Borsa: Asia incerta, future Usa pesanti, crolla il Bitcoin

L’avversione al rischio domina in attesa dei dati macro

L’avvio di dicembre sui mercati finanziari è segnato da un’ondata di avversione al rischio. Le Borse asiatiche chiudono la giornata in ordine sparso. I future su Wall Street e sui listini europei sono in netto calo. Gli investitori restano in tensione in vista della cruciale settimana di dati macroeconomici statunitensi. Questi dati forniranno un’indicazione fondamentale sullo stato di salute dell’economia e sulle future mosse della Federal Reserve.

Il sentiment negativo è plasticamente rappresentato dal tonfo delle criptovalute. Il Bitcoin affonda con un calo del 5,5%, scendendo a quota 86.200 dollari. Questo tracollo è letto come il segnale più evidente della diffusa fuga dagli asset più rischiosi.

A Wall Street, i future indicano una partenza in forte discesa. Quelli sul Nasdaq cedono lo 0,9%, mentre quelli sull’S&P 500 arretrano dello 0,6%. In Europa, l’Euro Stoxx 50 è previsto in calo dello 0,3%.

In Asia, a guidare i ribassi è Tokyo, che lascia sul terreno l’1,9%. La discesa è avvenuta dopo che il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha ventilato la possibilità di un rialzo dei tassi già nella riunione del 19 dicembre.

Deboli anche Seul (-0,2%) e Sydney (-0,1%). Fanno eccezione i listini cinesi, con Hong Kong (+0,6%), Shanghai (+0,5%) e Shenzhen (+0,9%) in lieve rialzo. Questo avviene nonostante gli indici PMI manifatturiero e non manifatturiero di novembre si siano attestati sotto le attese degli analisti.

In controtendenza, gli asset percepiti come “beni rifugio” o legati a dinamiche specifiche registrano forti guadagni:

Petrolio: Corre grazie alla decisione dell’Opec+ di mantenere ferma la produzione nel primo trimestre del 2026. Il prezzo del WTI (West Texas Intermediate) avanza dell’1,9% a 59,66 dollari al barile.

Oro: L’avversione al rischio spinge le quotazioni del metallo giallo. Il metallo sale dell’1,7% a 4.236 dollari l’oncia.

L’incertezza è alimentata dalla fitta agenda di dati macro in arrivo. Oggi sono attesi i PMI dell’area euro. Domani, invece, si conoscerà l’inflazione dell’Eurozona.
Il focus principale si sposta poi sugli Stati Uniti. Verranno controllati l’indice ISM manifatturiero, i sussidi di disoccupazione, i dati ADP sui posti di lavoro e, soprattutto, l’indice delle spese per consumi personali (PCE), l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed. Il ruolo delle Borsa non è da sottovalutare, in quanto questi dati detteranno il trend dei mercati nelle prossime sedute.