In Italia, lo slang rappresenta una componente essenziale della comunicazione quotidiana, arricchendo il linguaggio parlato con una miriade di espressioni regionali e influenze internazionali.
Ogni regione vanta il proprio patrimonio linguistico, con termini e soprannomi che riflettono le sue uniche tradizioni culturali e storiche. Preply, la nota piattaforma on line per l’apprendimento delle lingue ha condotto uno studio per capire quali sono i soprannomi colloquiali più utilizzati dagli italiani effettuando un sondaggio su 1.526 persone nelle 10 città più grandi in Italia. La piattaforma ha quindi raccolto i dati e analizzato i risultati.
Quali sono i soprannomi più utilizzati
Dallo studio in questione emerge che “Amo” si conferma il soprannome più popolare in Italia, con il 27% delle preferenze, soprattutto tra le donne e la Gen Z. Seguono “Fra” (15%), “Zio” (14%) e l’inglese”Bro” (14%), usati principalmente dagli uomini. Il 20% degli intervistati invece, in gran parte baby boomer e la generazione silenziosa, dichiara di non usare soprannomi.
A livello regionale, “Giovane” spicca in Lombardia, mentre “Vecchio” è preferito in Veneto e Emilia-Romagna. Al Sud, termini dialettali come “Compà“, “Fratm” e “Mbare” sono ampiamente utilizzati. Lo slang italiano dimostra così la sua ricchezza e varietà, riflettendo le diverse identità culturali del paese.
Gli italiani e l’uso dei soprannomi
La maggioranza degli italiani guarda positivamente ai soprannomi colloquiali: il 44% li ritiene fondamentali per creare legami autentici, mentre il 41% sostiene siano capaci di creare un senso di appartenenza e di rafforzare il legame con la tradizione locale. Solo una minoranza li considera una barriera linguistica o una fonte di fastidio.
I contesti più comuni per l’utilizzo dei soprannomi colloquiali sono le conversazioni dal vivo con gli amici (61%) e all’interno della famiglia (36%), con una maggiore frequenza tra le donne in quest’ultimo caso.
Per i giovani italiani, TikTok domina la scena dei social nell’influenzare i trend dei soprannomi, con il 35% degli intervistati che lo ritiene l’influenza principale, seguito da Instagram (19%), YouTube (16%) e Facebook (12%). Tuttavia, il 28% degli intervistati attribuisce ancora alle tradizioni locali un ruolo fondamentale nell’evoluzione linguistica, dimostrando come tecnologia e radici culturali collaborino per mantenere vivo e unico il linguaggio quotidiano.