Nelle Marche si è acceso un nuovo capitolo dello scontro politico tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. Il dibattito, pur tenendosi a distanza, ha toccato due temi centrali che scaldano l’opinione pubblica: il contrasto all’odio e la proposta di legge sul salario minimo.
Meloni e la condanna di Israele: “Reazione sproporzionata”
Il primo punto di frizione riguarda la situazione in Medio Oriente. La premier Meloni, in un intervento, ha rotto gli indugi e ha definito la reazione di Israele agli attacchi del 7 ottobre “sproporzionata”. Una presa di posizione che, sebbene arrivi dopo mesi di attacchi a Gaza, segna un’evoluzione nella posizione del governo italiano.
Meloni ha ribadito la condanna degli attacchi terroristici di Hamas, ma ha anche sottolineato la necessità di una de-escalation che tuteli i civili.
Nonostante questa apertura, la reazione del Partito Democratico non si è fatta attendere. Per la segretaria Schlein, le parole della premier non sono sufficienti. Il PD chiede una condanna più netta e l’adozione di misure concrete per spingere verso un cessate il fuoco e l’accesso agli aiuti umanitari. Il partito ha più volte accusato il governo di avere una posizione troppo ambigua e di non esercitare una pressione adeguata sulla comunità internazionale per fermare la crisi.
L’altro fronte di scontro riguarda il salario minimo. La proposta del PD, sostenuta da altre forze di opposizione, è stata il cavallo di battaglia di Elly Schlein per mesi, e l’ha ribadita con forza durante un comizio.
La segretaria dem sostiene che una soglia minima legale è indispensabile per contrastare il lavoro povero e per garantire una vita dignitosa a milioni di lavoratori. Il PD propone una soglia oraria di 9 euro lordi, che secondo i dati del partito andrebbe a beneficio di quasi 4 milioni di persone.
La risposta della premier Meloni è arrivata puntuale e decisa. La presidente del Consiglio ha ribadito la contrarietà del suo governo a una legge sul salario minimo, definendola una misura “da libro dei sogni” e potenzialmente dannosa. Secondo Meloni, l’intervento dello Stato sul salario rischia di distorcere il mercato, penalizzare le piccole e medie imprese e, in ultima analisi, portare a una perdita di posti di lavoro.
La premier ha invece rilanciato l’importanza della contrattazione collettiva e ha sottolineato come l’obiettivo del governo sia quello di sostenere l’economia attraverso altre misure, come il taglio del cuneo fiscale e gli incentivi alle imprese.
Lo scontro a distanza sulle Marche su questi due temi caldi dimostra come la battaglia politica tra i due principali partiti sia entrata nel vivo, con Meloni e Schlein che cercano di consolidare il proprio consenso su fronti ideologici e sociali ben definiti.



