La questione dello stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5 a partire dal 1° ottobre 2025, in alcune delle regioni più industrializzate d’Italia, sta diventando un vero e proprio caso politico.
Con l’avvicinarsi della scadenza per i veicoli Diesel, cresce l’allarme tra cittadini e associazioni di categoria. La Lega, con in testa il suo leader Matteo Salvini, si è fatta portavoce di questa preoccupazione. Promette battaglia per scongiurare il blocco dei mezzi Diesel.
Le regioni coinvolte da questa misura, dettata da normative europee volte a migliorare la qualità dell’aria, sono quelle del bacino padano: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Qui, dal prossimo autunno, migliaia di automobilisti si troverebbero nell’impossibilità di utilizzare i propri veicoli Diesel. Ciò comporta ricadute significative sulla mobilità personale e sul sistema produttivo.
Un Problema Non Solo Ambientale, Ma Sociale ed Economico
Se da un lato l’esigenza di ridurre l’inquinamento atmosferico è innegabile e condivisa, dall’altro l’imposizione di un blocco così stringente e imminente solleva perplessità.
Molti cittadini, infatti, non hanno la possibilità economica di sostituire un veicolo Euro 5, spesso ancora in buone condizioni e relativamente giovane. Si stima che siano centinaia di migliaia i veicoli Diesel interessati. L’impatto è potenzialmente devastante sulle famiglie e sulle piccole imprese che dipendono da questi mezzi per il lavoro quotidiano. La transizione ecologica, pur necessaria, non può avvenire a scapito della sostenibilità sociale ed economica.
È questo il mantra che la Lega sta ripetendo. Essa sottolinea la necessità di un approccio più graduale e accompagnato da misure di sostegno concrete. Propongono incentivi più corposi per l’acquisto di veicoli meno inquinanti. La possibilità di retrofit tecnologico sui mezzi Diesel esistenti è una delle soluzioni proposte.
Matteo Salvini, in qualità di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, ha più volte espresso la sua ferma opposizione a un blocco Diesel che definisce “ideologico” e “senza senso”. La sua posizione è chiara: tutelare i cittadini e le imprese da un blocco Diesel. Intende evitare un “salasso” economico in un momento già complesso.
Il leader leghista ha annunciato l’intenzione di portare avanti la questione a tutti i livelli istituzionali. Coinvolgerà le Regioni coinvolte, il Governo centrale e le istituzioni europee. L’obiettivo è ottenere una deroga, uno slittamento dei termini o, quantomeno, misure compensative che rendano la transizione meno gravosa.
La Lega punta a trovare soluzioni che non penalizzino indiscriminatamente chi ha fatto affidamento su veicoli conformi alle normative del loro tempo. Essi si trovano ora di fronte a una restrizione improvvisa e difficile da gestire. I veicoli diesel sono al centro di un dibattito acceso.
La partita è aperta e si preannuncia combattuta. La Lega e Salvini sono determinati a scongiurare un blocco che, a loro dire, rischierebbe di mettere in ginocchio una parte significativa del Paese.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quale sarà l’esito di questa importante battaglia politica.



