Settembre 2025 si apre con due giornate di forte mobilitazione sociale in Italia. Queste sono segnate da scioperi generali indetti dalla CGIL e dai sindacati di base, tra cui Cobas, USB, CUB, ADL e SGB. Il motivo: protestare contro il massacro in corso nella Striscia di Gaza. Inoltre, si chiede un intervento deciso delle istituzioni italiane ed europee per fermare l’escalation militare israeliana.
19 Settembre: La CGIL in piazza contro la guerra.
La CGIL ha proclamato una giornata nazionale di mobilitazione per venerdì 19 settembre, con manifestazioni e ore di sciopero in tutta Italia. Il segretario generale Maurizio Landini ha denunciato “una gravità senza precedenti” nell’azione militare israeliana. L’ha definita una vera e propria occupazione.
Obiettivi della mobilitazione:
Fermare il massacro e la deportazione del popolo palestinese. Sospendere ogni accordo commerciale e militare con Israele. Creare corridoi umanitari per la popolazione civile. Riconoscere lo Stato di Palestina. Convocare una conferenza di pace sotto l’egida dell’ONU.
In Toscana, ad esempio, sono previste manifestazioni a Firenze, Livorno e Siena. Vi è l’adesione di lavoratori, studenti e associazioni civiche.
22 Settembre: Sciopero generale dei sindacati di base
Lunedì 22 settembre, i sindacati di base hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore. Questo coinvolgerà trasporti, logistica, scuole, università e porti. La protesta è stata lanciata “contro il genocidio in Palestina, la fornitura di armi a Israele e l’economia di guerra”.
Cobas e altri sindacati hanno sottolineato il sostegno alla missione umanitaria della Global Sumud Flotilla. Questa è una flotta civile internazionale diretta a Gaza per rompere l’assedio e consegnare aiuti.
Un messaggio di solidarietà e disobbedienza civile
Entrambe le giornate rappresentano un forte segnale di dissenso popolare contro la guerra e l’inerzia diplomatica. Le piazze italiane si trasformano in luoghi di protesta e speranza. Qui lavoratori, studenti e attivisti chiedono giustizia per Gaza e un cambio di rotta nella politica estera.
Come ha dichiarato la CGIL: “Dove non c’è umanità, non ci può essere giustizia sociale, democrazia, libertà”.



