Una serie che ha fatto storia sotto tanti e diversi punti di vista. Ha saputo innovare il genere del dramma poliziesco con stile. Il primo episodio di NYPD Blue è arrivato in America il 21 settembre del 1993 e, come un tornado, si è imposto tra il pubblico e la critica come un vero e proprio fenomeno di costume. Andato in onda per ben 12 anni, l’Italia non ha vissuto a pieno il suo fenomeno. Ad oggi, la serie non è presente in nessuna delle piattaforme streaming ed è un vero peccato.
Gli anni ’90 hanno rappresentato una vera e propria fucina per il mondo delle serie tv. Sono stati i periodi delle grande sperimentazioni. Anche i network gratuiti, dopo il proliferare della tv via cavo, hanno cercato di portare nel piccolo schermo storie uniche nel suo genere. Esse dovevano smuovere le coscienze. Erano anni diversi, forse più bigotti rispetto ai tempi moderni. Tuttavia, erano carichi di speranza per un mondo più unito e più libero. Era il 1993 quando ha debuttato in tv, per la prima volta, la serie di NYPD Blue. Di così grande successo che è andata in onda per ben 12 stagioni. Ha affrontato di petto tutti i cambiamenti sociali e culturali di un’America falsamente progressista.
In 33 anni il mondo della serialità è cambiato. All’epoca, non era certo come lo è adesso, ma l’avvento di NYPD Blue è stato un vero terremoto culturale. Mai fino a quel momento un crime drama si era spinto fino a quel punto. Inoltre, mai nessuno aveva raccontato la città di New York e le sue forze dell’ordine così realisticamente. Esse erano ben lontane dal loro “sogno americano“. In Italia, la serie è stata sottoposta a pensanti censure. Tanto è vero che Canale 5 fu costretta a trasmettere la seconda serata. Non è disponibile in nessuna tra le piattaforme streaming disponibili. Ora vi spieghiamo perché è un cult senza eguali.
NYPD Blue, di cosa parla la serie tv?
La serie racconta la vita, non soltanto lavorativa, del Quindicesimo Distretto della Omicidi di New York. Sullo schermo passano casi di ordinaria follia, e ordinari ne sono i protagonisti. Raramente ci si confronta con sagaci professionisti del delitto o sordide associazioni criminali. Spesso i colpevoli sono sbandati. Si tratta di gente comune costretta al crimine da circostanze particolarmente avverse. Il vero motore della serie sono le esistenze, le passioni e le relazioni tra i protagonisti. A volte sono gioiose, a volte tragiche, a volte commoventi. Inevitabilmente, per una serie tanto longeva, c’è un costante ricambio del cast. L’ovvio obiettivo è di non rendere monotoni gli episodi.
Il 21 settembre 1993 fu il l giorno della rivoluzione. Creata da Steven Bochco e David Milch, la serie rappresentò una vera e propria rivoluzione nel genere poliziesco televisivo. Si distingueva per la sua rappresentazione cruda del lavoro di polizia. Abbandonava per sempre l’immagine stereotipata e idealizzata delle forze dell’ordine che aveva dominato la tv fino ad allora. La serie segue le vite professionali e personali dei detective del fittizio 15º distretto di Manhattan. Mescola realismo duro e crudo con tanta complessità emotiva.
NYPD Blue: una serie cult
Per la prima volta sulla televisione generalista americana, gli spettatori videro i poliziotti come esseri umani fallibili e complessi. Le vite personali dei personaggi si intrecciavano con i casi che affrontavano. Essi dovevano spesso confrontarsi con i peggiori elementi che la città aveva da offrire. Non erano più eroi perfetti. Erano uomini e donne stanchi, con problemi familiari, divorzi, dipendenze e crisi esistenziali. La serie mostrò senza filtri lo squallore urbano di New York negli anni ’90. Le riprese esterne del 15º Distretto utilizzarono l’edificio del nono Distretto sulla East 5th Street a New York City, . Non furono solo le location esterne a fare la differenza. Per la prima volta, il pubblico vedeva distretti di polizia con muri scrostati, uffici fatiscenti. L’ambiente di lavoro rifletteva la durezza della realtà urbana piuttosto che l’asettica perfezione degli studios hollywoodiani.
Anche prima che andasse in onda il primo episodio, si erano diffuse voci riguardo all’uso di linguaggio esplicito e nudità parziale. NYPD Blue testò deliberatamente i confini delle restrizioni televisive di allora su nudità e linguaggio per adulti. Questa audacia contenutistica naturalmente non era casuale: era funzionale alla rappresentazione realistica. La serie era impegnata a riflettere la realtà. Essa ritraeva i temi maturi della vita nel dipartimento di polizia di New York. Lo faceva con una combinazione senza precedenti di vita reale, linguaggio reale e drammi reali. Fu subito acclamata dalla critica. Venne elogiata per la sua durezza, la rappresentazione realistica, la narrazione finemente costruita e lo stile coinvolgente. NYPD Blue aprì ufficialmente la strada a una nuova era di tv drammatica adulta. Dimostrò che il pubblico era pronto per storie più mature e complesse. Finalmente…




