E’ stato uno dei volti più rappresentativi delle sit-com anni ’80 ma la vita di Gary Coleman non è mai stata facile. Da bambino prodigio a Idolo di “Il mio amico Arnold”, l’attore ha dovuto combattere con gravi problemi di salute prima di morire nel 2010 a soli 42 anni. Un documentario ricorda la sua incredibile storia
Nell’immaginario collettivo, Gary Coleman è stato il piccolo – ma talentoso – protagonista di “Il mio amico Arnold”. La storica sit-com – così venivano chiamate – è stata tra le produzioni più in voga in America tra la fine degli anni ’70 e l’inizio dei minuti ’80. Di quel programma televisivo, che ha trovato successo anche in Italia, sono stati prodotti ben 189 episodi.
Complessivamente, non solo hanno stigmatizzato il lifestyle americano. Hanno anche e soprattutto dato agio al suo iconico protagonista di diventare un vero divo. Peccato che la vita di Gary Coleman è stata tutt’altra che felice, nonostante abbi avuto un buon successo in tv. Morto nel 2010 e a soli 42 anni, l’attore ha dovuto affrontare sia una grave malattia che alcuni problemi legali.
Questi, ovviamente, lo hanno visto allontanarsi dalla tv e dal suo lavoro. Un documentario, però, che è in arrivo su Sky e Now, cerca di far luce sulla vita privata e non di Gary Coleman.
Gary Coleman: chi era il divo di “Il mio amico Arnold”
A sorpresa arriva finalmente anche in Italia GARY – IO ERO ARNOLD, lo speciale di 90 minuti che racconta la vera e commovente storia di Gary Coleman, l’indimenticabile bambino star della sit-com anni ’80 Il mio amico Arnold. Lo speciale andrà in onda martedì 23 settembre alle 22:55 su Sky Crime e NOW. Gary Coleman ha fatto breccia nel cuore di milioni di spettatori interpretando Arnold, il piccolo protagonista della serie e autore della celebre battuta: “Che cosa stai dicendo, Willis?”. Ma dietro quel volto sorridente si celava una realtà ben più complessa. Il documentario di GARY – IO ERO ARNOLD ripercorre la sua esistenza segnata da una grave malattia cronica. Questa lo costrinse a vivere tra ospedali e dialisi, sin da giovanissimo.
Lo speciale svela anche il lato oscuro della sua carriera: lo sfruttamento economico da parte della sua stessa famiglia, le cause legali, la solitudine e una lunga discesa nella depressione. Una parabola drammatica che si è conclusa con la sua morte prematura, a soli 42 anni. Attraverso interviste inedite, testimonianze dei suoi cari e nuove rivelazioni sulle circostanze della sua scomparsa, il documentario ricostruisce la parabola di un talento precoce e fragile. Lasciato senza la protezione necessaria, fu intrappolato in un sistema che gli ha negato la possibilità di crescere davvero. GARY – IO ERO ARNOLD cerca di fare luce sulla vita di una delle icone televisive più amate. Inoltre esplora la complessa e spesso amara realtà nascosta dietro il fascino della fama.
Gary Coleman, la morte e le sue cause legali
Fu arrestato due volte: nel 2008 per aver investito una persona in un parcheggio, e nel 2009 per presunte violenze domestiche. Il 19 febbraio 2010, durante una puntata della trasmissione televisiva The Insider, volta a riabilitarlo di fronte al pubblico, diede in escandescenze nei confronti di conduttori e giornalisti. Abbandonò la scena tra la costernazione generale. A causa della grave forma di insufficienza renale da cui era affetto sin dall’infanzia, subì due trapianti di reni in giovane età, e dovette sottoporsi a dialisi giornaliere. Dopo altre due operazioni chirurgiche nei primi mesi del 2010, secondo le ricostruzioni si sarebbe verificato un ulteriore incidente due notti prima di morire. Nella sua abitazione a Santaquin, nei pressi di Salt Lake City, l’attore cadde battendo la testa. Trasportato d’urgenza in ospedale, le sue condizioni peggiorarono il giorno successivo. Perse conoscenza e andò in coma. Da allora fu mantenuto in vita artificialmente per un altro giorno fino a che la moglie non richiese il distacco delle apparecchiature. Morì all’ospedale di Provo.
Ebbe anche un‘esperienza politica nel 2003, quando annunciò la sua candidatura a governatore della California. A seguito di quella Arnold Schwarzenegger dichiarò di volersi ritirare e di voler appoggiare l’ex attore, ma essendo ormai iscritto nella lista dei candidati non poté far depennare il suo nome dalla scheda elettorale. Nelle consultazioni Coleman ottenne 14.282 preferenze (0,16%) e arrivò ottavo su 135.



