Francesca Fagnani torna con “Belve Crime” e spiega a tutti come raccontare la cronaca nera in tv 

Alla luce del grande successo ottenuto da Belve, su Rai 2 è arrivato il suo primo spin-off condotto (di nuovo) da Francesca Fagnani. Il format resta lo stesso ma cambia l’approccio. Ora si parla di crime con interviste ai personaggi tristemente celebri che hanno popolato la cronaca nera degli ultimi anni. Nonostante i dubbi iniziali, il programma funziona e la conduttrice è in totale stato di grazia. 

La prima serata di Rai 2 è risorta – nel vero senso del termine – grazie all’aplomb e alla bravura di Francesca Fagnani. La giornalista ha portato in tv un format nuovo che ha saputo raccontare il mondo che abbiamo intorno – soprattutto quello dello spettacolo – con uno sguardo incisivo e pungente. Belve, oramai, è diventato un appuntamento fisso per gli spettatori del martedì sera, ma anche una trasmissione di questo tipo ha bisogno di esplorare nuovi orizzonti. Per questo motivo è nato Belve Crime. Il programma, che ha debuttato il 10 giugno in prima serata, non ha perso la sua identità ma si è spinto oltre il gossip e il becero intrattenimento.

Lo spin-off ha cercato di raccontare – con convinzione – i personaggi (celebri e non) che hanno animato i fatti di cronaca più recenti. E la conduttrice, con parole e domande serrate, è entrata a gamba tesa in un mondo a lei congeniale, e lo ha fatto prendendo una posizione ben decisa, senza osannare o prendere le difese di nessuno. Tra gli ospiti della prima puntata? L’intervista di punta è stata quella a Massimo Bossetti, in carcere per l’omicidio di Chiara Gambirasio, che di fronte alle telecamere ha costruito e de-costruito uno tra i casi più controversi che hanno popolato i giornali. Al netto di qualsivoglia critica, Belve Crime ha convinto fin dall’inizio per la sua imparzialità e per il modo in cui si approccia alla cronaca nera. La Fagnani? Una vera fuoriclasse.

Belve Crime, un romanzo popolare che parla di cronaca nera 

In effetti, non era impensabile che lo spin-off di Belve potesse essere una scommessa vincente. Come giornalista e scrittrice di cronaca nera, Francesca Fagnani ha avuto un’intuizione fuori dagli schemi perché non è da tutti saper raccontare la cronaca nera con un tono schietto, sincero e senza prendere posizione. Lei, grazie alla sua innata bravura, ha compiuto un vero miracolo. Ha preso un programma nato a uso e consumo della cultura popolare e lo ha trasformato in un format di informazione, dove si analizza la cronaca con uno sguardo attento e critico.

Non si fa leva sulla narrativa del dolore o sulla beatificazione delle vittime o dei carnefici ma si raccontano i fatti. La conduttrice prende i fatti, le interviste, i punti oscuri delle indagini e fa emergere un ritratto fresco e per nulla edulcorato di quello che è accaduto. Non si regalano sconti a nessuno. Anzi, si va a fondo sulla questione senza voler trovare né un vinto né un vincitore. 

Francesca Fagnani, una giornalista tutta d’un pezzo

Il merito è proprio della sua conduttrice che ha saputo trovare il linguaggio giusto per raccontare la cronaca ma ha saputo scegliere anche il tono giusto. Ben diversa dalla donna di spettacolo che il pubblico ha conosciuto con Belve, nel suo spin-off, Francesca Fagnani mostra gli artigli e fa vedere a tutti la sua bravura da giornalista d’inchiesta. Entra in empatia con l’intervistato ma non è lei a tenere le redini della conversazione.

Pone le domande al momento giusto e fa riflettere su quanto accaduto. In particolare, nell’intervista a Bossetti – che è stata registrata dal carcere di Bollate – si nota come la conduttrice smonta tutte le false affermazioni dell’accusato e evidenzia quanto siano state approfondite le indagini portate avanti dagli inquirenti. Il tutto, in un botta e risposta serrato in cui a vincere sono state i fatti e non le chiacchiere da bar.

La nuova frontiera del True Crime

Di sicuro, questo interesse per i crimini può essere anche malvisto ma sono programmi come Belve Crime che sono necessari per comprendere i meccanismi di un’inchiesta giornalistica. I processi, oggi, si svolgono in tv. Non si parla dei fatti e si fanno solo congetture, la Fagnani invece ha preso i fatti e li ha analizzati, confutando la realtà delle cose. Può essere intesa anche come una nuova frontiera del True Crime ma, rispetto ad altri, qui c’è una conduttrice che sa fare il suo lavoro.  

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