Ha debuttato lo scorso 17 settembre sul canale streaming della AppleTV la nuova stagione – la numero 4 – di The Morning Show. Nata come serie che ha decostuito il mondo del giornalismo, oggi ne sancisce la fine. Intensa e mai banale, il perno dell’attenzione si sposta su politica e fake news in un racconto che non regala sconti a nessuno.
Ci sono tante serie tv che gravitano nella contemporaneità. Poche riflettono su quello che accade attorno a noi come The Morning Show. è stata una delle prime serie tv che è stata lanciata dal portare streaming – e a pagamento – di AppleTV+ e fin dalla sua prima apparizione (era il settembre del 2019) ha catalizzato l’attenzione su dio sé per un racconto intenso e deciso sul mondo del giornalismo. Da quel concetto, la serie è andata avanti e dopo lo scivolone che ha subito durante la stagione 2 (riscritta a causa della pandemia da Covid-19) è tornato più in forma che mai. I nuovi episodi sono arrivati dal 17 settembre e fin da subito si nota la grande attenzione che è stata rivolta per cercare di costruire una trama coerente e al passo con i tempi.
Dopo la costruzione e la critica al modello del Metoo, ora The Morning Show affronta di petto la crisi scatenata dalla politica di Trump, l’avvento delle fake news e dell’intelligenza artificiale. Sullo sfondo resta New York e i nuovi meccanismi del network della UBN. Prima ancora del suo debutto, la serie ha ricevuto un ordine per una stagione 5 segno che sull’attuale situazione sociale e politica che stiamo vivendo c’è ancora molto da raccontare.
The Morning Show, cosa succede nella stagione 4?
La quarta stagione di The Morning Show è ambientata nella primavera del 2024, quasi due anni dopo gli eventi della terza stagione. Con la fusione tra UBA e NBN ormai completata, la redazione si trova a dover affrontare nuove responsabilità, motivazioni nascoste e l’elusiva natura della verità in un’America sempre più polarizzata. In un mondo pieno di deepfake, teorie del complotto e insabbiamenti aziendali, di chi ci si può fidare? E come si può sapere cosa sia davvero reale?
Oltre ad Aniston e Witherspoon nel ruolo di Alex e Bradley, il cast stellare della quarta stagione include Billy Crudup, Karen Pittman, Nicole Beharie, Nestor Carbonell, Mark Duplass, Greta Lee e il nuovo ingresso di Marion Cotillard nel ruolo di un’inserzionista dal fascino magnetico, Jeremy Irons che presta il volto al padre di Alex, Aaron Pierre, William Jackson Harper, Boyd Holbrook e il ritorno dell’amatissimo Jon Hamm, reduce dal successo di un’altra serie Apple che lo ha visto protagonista, Your Friends & Neighbors.
The Morning Show, la serie che segna la fine del giornalismo
Addentrarsi nel mondo di The Morning Show non è facile. La serie è così complessa e stratificata che è impossibile muoversi in quell’universo così caotico. Il bello è insito proprio in questo. La serie, infatti, mette in scena un racconto così vivo e così accattivante proprio perché ha la capacità di riflettere sui tempi che corrono con uno sguardo schietto e sincero. Nella stagione 4, oltre a trattare l’argomento politico e oltre a trattare l’ingerenza delle fake news e delle teorie complottiste, affonda le mani in una società sempre più polarizzata dove non c’è più dibattito e dove non si segue più la corrente. Ne esce un ritratto brutale di un 2024 allo sbando e in cui non è riuscito a trarre vantaggio da ciò che stato durante la pandemia.
Nei nuovi episodi si sancisce la fine del giornalismo come lavoro a discapito di qualcosa di artefatto e di poco aderente alla realtà. Una visione che non è tanto distante da ciò che stiamo vivendo in cui, di questo mestiere così bello, non è rimasto praticamente nulla, colpito dalla crisi dei valori e da quella economica (sospinta dalla bolla di Internet). The Moning Show colpisce proprio perché estremizza i problemi della società attuale e regala al pubblico un’immagine di quello che potrebbe essere se non si alza la voce e non si lotta per le proprie idee. Una stagione, la 4, ancora più politica e chiaro megafono di tutti i difetti (e i problemi) scatenati dall’amministrazione Trump. Eppure, ancora una volta, non ci sono né vinti né vincitori.




