Intervista al poeta, Ermanno Spera

Premio alla Carriera dalla Universum Academy Switzerland, 2023.

“Credo nell’effetto catartico dell’arte, credo che ognuno nel suo modo di essere sia un’artista”

Di Lui dicono: “Il mondo poetico di Ermanno Spera è un mondo chimico, dove gli elementi, i più comuni, si fondono a creare materia sempre diseguale. Egli li pone a reagire secondo un suo procedimento intimo e personale dal quale però non esclude il lettore, che, libero di coglierne l’essenza suggerita dall’autore, può trasformarla e farla propria in forma di emozione unica. È un mondo quantistico dove ogni lirica trasmette energia pura, in forma di quanti appunto, capaci di indurre transiti emozionali fra i livelli spirituali del lettore che ne definiscono l’essenza stessa e ne sono i suoi tratti unici e caratterizzanti, persino un mondo alchemico, a tratti arcaico, ancestrale, forse selvaggio dove l’autore si muove secondo leggi anche a lui solo parzialmente note, guidato da puro istinto d’avventura. Libero dalle convenzioni, alla ricerca della soluzione definitiva alla pace dell’animo, della pietra filosofale che possa trasformare l’inquietudine in serenità, o più semplicemente di una bussola che consenta di dare ordine a quel fenomeno, per antonomasia entropico, che chiamiamo vita”. Gianni Delogu.

La sua produzione letteraria è vastissima.  Dal 1999 a oggi ha pubblicato oltre 27 opere poetiche, e mi chiedo come riesca, in quest’epoca così arida di sentimento, ad estraniarsi a trovar la giusta quiete per comporre.

Conosciamolo meglio: Ermanno Spera nasce a Roma, l’11 marzo 1967. È poeta, attore e scrittore che invita il lettore attraverso giochi di parole a entrare in un senso più autentico e personale. I testi esprimono messaggi evocativi e sentimenti che convivono nell’individuo e che hanno valenza universale. Poesie stilisticamente originali con la presenza di molte immagini evocative. Dal 1999 a oggi, è stato inserito con le sue liriche in diverse collane e antologie poetiche nazionali e internazionali, ha partecipato a diversi concorsi letterari, in alcuni dei quali è stato premiato per le sue opere in lingua e in italiano. A giugno del 2023 ha ricevuto il Premio alla Carriera dalla Universum Academy Switzerland quale riconoscimento per il suo prezioso e straordinario impegno in campo culturale e in premio all’opera svolta nella difesa dei valori della pace e della fratellanza universale. Negli anni ’90 faceva parte di un gruppo di poeti che era solito radunarsi e decantare le proprie liriche nei pub del quartiere San Lorenzo a Roma. Ermanno Spera è anche pittore e ha partecipato con le sue opere a numerose rassegne artistiche, collettive e personali.

Innanzitutto la ringrazio di essere qui; quando ha iniziato a comporre?

Credo a 12 anni, prima scrivevo dei pensieri in un diario. Avevo problemi di apprendimento, non riuscivo ad esprimermi. La prima poesia la scrissi guardando la maestosità di un albero di magnolia dalla finestra di casa di una donna che mi faceva ripetizioni di italiano della quale conservo un bel ricordo.

È nata prima in lei la passione per la pittura o per la poetica?

Sin da bambino amavo disegnare, i miei giochi erano dei tritoni che disegnavo e coloravo sul cartone, li ritagliavo e ci giocavo facendoli combattere. Gli approcci che poi col tempo a venire mi hanno portato a dipingere sono partiti da lì, il primo quadro a olio l’ho dipinto a 17 anni. La prima poesia a 12, ma penso non si tratti di passione ma di un qualcosa che è cresciuto con me in maniera naturale.

Negli anni novanta faceva parte di un gruppo di poeti che era solito radunarsi e decantare le proprie liriche nei pub del quartiere San Lorenzo a Roma.  Da allora i tempi sono mutati, anche la sua poesia ha risentito di questi cambiamenti?

La poesia è un qualcosa di intimo, personale, e segue i tempi. Nel mio caso il mio tempo, i miei cambiamenti, le mie emozioni in rapporto con tutto ciò che mi e che ci circonda. Allora fare poesia era un po’ come far parte della carboneria, ora grazie ai social ci sono molte possibilità di condivisione, le parole viaggiano per il mondo intero.

Prende ispirazione dai sogni alla realtà più cruda, come volesse sondare ogni spigolatura della vita e dell’animo umano. (Maria Mauro). Scrivere per lei è terapeutico?

Mi fa stare bene, nei momenti più bui, cerco ispirazione dentro e fuori di me cercando le cose belle e riportarle tra le rime. Ho sofferto di depressione, mi sono esplorato sino in fondo cercando risposte dentro di me, non ho trovato che il nulla,  per una domanda esistevano infinite risposte.

“I testi esprimono messaggi evocativi e sentimenti che convivono nell’individuo e che hanno valenza universale” Nelle sue liriche quanto c’è di matrice spirituale?

