Arrivata in sordina negli Stati Uniti nel lontano 2005 – e qui in Italia solo nella fascia notturna di Italia Uno -, la serie di Point Pleasant ha cercato di riportare il tema del sovrannaturale in tv attraverso un racconto intra-generazionale. Di fatto, con tutte le attenuanti del caso, era un prodotto molto valido. Purtroppo, è stato dimenticato e cancellato troppo in fretta.
Ben venti anni fa, l’universo televisivo americano era diverso rispetto a quello che stiamo vivendo. C’era più competizione e, senza l’ausilio dei social network, a contare era il “potere” del pubblico. Questo pubblico decideva il successo o l’insuccesso di una serie tv. Con questo metodo che, oramai, è diventato obsoleto, sono tanti gli show che non hanno avuto il consenso sperato. Così, sono stati cancellati in fretta e senza un finale. Le spiegazioni sono tante e molteplici. Ciò non significa che, proprio queste serie tv, non meritavano una seconda possibilità. Dal mare agitato è tornato in vita il ricordo di Point Pleasant. Il primo episodio di questa serie complessa e sfaccettata risale al gennaio del 2005.
Fu un fiasco totale a livello di audience, anche se la critica ha tessuto le sue lodi. Tanto che è stata cancellata dopo una sola stagione e solo dopo 13 episodi (con un finale aperto ma carico di speranza). Point Pleasant è arrivata in Italia su Italia Uno nell’estate del 2006 in un orario da veri nottambuli. Anche oggi, sia i forum che i gruppi di discussione hanno conservato il ricordo di una serie non perfetta ma che meritava molto di più. In un mix di dramma soprannaturale, misticismo religioso e una dose massiccia di dilemmi amorosi, la serie ha cercato di bilanciare le sue due anime. Ha messo in scena la contrapposizione tra bene e male in una storia colorita e a più voci.
Point Pleasant: in città arriva la figlia delle tenebre
Nella piccola cittadina di Point Pleasant, nel New Jersey, non accade molto. Almeno fino al giorno in cui il bel bagnino Jesse (Samuel Page) salva la giovane Christina (Elisabeth Harnois). Christina, finita in mare durante una tempesta che ha coinvolto la sua imbarcazione, viene ospitata dalla famiglia del dottor Kramer (Richard Burgi). Trova nella figlia Judy (Aubrey Dollar) una buona amica. Anche con Jesse nasce un’immediata intesa, ma il ragazzo è già fidanzato con Paula (Cameron Richardson). La tensione sessuale che si viene a creare è ben poco in confronto a ciò che succederà di lì in avanti. Christina, infatti, dimostra di avere delle strane particolarità, di cui lei stessa ignora l’origine. Le emozioni della ragazza producono effetti pericolosi, sia per lei che per la comunità.
Alla ricerca della madre che non ha mai conosciuto, Christina trova alcune risposte dal parroco della chiesa. L’arrivo in città del ricco e carismatico Lucas Boyd (l’ex Grant Show di Melrose Place) le fa scoprire una terribile verità. Christina è la figlia del diavolo in persona, e Boyd (che ne è il braccio destro) ha grossi progetti per lei. La ragazza cercherà quindi di combattere la natura demoniaca che cerca di farsi spazio in lei. Allo stesso tempo, desidera portare avanti la sua storia d’amore con Jesse. Jesse potrebbe avere un ruolo più importante di quanto lui stesso pensi: un ruolo impartitogli dal volere supremo del Cielo.
Point Pleasant: la serie che fa “il verso” a Buffy, l’ammazza vampiri
Come si può notare, di sicuro la serie non brilla originalità dato che ricalca temi e situazioni già affrontati in passato. Si notano, infatti, similitudini con Buffy nella rappresentazione della donna in un mondo dominato dal potere degli uomini. Più di tutti, si notano molte similitudini con tanti e diversi drammi adolescenziali che sono nati in quel periodo. Eppure, al netto di una sceneggiatura a volte poco approfondita e di una regia svogliata, Point Pleasant era un prodotto molto valido. È migliorato nel corso dei suoi pochi episodi. Con una narrazione che si intreccia e si ingarbuglia con facilità, la serie ha mostrato quanto sia labile la linea tra bene e male. Ha mostrato quanto siano le nostre emozioni a guidarci verso la strada giusta o quella sbagliata.
Ciò che manca a Point Pleasant, rispetto a Buffy, è l’ironia tipica dei prodotti di genere. Tuttavia, la serie può contare su personaggi ben caratterizzati (soprattutto quelli secondari), attori in forma (di nuovo, soprattutto quelli secondari) e un finale che è tutto meno che scontato. Dei 13 episodi che compongono la prima e unica stagione, in patria ne furono mandati in onda solo 8. Gli scarsi ascolti ne decretarono la chiusura. Nonostante l’ultimo episodio si chiuda lasciando aperte diverse strade, non deluderà.
Point Pleasant: leggende vere o presunte
La scelta di ambientare la serie in questa città non è un caso. Point Pleasant, infatti, è celebre per un mistero che ha animato superstizioni e leggende per oltre mezzo secolo. Tra il 1966 e il 1967 quattro amici, durante un giro in auto, decisero di spingersi nei pressi di una fabbrica abbandonata dalla seconda guerra mondiale. Appena sceso dalla vettura, uno dei ragazzi notò due strane luci rosse di forte intensità. Erano nel mezzo del cortile della fabbrica. Arrivati a una distanza ravvicinata, il gruppetto di amici si accorse che non si trattava di luci. Era una sorta di bagliore proveniente dagli occhi di una grossa creatura.
I ragazzi scapparono terrorizzati diretti dallo sceriffo Halstead, inseguiti fino alle porte del centro cittadino dall’inquietante apparizione. Questo il primo incontro dell’Uomo Falena, così ribattezzato da un cronista locale che intervistò gli sventurati. A seguito del primo avvistamento ne seguirono a raffica altri, segnalati da quasi tutti gli abitanti di Point Pleasant. Il clamore della vicenda attirò, nella remota cittadina, una trentina di “uomini in nero”, forse federali o agenti della Cia.

