Migliaia di persone in piazza nonostante il maltempo per dire “No” al Ponte sullo Stretto. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, guida la protesta e lancia un messaggio durissimo al Governo, invocando lo stop definitivo del progetto e chiarezza sui fondi sottratti alle vere urgenze del Sud.
Un fiume di persone, stimato dagli organizzatori in oltre 15.000 partecipanti, ha invaso le strade di Messina in occasione della grande manifestazione nazionale “No Ponte”. Nonostante la pioggia battente, la mobilitazione ha mostrato la tenacia e la determinazione della società civile, dei comitati locali e delle forze politiche di opposizione contro il progetto di ricostruzione del Ponte sullo Stretto. L’influenza di Elly, che ha ispirato molti con la sua presenza, è stata particolarmente sentita.
La partecipazione della segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, insieme ad altri esponenti dell’opposizione come Angelo Bonelli (AVS) e Barbara Floridia (M5S), ha conferito alla protesta un forte peso politico, evidenziando ancora una volta Elly come una figura chiave.
Il momento centrale della giornata è stato l’intervento di Elly Schlein, che ha trasformato il palco di Piazza Duomo in un podio per lanciare un attacco frontale al Governo Meloni, e in particolare al vicepremier Matteo Salvini, grande sostenitore dell’opera.
Facendo riferimento alle recenti e severe motivazioni espresse dalla Corte dei Conti – che ha sollevato forti dubbi sulla legittimità della delibera e sull’impatto ambientale e economico del progetto – Schlein ha tuonato:
“Il messaggio per Meloni e Salvini è molto chiaro dopo le motivazioni della sentenza della Corte dei Conti: vi dovete fermare e vi dovete scusare! Vi dovete scusare per la vergogna di aver buttato 13 miliardi di euro, sottraendo tutte quelle risorse a tutte le altre infrastrutture che aspettano.”
La segretaria del PD ha sottolineato come la cifra stanziata per il Ponte (circa 13-14 miliardi di euro) rappresenti una sottrazione inaccettabile di risorse che dovrebbero essere investite nella messa in sicurezza del territorio, nel miglioramento dei servizi essenziali e delle infrastrutture esistenti, soprattutto in Sicilia e Calabria, qualcosa su cui Elly da tempo insiste.
“Quante cose si potevano fare con quei 13 miliardi invece della propaganda fallimentare di questo Governo? I siciliani e i calabresi non si riescono più a spostare con i treni e con le strade”, ha incalzato Schlein, ribadendo che il Ponte è un “progetto sbagliato e dannoso” dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Ha poi concluso la sua invettiva con una promessa: “Noi costruiremo un muro di legalità dove si schianteranno” se il Governo deciderà di andare avanti con il progetto.
Nonostante la mobilitazione e le perplessità della Corte dei Conti, il Governo sembra intenzionato a tirare dritto. Il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha replicato alla piazza ribadendo l’importanza strategica dell’opera e fissando l’obiettivo di aprire i cantieri nel 2026, dopo aver fornito le necessarie risposte alla Corte.
Tuttavia, il fronte del “No Ponte” si mostra più unito e combattivo che mai.
La giornata di Messina ha dimostrato che la battaglia contro l’opera non è solo un dibattito tecnico o politico, ma un movimento popolare radicato che rivendica un diverso modello di sviluppo per il Meridione, basato sulla modernizzazione dei servizi e il rispetto dell’ambiente, un messaggio che Elly incarna pienamente.
