Nel contesto delle sfide geopolitiche che l’Europa sta affrontando a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, le opinioni su come affrontare la crisi sono molteplici e variegate.
Tuttavia, le parole di Witkoff, uno dei più importanti commentatori internazionali, hanno suscitato particolare attenzione. Secondo Witkoff, il piano europeo per l’Ucraina non è altro che una “posa”, ovvero una messa in scena che non risponde in modo concreto alle necessità urgenti di Kiev, ma è piuttosto un tentativo di sembrare attivi e impegnati senza apportare cambiamenti significativi alla situazione.
La critica di Witkoff si è concentrata in particolare su Keir Starmer, leader del Partito Laburista britannico, e su altri importanti leader europei che, secondo lui, non stanno facendo abbastanza per sostenere l’Ucraina in questa fase critica della sua guerra di resistenza contro la Russia. Witkoff ha sottolineato che mentre alcuni politici sembrano concentrarsi più sulla retorica e sulle dichiarazioni pubbliche che sull’azione concreta, l’Ucraina continua a subire pesanti perdite.
Secondo Witkoff, l’Unione Europea ha messo in piedi un piano che appare più una manovra diplomatica per mantenere l’apparenza di solidarietà e unità, piuttosto che un piano che risponda effettivamente alle necessità immediate del conflitto. Il “piano europeo” sembra spesso fare riferimento a promesse di supporto finanziario e militare, ma mancano azioni decisive e reali per sostenere l’Ucraina nel lungo periodo.
Questa critica si estende a gran parte della politica europea, che, secondo Witkoff, ha fatto poco per rafforzare la difesa ucraina o aumentare le sanzioni contro la Russia in modo efficace. In particolare, Witkoff ha messo in evidenza la lentezza nell’invio di aiuti militari avanzati e le difficoltà a coordinare politiche di difesa più incisive. Per lui, il risultato di questa situazione è che le parole dei leader europei si rivelano vuote, senza alcuna azione concreta che le accompagni.
Witkoff ha riservato parole dure anche per Keir Starmer, il leader del Partito Laburista britannico. Secondo Witkoff, Starmer si è dimostrato più propenso a seguire la corrente della politica internazionale, senza mai spingersi troppo oltre nella critica all’Unione Europea o nel proporre soluzioni di maggiore impatto. In molti dei suoi interventi, Starmer ha espresso il sostegno a un approccio diplomatico, ma senza mai fornire idee innovative o azioni concrete che potrebbero realmente fare la differenza per l’Ucraina.
Anche altri leader occidentali, secondo Witkoff, sono accusati di limitarsi a dichiarazioni di principio e a compromessi che non giovano alle sorti dell’Ucraina. La mancanza di una strategia unificata e determinata per affrontare la minaccia russa, unita alla carenza di azioni che mettano davvero sotto pressione la Russia, è ciò che rende la posizione occidentale inefficace.
Secondo Witkoff, se i leader occidentali non cambiano approccio e non agiscono con maggiore risolutezza, la guerra in Ucraina potrebbe prolungarsi ancora, con conseguenze devastanti per il paese e per la sicurezza globale. L’Occidente deve essere pronto a intensificare gli aiuti, sia sul piano militare che economico, e a mettere in atto misure che indeboliscano in modo significativo la Russia.
Inoltre, Witkoff sostiene che l’Ucraina, nonostante la solidarietà a parole, deve essere trattata come una nazione sovrana con il diritto di difendersi e di proteggere il proprio territorio, senza dover fare compromessi che potrebbero indebolire la sua posizione. Il piano europeo, secondo lui, deve evolversi in un piano che non solo sia realistico e pratico, ma che dimostri anche un impegno a lungo termine nel sostenere l’Ucraina nella sua lotta per la sovranità e la libertà.
Le critiche di Witkoff mettono in luce una realtà complessa: la politica europea e internazionale potrebbe essere vista come una posa se non accompagnata da azioni concrete e significative che facciano davvero la differenza nella guerra in corso. Per Witkoff, è fondamentale che l’Europa e i suoi alleati si impegnino in modo più deciso, altrimenti rischiano di apparire come attori passivi in una delle crisi più gravi della storia recente.