Dopo un periodo di assenza dal piccolo schermo, la serie tv prodotta da Shonda Rhimes è tornata da poco in streaming. Viola Davis è Annalise Keating, avvocato e prof di grido che nasconde mille segreti. Gli episodi sono su Disney+.
Non è una serie recente. Anche se l’ultimo episodio risale alla primavera del 2020, da lì in poi il mercato televisivo mondiale è cambiato radicalmente. Oggi, uno show come Le regole del delitto perfetto non avrebbe vita lingua in tv non solo per il suo racconto complesso e in divenire ma, più che altro, per il fatto di essere un prodotto già “vecchio” per le nuove logiche di mercato. Inoltre, dato che, all’epoca, è andato in onda su un canale terrestre e non in digitale, forse non avrebbe avuto tante possibilità di sopravvivenza. Sta di fatto che Le Regole del delitto perfetto a 5 anni dal suo ultimo episodio, resta un legal thriller di buona fattura che, con i suoi pregi e difetti, ha lasciato un’impronta nel panorama mediale che stiamo vivendo. Dopo che è scomparsa dal catalogo di Netflix, la serie tv con Viola Davis – premio Oscar per Barriere – è arrivata in pompa magna su Disney+. Qui sono disponibili tutte e sei le stagioni che compongono la serie prodotta da Shonda Rhimes, disponibili per una lunga maratona e per apprezzare una vicenda oscura, poco chiara, piena di luci e di ombre, e dove è niente è ciò che sempre. Lo show ha funzionato con le sue prime 3 stagioni, ma a causa di una narrazione che ha perso efficacia, non ha brillato come avrebbe dovuto. Resta comunque un buon legal drama che merita di essere visto.
L’avvocato Annalise Keating e i suoi studenti: una storia thriller nell’università di Filadelfia
Lei è uno squalo in tribunale e lo è anche come insegnante di diritto penale. Rinomata per essere un avvocato molto ambito, invece la vita privata di Annalise Keating è un vero disastro. In quel groviglio di segreti e misteri coinvolge anche cinque giovani studenti del college. Avrebbero dovuto affiancare la prof. nei casi in tribunale ma, alla fine, restano imbrigliati nella torbida vita di Annalise. La morte del marito mette in moto una serie di eventi e tutti i protagonisti – nessuno escluso – riescono a prendere le distanze dai segreti di Annalise. Stagione dopo stagione, la vicenda si fa sempre più complicata senza che il pubblico, quasi, riesca a prendere respiro tra un colpo di scena e l’altro fino ad arrivare l’ultimo sconcertante episodio che rimescola, di nuovo, tutte le carte in tavola.
Un torbido gioco al “massacro”
Di sicuro è una serie tv che è nata e che è stata costruita per un pubblico poco esigente, e per quel tipo di spettatore che cerca un prodotto di evasione ma con stile. Le regole del delitto perfetto – titolo in italiano per How to get away with muder – ha il pregio di miscelare il genere del legal drama al thriller, aggiungendo alla storia tutti i meccanismi più tipici di una soap-opera anni ’80. Un mix ben congeniato che, di conseguenza, ha fatto il modo che lo show si potesse imporre in tv. Con una media di 14 milioni di telespettatori – almeno nella sua prima stagione -, la serie tv è diventata un piccolo ma grande fenomeno, arrivando persino agli Emmy Awards e dando agio alla sua iconica protagonista di vincere l’ambito premio di Miglior attrice in una serie drammatica. Un primato di tutto rispetto ma, oltre al suo grande successo, Le regole del delitto perfetto non nasconde tutte le sue manchevolezze e tutti i “buchi di trama” di uno show nato e concepito solo per generare “hype” attorno a una vicenda che di vero e sincero non ha un bel niente.
Un racconto senza vinti né vincitori
Ci si trova di fronte a una serie tv ben strutturata ma con evidenti errori di narratologia, ma che convince proprio nella sua imperfezione. Oltre a brillare per un cast di tutto rispetto – ognuno ha il modo di esprimersi al meglio -, lo show ha avuto un tale impatto perché ha raccontato con sagacità il mondo giudiziario americano e quello delle università, facendo emergere una fotografia opaca e per nulla nitida di un sistema che andrebbe riformato dalle sue fondamenta per garantire a tutti una corretta istruzione e un corretto giustizialismo.

