Il gruppo bancario UniCredit sta trattando con il governo per l’acquisizione del Monte dei Paschi. Nella giornata di giovedì 29 luglio si sono svolti dei colloqui esclusivi con il governo italiano sul futuro della Monte dei Paschi. Se la trattativa dovesse andare in porto la storica banca toscana tornerebbe nuovamente nelle mani di una proprietà privata quattro anni dopo essere stato salvata dallo Stato italiano. Il governo italiano guidato da Mario Draghi ha da tempo individuato in UniCredit il miglior acquirente possibile del MPS che necessita di altri 2,5 miliardi di euro di capitale dopo l’iniezione di liquidità del 2017 costato ai contribuenti italiani 5,4 miliardi di euro. Un salvataggio doveroso dopo anni di pessima gestione, scarsa qualità della gestione del credito e un franchising commerciale indebolito che hanno notevolmente depauperato lo storico gruppo bancario toscano costringendo il Ministero del Tesoro Italiano a lavorare di cesello per riuscire a rendere nuovamente appetibile questo istituto di credito.
Il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, arrivato ad aprile, ha affermato che il gruppo bancario ha firmato un termsheet con il Tesoro che specifica le condizioni alle quali potrebbe acquistare solo “parti selezionate” di MPS. Entrambe le parti si sono detti molto fiduciose sul fatto che il negoziato possa concludersi in maniera fruttuosa per entrambe le parti. Dopo l’estate la situazione dovrebbe essere più chiara e definita. Secondo quanto ha dichiarato dallo stesso ad di Unicredit, i colloqui fra l’istituto di credito e il governo dovrebbero proseguire ancora per diverse settimane prima di giungere ad un accordo definitivo. Il mese di settembre potrebbe essere quello giusto per la fumata bianca.
Le condizioni per la conclusione dell’accordo

Secondo UniCredit le condizioni stabilite non dovrebbero creare alcun impatto sul capitale principale. Inoltre, l’acquirente non acquisterà alcun prestito deteriorato di MPS e potrebbe scaricare anche crediti in bonis di MPS che appaiono rischiosi. Molto probabilmente sarà il gestore di crediti inesigibili di proprietà statale, AMCO, ad accollarsi i crediti deteriorati di MPS.
UniCredit sarebbe inoltre al riparo da eventuali rischi effettivi e potenziali derivanti dalle cause pendenti di MPS. La fonte ha affermato che tali rischi sarebbero stati scorporati dalla banca ricadrebbero sullo Stato. Qualora l’acquisizione dovesse andare in porto, si potrebbero anche concretizzare le condizioni di un aumento a due cifre dell’utile per azione di UniCredit, oltre a migliorare il suo rapporto prezzo/valore contabile tangibile, come ha avuto modo di ammettere anche il Ceo di Unicredit. L’accordo fra l’altro rafforzerebbe la competitività di Unicredit non solo in Italia ma a livello internazionale. Se è vero che in un primo momento Orcel aveva manifestato un certo scetticismo verso questa operazione, adesso le condizioni sembrano essere diventate molto più appetibili e vantaggiose. Il governo sta lavorando alacremente per rendere l’MPS sempre più attraente per UniCredit nonostante le remore iniziali del suo amministratore delegato.