Manovra, bonus tombe e IVA ridotta sul cibo per cani: i microemendamenti che fanno discutere


La discussione sulla Legge di Bilancio (Manovra) non si limita ai grandi capitoli di spesa e alle riforme strutturali. Spesso, l’attenzione del dibattito parlamentare viene catturata da una serie di proposte meno “macro” ma di forte impatto emotivo e sociale. Queste sono i cosiddetti microemendamenti. Questo processo racconta le numerose sfaccettature della Manovra economica.

Tra questi, spiccano in particolare il rilancio di un possibile “Bonus Tombe” e la proposta di riduzione dell’IVA sul cibo per cani (e in generale sul pet food). L’analisi della Manovra rivela come queste misure siano una risposta diretta alle esigenze della popolazione.

Queste misure, apparentemente slegate tra loro, riflettono la tendenza della politica a intercettare sensibilità e bisogni specifici di settori della popolazione. Tuttavia, sollevano il dibattito sulla priorità e l’allocazione delle risorse pubbliche.


La proposta di ridurre l’aliquota IVA applicata alla vendita di alimenti per cani e gatti è un tema ricorrente. Attualmente, l’IVA su questi prodotti si attesta all’aliquota ordinaria (generalmente il 22%). L’obiettivo degli emendamenti è di far confluire il pet food in una fascia agevolata, come il 10% o il 4%. Questo li equipara, in parte, ai medicinali veterinari o ad altri beni di prima necessità.

Il possesso di animali domestici rappresenta un costo significativo per le famiglie, soprattutto per l’acquisto di cibo e le spese veterinarie. La riduzione dell’IVA mirerebbe ad alleggerire questo carico. In particolare, sarebbe di supporto per le fasce di reddito più deboli.

Si riconosce il ruolo sempre più centrale degli animali domestici all’interno del nucleo familiare. Il provvedimento promuove il benessere come valore sociale.

Le proposte su questo fronte sono spesso accompagnate da analoghi emendamenti. Questi mirano a ridurre l’IVA anche sulle prestazioni veterinarie. L’obiettivo è creare un pacchetto di sostegno complessivo per la cura degli animali.

Il cosiddetto “Bonus Tombe” è un termine informale che identifica agevolazioni fiscali per le spese sostenute per la realizzazione o la ristrutturazione di tombe, cappelle votive e monumenti funebri. La visione della Manovra include anche incentivi per patrimoni edilizi funerari.

L’agevolazione punta a stimolare interventi di manutenzione e riqualificazione all’interno dei cimiteri. Queste sono spesso strutture datate che necessitano di interventi edilizi.

Similmente ad altri bonus edilizi, l’incentivo è rivolto ai privati che sostengono queste spese. L’obiettivo è preservare il patrimonio edilizio funerario e onorare la memoria dei defunti.

La natura esatta del bonus (detrazione, credito d’imposta) e la sua copertura finanziaria sono elementi cruciali. Essi devono essere definiti nel testo definitivo della Manovra.

Questi microemendamenti, pur godendo spesso di un ampio consenso emotivo, affrontano un percorso difficile:

Ogni proposta di spesa, per essere approvata, deve essere accompagnata da una copertura finanziaria adeguata. Trovare le risorse necessarie per misure che, sommate, possono avere un impatto non trascurabile sul bilancio, è il principale ostacolo.

In una fase di ristrettezza economica, il dibattito si concentra inevitabilmente sulla necessità di privilegiare le misure a sostegno del lavoro, della sanità e delle grandi emergenze. Ciò rende la strada più ardua per i microemendamenti.

Nonostante la loro natura di proposte di dettaglio, il “Bonus Tombe” e l’IVA ridotta sul cibo per cani sono un termometro delle sensibilità emergenti. Inoltre, rivelano l’abilità dei parlamentari di portare l’attenzione su tematiche che toccano da vicino la vita quotidiana e gli affetti delle famiglie italiane. Il destino di queste proposte di Manovra si deciderà nel corso delle prossime votazioni in Commissione e in Aula.