserci sotto qualcosa… Così magari avvalorerà la tesi che ho ricostruito nel mio romanzo “Cesare l’immortale”, dove ricostruisco passo dopo passo la congiura, per dimostrare che è stata tutta una farsa organizzata da lui stesso, per… Be’, questo lo spiego nel mio libro.

Dal 2011 è il direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori tra cui Il Giallo Mondadori, Urania e Segretissimo. Quali caratteristiche deve avere un testo per entrare a far parte di queste Collane?

Ovviamente ogni collana ha le sue caratteristiche, e più che essere io a spiegarle, direi che per gli autori vale il principio fondamentale per chiunque aspiri a pubblicare a un certo livello: conoscere molto bene l’ambito di cui si vuole cercare di far parte. Ovvero, se ambisco a pubblicare nei Gialli Mondadori devo essere non solo un forte appassionato di gialli, ma anche un profondo conoscitore della collana, degli autori che vengono pubblicati. Solo così, conoscendo il “contenitore” che potrebbe ospitarci, possiamo proporre qualcosa che sia in linea con quella collana. Non posso proporre un noir o un thriller splatter al Giallo Mondadori, che ha un pubblico che ama soprattutto il giallo di stampo classico. Se non conosco la collana, rischio di inviare in lettura qualcosa che non interessa, e questo al di là della qualità intrinseca del mio lavoro. Questo, ovviamente, vale per qualsiasi collana di qualsiasi editore.

Nella sua professione di sceneggiatore, quale peculiarità deve trovare in un testo per essere preso da lei in considerazione?

Le sceneggiature sono un mondo molto particolare, che si rifà al progetto di serie o film a cui si riferiscono. Valutare una sceneggiatura da sola, come l’idea che qualcuno possa leggerla e dire, wow che bel film, o wow che bella serie TV, è una leggenda metropolitana. Non succede mai. Si valutano i soggetti, una cartella massimo in cui il progetto deve emergere in tutta la sua potenza. Se non convince quello, nessuno leggerà mai una sceneggiatura proposta da un esterno.

Ha realizzato “Il Prontuario dello scrittore” (Delos Books), un manuale di scrittura creativa per gli autori esordienti.  La creatività si attinge da varie fonti; dove trova la sua? 

La creatività, come il talento, credo siano innati. Non si possono insegnare, non si può cercare di capire da dove provengano, o come recuperarne un po’ da qualche parte. O ci sono o non ci sono, dopodiché un autore può cercare di supportare il talento e la creatività che ha dentro di sé con delle tecniche di scrittura e una conoscenza del mondo editoriale che possono aiutarlo a raggiungere livelli sempre superiori. Ma solo con la tecnica, senza talento e creatività, non si va da nessuna parte.

È stato autore di serie tv di grande successo tra queste mi soffermo sulla famosissima Fiction Mediaset, “Distretto di Polizia, (Taodue film, Roma) Tra i protagonisti di questa fiction, quale è quello che ha amato di più? E perché?

Erano tutti simpatici, però Tirabassi era il più professionale, sul set. Ricky Memphis un gran simpaticone, però davvero Giorgio Tirabassi non sbagliava una battuta. E per uno sceneggiatore non c’è niente di meglio di un attore che recita le parole che hai scritto con naturalezza, come se fossero davvero le sue. E poi naturalmente c’era Claudia Pandolfi, donna favolosa e bravissima, sul set una vera macchina da guerra. Molto bravi anche Giorgio Pasotti e Stefano Pesce.

Nel giugno 2021 è uscito il suo primo romanzo per ragazzi, un giallo scritto a quattro mani con Elisa Bertini e pubblicato da Mondadori Ragazzi.  “La banda degli invisibili e la recita maledetta”.  Scrivere per i ragazzi è sempre una dolce responsabilità, qual è il messaggio che lascia in questo suo libro?

Scrivere per i più piccoli non è solo una responsabilità, è anche parecchio faticoso! Un tipo di scrittura molto diverso da quella per gli adulti, che non deve edulcorare niente ma nel frattempo deve saper esprimere una profonda sensibilità… senza darlo a vedere. In questo libro abbiamo cercato di affrontare alcune tematiche, come per esempio il cyberbullismo, senza farle pesare ai piccoli lettori, anzi nascondendole all’interno di una storia divertente e con qualche brivido, per farli divertire e nel frattempo lasciare che il messaggio che volevamo dare passasse in forma quasi subliminale. Non so se ci siamo riusciti, ma il libro sta piacendo e quindi la speranza è che sia così.

Oggi nel mondo delle grandi Case Editrici si prende ancora in considerazione il contenuto di un libro o conta di più la notorietà di chi lo ha scritto?

La notorietà dell’autore può essere un fattore da tenere in considerazione, come mille altri. Non tanto per gli editori, ma perché sono i lettori che danno maggiore attenzione ai personaggi celebri. Lo dice il mercato. D’altra parte, se tutti puntano l’attenzione verso qualche personaggio celebre che pubblica un libro, pochi pensano che ce ne sono centinaia d’altri che vengono proposti dalle case editrici tutti i giorni di cui ben pochi conoscono l’esistenza. Ci sono autori che vendono pochissimo, di cui nessuno parla, poi vincono un premio o finiscono in cinquina allo Strega, ed ecco che improvvisamente tutti ne parlano e tutti acquistano il suo libro. Non è l’editore a volere questo, sono i lettori che si fanno condizionare da queste cose. Di sicuro, comunque, per gli editori ciò che più conta è la qualità di un testo.

Tre regole d’oro per diventare Scrittori “Letti”.

Avere fortuna. Essere già famosi. Avere soldi da spendere in pubblicità. A parte gli scherzi, nessuno può sapere se un libro, quando viene pubblicato, avrà fortuna oppure no. Dipende da mille fattori diversi. Quello che può fare un editore è provare a mettere sul mercato un prodotto che ritiene valido per i lettori, poi… saranno i lettori stessi a decidere se innescare il passaparola oppure no.

A breve uscirà il suo nuovo romanzo storico, può svelarci qualcosa?

Purtroppo no, al momento non posso rivelare nulla, se non che si tratta di un’altra escursione nella Roma antica, periodo Repubblicano. Tratterà di una delle più grandi imprese mai realizzate da un condottiero romano, che tutti conosciamo ma… che nessuno ha mai trasposto in romanzo. Il libro dovrebbe uscire a settembre/ottobre.

Si definisca in una sola parola.

Caparbio. Quando decido di raggiungere un risultato, prima o poi ce la faccio.

E giungo alla mia ultima domanda: cosa sognava da ragazzino? Era questo che voleva fare da grande?

No, volevo fare lo scienziato, l’ingegnere, il matematico. Poi dopo l’università (ingegneria) e aver lavorato per una multinazionale americana come ingegnere per sei mesi, ho capito che non era la vita per me. Così mi sono licenziato e sono ripartito da zero, diventando giornalista, scrittore e infine editor Mondadori. Come dicevo prima, sono caparbio: prima o poi raggiungo sempre gli obiettivi che mi prefiggo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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