A Napoli la nuova stazione di Anish Kapoor ispirata a Dante: un viaggio nell’arte e nell’Inferno

Nel cuore pulsante di Napoli, tra le stratificazioni storiche e le tensioni urbane del quartiere Traiano, è sorta una nuova meraviglia architettonica: la stazione della metropolitana Monte Sant’Angelo, firmata dall’artista anglo-indiano Anish Kapoor.

Inaugurata l’11 settembre 2025, l’opera di Anish Kapoor è un monumento che non è solo un nodo di mobilità urbana, ma un portale simbolico che fonde arte, mito e funzione.

Un ingresso agli Inferi


Kapoor ha tratto ispirazione dall’Inferno di Dante per concepire la stazione come un viaggio sotterraneo che richiama la discesa agli inferi. “Nella città del Vesuvio e dell’ingresso mitico all’Inferno di Dante, ho trovato importante cercare di affrontare ciò che significa davvero andare sottoterra,” ha dichiarato l’artista. Le due entrate principali della stazione incarnano questa visione:

– Ingresso Universitario: una massa di acciaio corten ruvida e primordiale che emerge dal terreno come un’entità arcaica. La sua forma “labiale” e gonfia evoca un varco verso l’ignoto, un passaggio rituale più che funzionale.
– Ingresso Traiano: una struttura tubolare liscia e levigata in acciaio spazzolato, che rovescia lo spazio interno verso l’esterno. Qui Kapoor gioca con la percezione, trasformando l’architettura in paesaggio e viceversa.

Arte pubblica e rigenerazione urbana


Il progetto, iniziato nel 2003, è parte del programma “Stazioni dell’Arte” che ha trasformato la rete metropolitana di Napoli in una galleria diffusa di arte contemporanea. Con la Monte Sant’Angelo, la città aggiunge un tassello potente alla sua identità culturale, con un’opera che non si limita a decorare, ma ridefinisce lo spazio urbano.

Kapoor ha collaborato con lo studio londinese Future Systems (Jan Kaplický e Amanda Levete), mantenendo una coerenza materica e visiva: i tunnel sono lasciati grezzi, esaltando la continuità tra le due aperture e la tensione tra corpo, vuoto e mito

Un’esperienza immersiva


La stazione non è un semplice luogo di transito, ma un’esperienza sensoriale e simbolica. I passeggeri non attraversano solo uno spazio fisico, ma compiono un viaggio interiore, tra luce e ombra, superficie e profondità. È un esempio raro di come l’infrastruttura possa diventare arte, e l’arte possa farsi infrastruttura.

Napoli, ancora una volta, dimostra che la bellezza può nascere anche dal cemento, e che l’arte può essere parte integrante della vita quotidiana. Con la stazione Monte Sant’Angelo, Anish Kapoor ci invita a scendere — non solo nel sottosuolo, ma dentro noi stessi.

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