La debacle del Movimento Cinque Stelle (MS5) sembra non avere fine dopo i risultati deludenti alle amministrative di Roma e Torino. Una gran parte dell’elettorato che tre anni fa premiò il movimento fondato da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo con il 32% dei voti, sembra essere tornato a rimpinguare la schiera degli astenuti o peggio ancora sembra essersi orientato verso il sostegno ad altre forze politiche. Le ultime elezioni amministrative hanno invece premiato le forze di centro-sinistra che hanno confermato il sindaco Giuseppe Sala alla guida di Milano e sono tornate alla guida di altre due grandi città, Napoli e Torino, vincendo nettamente al primo turno. Il nuovo primo cittadino di Napoli è Gaetano Manfredi, indipendente sostenuto dal M5S e dal Partito Democratico. Manfredi prenderà il posto dell’ex magistrato, De Magistriis, giunto solo terzo nella sfida per la carica di governatore della regione Calabria.
L’onda lunga del populismo in Italia sembra avere imboccato la strada del tramonto anche per via di scelte che il proprio elettorato non ha gradito. Neanche la nomina dell’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a capo del movimento, è riuscita a ridestare un elettorato che ormai non si riconosce più nella proposta politica dei pentastellati. L’orientamento ondivago che ha indotto il M5S a schierarsi al fianco del Pd in alcuni comuni e a correre da solo in altri, è il chiaro sintomo della mancanza di una linea politica chiara e ben strutturata. Se le elezioni comunali dovevano essere il banco di prova della tenuta del governo Draghi, non si può dire di certo che tale prova sia stata superata a pieni voti.
L’esito delle elezioni, oltre a mostrate le fragilità del M5S soprattutto nelle tornate elettorali dove è più marcata la forza dei partiti radicati sul territorio, ha penalizzato anche la Lega di Salvini, uscita malconcia in alcuni comuni in cui appariva scontata la vittoria. Il sostegno al governo Draghi è coinciso con un calo vistoso nei sondaggi che sembra non trovare soluzione di continuità per una forza politica sovranista, prigioniera della contraddizione fra le due opposte anime che fanno capo a Salvini e a Giorgetti (ministro dello sviluppo economico dell’attuale governo). Il risultato deludente della Lega si è subito riverberato anche sullo stesso governo dopo la decisione di Salvini di non far partecipare i propri rappresentanti al Consiglio dei Ministri in cui si doveva discutere della legge delega sul fisco. Una scelta che rivela i mal di pancia del Carroccio che ha accusato Draghi di voler aumentare le tasse sulla casa in un momento in cui gli italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Il risultato di queste elezioni potrebbe mettere in crisi la stabilità dello stesso governo e ridisegnare nuovi equilibri nella maggioranza che lo sostiene. L’uscita della Lega dall’esecutivo potrebbe lanciare la corsa verso le politiche del 2023, rafforzando l’asse tra Fratelli D’Italia e il partito di Salvini contro l’attuale governo. Il rischio è quello di perdere il sostegno di Forza Italia che potrebbe confluire in un nuovo soggetto politico centrista che annovererebbe anche Italia Viva e Azione (il partito di Calenda, autore di un exploit nelle ultime elezioni comunali di Roma). Le ultime elezioni amministrative, dunque, potrebbero essere il pretesto per dare il via ad una nuova fase della politica italiana in cui verranno rimescolati gli attuali assetti alla ricerca di un nuovo equilibrio che appare al momento problematico e ricco di incognite.