L’Italia potrebbe avvicinarsi alla legalizzazione dell’eutanasia.

Ha raccolto oltre 500 mila adesioni in Italia la petizione con cui viene chiesta la parziale abrogazione dell’articolo 579 del codice penale italiano
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Ha raccolto oltre 500 mila adesioni in Italia la petizione con cui viene chiesta la parziale abrogazione dell’articolo 579 del codice penale italiano che vieta l’eutanasia attiva. Una cifra adeguata al fine di attivare un referendum sulla materia. Si tratta di un argomento molto discusso e controverso in tutto il mondo, ma che soprattutto in Italia è stato fortemente osteggiato anche per la condanna unanime da parte del mondo della Chiesa, in un paese dalle forti radici cattoliche. Qualora la Corte Costituzionale accettasse la petizione, presto in Italia si voterà un referendum su questa delicata questione.

La legislazione italiana, attualmente, vieta l’eutanasia attiva. Questo vuol dire che viene considerato reato la somministrazione deliberata di farmaci da parte di un medico al fine di sollecitare la conclusione della vita di un malato terminale. La prescrizione contenuta nell’articolo 579 del codice penale vieta che “cagionare la morte di una persona, con il suo consenso”, mentre l’articolo 580 vieta il suicidio assistito. Chi viola tale disposizione rischia in Italia da sei a 15 anni di reclusione per il primo e da cinque a 12 anni per il secondo reato. In Italia però viene consentita l’eutanasia passiva perchè l’articolo 32 della Costituzione sancisce il divieto di effettuare trattamenti sanitari obbligatori, se non per motivi di legge e comunque nel pieno rispetto della dignità della persona.

Pur essendo uno stato laico, la Chiesa Cattolica ha sempre esercitato una certa influenza culturale e sociale nel Belpaese condizionando per tanti anni anche le scelte della politica. Il Cattolicesimo ritiene l’eutanasia un crimine contro Dio e contro la vita poiché la stessa vita viene ritenuta “Santa” e quindi è sacra ed inviolabile.

Lo stesso Papa Francesco ha criticato aspramente la cultura “dell’usa e getta” che sta permeando gli ambienti culturali e politici europei. In un paese in cui l’80% dei residenti è di fede cattolica, il referendum per l’abolizione del divieto di eutanasia attiva potrebbe trovare grossi ostacoli e resistenze di ordine culturale ed etico.

I sorprendenti risultati dei sondaggi Le battaglie a favore dell’eutanasia sono state condotte, nel corso degli ultimi decenni, dal Partito Radicale, anche se i tentativi di portare la questione al centro del dibattito politico, sono falliti miseramente. Questa resistenza di ordine morale ed etico, appartiene ancora oggi in Italia anche alla classe medica, tenuto conto che la maggior parte dei medici si dice ancora contrario al suicidio assistito. Diverso è il discorso per quanto concerne l’opinione pubblica che su questo tema ha, almeno in parte, cambiato orientamento, dimostrando di non subire più alcuna pressione o alcun condizionamento dal punto di vista religioso. In un sondaggio recente il 92% degli italiani si è detto favorevole all’eutanasia, contro il 58% del 1997. Un dato che indica clamorosamente una tendenza ben marcata verso la legalizzazione dell’eutanasia e che dimostra la chiara spaccatura tra la società e un mondo politico che rimane sordo ad alcune istanze sociali ancora inevase.

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