Per quanto mi riguarda l’arte in me è un qualcosa che fa parte della mia natura, non ho coltivato studi in tal senso, per la pittura sono autodidatta, lo scrivere è un qualcosa che vien da sé, scrivo di getto perché mi viene. Scrivere e dipingere è un qualcosa che proviene dall’anima, parole che escono da sole ed è un qualcosa più forte di me che non controllo, un qualcosa che parla per me, un qualcosa in cui ognuno può rispecchiarsi e ritrovarsi. Un’anima che entra in contatto con l’universo.

Tra tutte le sue opere pubblicate, quale si sente più legato?

Sono la mia vita, sono legato a tutte anche se le liriche “Nessuno” e “L’anima si veste” credo siano quelle più importanti per me.

La sua ultima raccolta titola: “Petali di Muggine”, cosa ha ispirato questo titolo?

Sempre la vita, il mare rappresenta per me l’Universo, il fiume la vita, il muggine è un pesce, si trova sia in acqua dolce che in acqua salata, è un po’ la metafora dell’uomo con al posto della corazza (le lische), petali, che sono le emozioni che egli mostra attraverso i suoi gesti e le sue parole.

Nicoletta Congiu definisce quest’ ultima sua opera come la più introspettiva che ha scritto. Una sua considerazione.

Molte mie liriche, rappresentano le mie fantasie, l’amore, la realtà che ci e che mi circonda, particolari che catturano la mia immaginazione e che involontariamente immortalo in liriche, tipo una lacrima su un volto, una foglia, un’altra anima. Nelle mie sillogi c’è un po’ di tutto, sono la mia storia. Mi guardo molto dentro e pesco molte emozioni dal mio vissuto, la poetessa Nicoletta Congiu, che colgo l’occasione per ringraziare e salutare, ha letto quasi tutte le mie opere pubblicate sinora, ha curato le prefazioni di altre mie sillogi poetiche, se lei ritiene che questa è la silloge più introspettiva, credo sia così.

Il sogno è presente nei suoi versi: lo definisce” come la clorofilla che nutre il fiore” Cosa nutre di lei sognare?

La mia anima, io sono sognatore per natura, sognare vuol dire credere in qualcosa.

A giugno del 2023 ha ricevuto il Premio alla Carriera dalla Universum Academy Switzerland quale riconoscimento per il suo prezioso e straordinario impegno in campo culturale e in premio all’opera svolta nella difesa dei valori della pace e della fratellanza universale. Ci racconta di più?

È stata una cosa che mi ha fatto immenso piacere. Giunto in un periodo difficile della mia vita, costretto all’inattività, tempo che ho utilizzato per quel che potevo per dedicarmi alla poesia e al salvataggio delle mie opere. Per me poi il fatto di postare le mie liriche sui social e condividerle, è stato come una liberazione. Credo nell’effetto catartico dell’arte, credo che ognuno nel suo modo di essere sia un’artista. Come ho scritto in una mia lirica “Unicità”:

Non vidi fior eguale all’altro/seppur con simili fattezze/guardando ben con occhio scaltro/ l’unicità di tal bellezze

Credo che questi versi dicano tutto. Ringrazio di cuore chi si è adoperato per riconoscermi questo premio, piovuto dal cielo, l’arte di per sé ha alti valori morali e rispecchia gli ideali più nobili di libertà.

“Lasciare una scia del nostro passaggio” Lei con le sue liriche lo ha fatto?

Credo che quel qualcosa che è dentro di me e che ha qualcosa da dire, e che è così forte che io a non farne a meno, abbia un senso, quel senso è lasciare la scia del mio passaggio.

Maria Mauro di lei dice: È un poeta che non ha regole precise, verso libero, unico nel suo stile; e qui le chiedo: cosa pensa delle scuole di poesia?

Se questo può aiutare le persone a credere, a sognare, a crescere e soprattutto ad avvicinarsi alla poesia è buona cosa. Purché quel che venga fuori nelle liriche di chi si approccia sia sé stesso. Per quanto mi riguarda pure un bambino che scrive per la prima volta “ io sono andato al mare” è poesia. Iniziare a scrivere è la base, il resto è pura  libertà di espressione e la libertà non ha schemi precisi.

Progetti futuri?

Andare avanti con pubblicazioni di altre sillogi che ho completato, dedicarmi a rivedere bozze di racconti che ho scritto, magari poter dedicarmi anche alla pittura e un progetto nel cassetto, l’idea di un associazione benefica col nome “ Il carro di Nael”  che avvicini l’arte alle persone disagiate, ma sinceramente non so da dove iniziare né come realizzarlo, un qualcosa di itinerante ma anche no.

E giungo alla mia curiosità iniziale e le chiedo: dove trova la quiete necessaria per comporre?

Il contatto con la natura per me è fondamentale, comunque per comporre è questione di attimi, credo di trovarla dentro di me e fuori di me, seppur a volte ciò che mi circonda tanto cheto non è e a volte persino dentro di me. La luna, mi strappa sempre un sorriso.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *