Intervista al poeta e sceneggiatore Alessandro Maglio.
L’amore è una tematica moto diffusa tra i poeti perché questo sentimento, così nobile e potente, non smetterà mai di essere fonte di Pura ispirazione.
L’amore è dalle mille sfumature e sfaccettature. Si connette pienamente con i desideri e i sogni e spesso e volentieri si ciba di attese. Nella raccolta di poesie “La solitudine della parola amore” edita da Poetica, il poeta e sceneggiatore Alessandro Maglio ci parla di questo sentimento, invitandoci ad intraprendere un vero e proprio viaggio emozionale ed esperienziale che scava nel profondo dell’anima e che trasuda una spicciata sensibilità.
L’amore viene decantato in tutte le sue declinazioni, persino quelle nostalgiche che lasciano l’amaro in bocca e che ci costringono a duellare con i rimpianti che inevitabilmente ci accompagnano lungo il nostro percorso sentimentale. Il poeta Maglio con i suoi versi sublimi ci fa riflettere tanto sul concetto di solitudine in amore. Dalle sue poesie si evince che è uno stato mentale che ognuno di noi sperimenta in determinate fasi della propria esistenza. Ci aiuta ad evolvere.
La solitudine quando è in coerenza con quello che siamo e stiamo vivendo non assume una declinazione negativa. L’acquisisce quando ci si rende conto che ci sente soli quando si è in compagnia o con la persona amata. Questa verità ci fa riflettere tanto su ciò che per noi l’amore significa e che ruolo ha nella nostra esistenza. Di amore, di attese e solitudine tipici della vita sentimentale di ognuno di noi conversiamo con il poeta Alessandro Maglio in questa ispiratoria intervista che ci fornisce tanti spunti di riflessione.
Com’è nata l’idea di scrivere questa raccolta di poesie?
Ho sempre scritto poesie, da bambino non riuscivo a contenere né tantomeno dare un senso compiuto a tutte le emozioni che esplodevano come lava incandescente dal mio cuore. Cercavo di comporre versi ma erano poco chiari, poco strutturati in quanto non sapevo cosa avessi tra le mani, non ero ancora cosciente delle doti di un poeta e dei mondi inesplorati che si potessero percorrere. Con il passare del tempo, come un pezzo di terracotta sul tornio, la mia anima si è allineata al cuore e in concomitanza al raziocino le mie poesie hanno preso forma. La solitudine della parola amore è la seconda raccolta di poemi pubblicata da Poetica edizioni del gruppo Santelli, un pezzo di quel vaso di terracotta creato anni fa ed in costante evoluzione.
L’amore è la tematica centrale della tua opera. Che cosa significa per te questo sentimento?
L’amore è un sentimento profondo che si evolve costantemente. A vent’anni si ama in una maniera differente, intensa, piena di passione e romanticismo, senza freni, senza limiti; poi a trenta c’è una sorta di evoluzione, si comincia a mettere e comporre i tasselli del puzzle e lentamente l’immagine compare… e così via. Ad oggi ho la consapevolezza e la convinzione che l’amare è sinonimo di fiducia ma soprattutto di libertà. Una farfalla si esprime al meglio quando svolazza nei cieli immensi e non quando intrappolata all’interno di una tela di cristallo per il solo fatto di essere ammirata.
Quanto è importante nell’esistenza di ognuno di noi l’amore?
Io posso parlare di quanto importante sia per me l’amore e di quanto con il tempo sia stato capace, attraverso di esso, ad intraprendere percorsi artistici nuovi, comporre opere e creare personaggi che dissimulavano a volte una mia parte o magari accentuavano le caratteristiche di una mia cara amica o amico. Per me l’amore è carburante e mi piacerebbe immaginarlo tale per tutto il mondo; un amore capace di aggiungere e non sottrarre.
In “La solitudine della parola amore” affronti la tematica dell’attesa. Che ruolo ha l’attesa quando si ama qualcuno?
La solitudine della parola amore è un inno alla nostalgia. Una nostalgia che “prende” il volto di cose, persone, luoghi. Una nostalgia che non per forza deve essere mirata al passato ma anche al futuro, a quello che sarà, a quello che attraverso il presente si può “visionare”, “immaginare”. Io ho aspettato tanto per amore, ed è proprio in quei momenti di silenzio, di disordine, che ho creato qualcosa di magico, inaspettato, difficile da decifrare. Io non sono del parere che l’attesa allunghi il piacere, bensì alimenta le ossessioni che in ogni modo sono sempre nocive e tossiche. Nessuno dovrebbe aspettare, bensì dovremmo essere capaci di muoverci in avanti, sorridendo al passato, al ricordo e perché no, dedicando ad esso delle lettere come si fa ai vecchi amori.
L’insegnamento che si trae dalla tua raccolta di poesie è che non deve spaventarci tanto la solitudine quando il sentirsi soli con qualcuno. Ci puoi spiegare meglio il concetto?
Io scrivo all’interno di una poesia: “non ho paura della solitudine, ho paura di rimanere solo”. Mi è successo spesso di essere stato confortato dalla mia stessa solitudine, come se di essa avessi estrapolato il meglio e l’avessi resa un’alleata, un’amica, un qualcosa della quale ci si può fidare, perché ero io a cercarla, perché ero io a darle il permesso d’entrare, a lasciare la porta semiaperta. Al contrario, in maniera erronea, ho sempre associato le relazioni di coppia come qualcosa che risplendono di luce propria perché alimentate dalla forza di entrambe le anime, associate, in simbiosi come un cielo pieno di stelle o i colori dell’arcobaleno; attraverso questo mito fatto di associazioni creavo in me una realtà illusoria, pertanto, quando mi capitava di sentirmi solo all’interno di una relazione, era devastante in quanto le mie aspettative crollavano perché l’altra persona diventava vuota, spoglia e all’interno di quel niente non riuscivo a trovare me, non riuscivo a trovare nemmeno la mia stessa solitudine.
Dalle tue liriche emerge la speranza di un ritorno al passato. Secondo te è meglio vivere di rimorsi o di rimpianti in amore?
Vivere il presente è sempre l’arma migliore per una vita equilibrata, ciononostante alcuni profumi, alcune immagini, alcuni volti mi portano spesso indietro nel tempo; mi fanno pensare a come sarebbe stato differente quell’istante se le situazioni avessero preso direzioni differenti o perlomeno mi piace immaginare cosa sarebbe potuto accadere se invece di andarmene, fossi restato o ancora se invece di un “No” avessi detto “Si”, avessi acconsentito, avessi annuito. Ambedue, rimorsi e rimpianti sono collegati al passato, al pentimento, a ciò che sarebbe potuto essere; attraverso queste mille emozioni mi piace essere capace di poter comporre progetti artistici senza per forza rimanere intrappolato all’interno di esse.
Che cosa significa per te scrivere poesie? Quando e come è nata questa passione? È davvero un genere di nicchia?
Oggigiorno la poesia è diventata tra le più comuni maniere d’espressione. L’uomo ha da sempre bisogno di connettersi con la sua parte più intima, quell’emozione vera che non conosce maschere o schemi sociali; è lì che nasce la poetica che come una formula mistica mischia i sensi e con l’aiuto ultimo del raziocino compone e struttura i versi che alimentano e nutrono abbondantemente la parte inconscia che risiede in noi. I poemi sono dei fermo immagine senza tempo catturati all’interno di momenti di vita che diventano assoluti per tutti i lettori. Il libro è rivolto agli amanti della poesia e a coloro che fanno delle proprie emozioni la linfa vitale
A chi consigli la lettura della tua raccolta di poesie?
Il libro mette a nudo diversi tipi di emozioni e le esprime su carta con l’intenzione di avvicinare il lettore e le sue proprie esperienze. Tratta tematiche profonde volte al raggiungimento di un obiettivo irraggiungibile ma non impossibile; i sentimenti quotidiani delle persone che amano tanto ma che a volte sono costrette a cambiare “rotta” a causa delle varie vicissitudini della vita.