I primi 100 giorni di Trump: caos, dazi e un crollo storico nei consensi



Dalla ridenominazione del Golfo del Messico in “Golfo d’America” alle mire sulla Groenlandia, passando per un video, AI e surreale sul futuro di Gaza e lo scontro con Zelensky: l’inizio del secondo mandato di Donald Trump

è stato un susseguirsi di provocazioni e misure shock. Ma secondo i sondaggi, gli americani non ci stanno.

Il tracollo nei consensi è stato inarrestabile.
Il dato più eclatante arriva dal sondaggio CNN-Ssrs: solo il 41% degli elettori approva l’operato del tycoon, il peggior risultato per un presidente nei primi 100 giorni dai tempi di Eisenhower. Un crollo progressivo: a marzo era al 45%, a fine febbraio al 48%. A preoccupare è soprattutto il calo tra donne e ispanoamericani (-7 punti in entrambi i gruppi), mentre solo il 22% sostiene “con forza” le sue politiche.

Le politiche sotto accusa:

Economia e dazi: il 55% degli intervistati (secondo il New York Times) boccia la guerra commerciale lanciata da Trump, con il 52% che critica la sua gestione economica (-13% da dicembre).

Autoritarismo: il 54% ritiene che Trump abbia superato i poteri presidenziali, soprattutto su immigrazione e licenziamenti di massa nel settore pubblico.

Leadership: crolla la fiducia nella sua capacità di “usare responsabilmente il potere” (46%, -8%) e di “nominare persone competenti” (46%, -8%).

Il giudizio degli elettori è implacabile.
Agli americani, secondo il NYT, i primi mesi di Trump 2.0 sembrano “caotici” (66%) e “spaventosi” (59%). Una rottura netta con la tradizionale “luna di miele” tra presidente e cittadini dopo l’insediamento.

Le conseguenze politiche :


Il 41% di approvazione per il vicepresidente J.D. Vance suona come un campanello d’allarme per i repubblicani in vista delle Midterm 2026. Intanto, il braccio di ferro con la magistratura e i dazi record continuano a tenere banco, mentre i mercati globali tremano.

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