Le pioniere dimenticate
La storia delle Mercury 13 è una delle più emblematiche della corsa allo spazio. Queste tredici donne pilota, altamente qualificate e con un’esperienza di volo straordinaria, furono escluse dal programma spaziale Mercury della NASA tra il 1960 e il 1961, nonostante avessero superato gli stessi test fisici e psicologici affrontati dagli uomini. Oggi, il loro sogno di vedere le donne nello spazio continua a ispirare, e il 14 aprile 2025, sei donne hanno scritto un nuovo capitolo di questa storia a bordo della capsula spaziale Blue Origin, in una missione di 10 minuti dedicata alla promozione del turismo spaziale.
Le Mercury 13, ufficialmente conosciute come “First Lady Astronaut Trainees” (FLATs) , furono selezionate dal dottor William Randolph Lovelace per un programma privato che mirava a testare le capacità delle donne come astronaute. Tra loro c’erano piloti eccezionali come Jerrie Cobb , che aveva accumulato più ore di volo di molti dei suoi colleghi maschi del programma Mercury Seven.
Queste donne superarono gli stessi test fisici e psicologici estremamente rigorosi affrontati dagli uomini, dimostrando di essere altrettanto, se non più, idonee per il volo spaziale. Tuttavia, la NASA, vincolata dai requisiti che limitavano la selezione agli uomini con esperienza come piloti militari, non permise loro di partecipare al programma ufficiale. Nonostante le loro proteste e il sostegno di figure pubbliche, le Mercury 13 non ebbero mai l’opportunità di volare nello spazio.
Il 14 aprile 2025, sei donne hanno preso parte a una missione storica a bordo della capsula spaziale Blue Origin , dimostrando quanto lontano siamo arrivati dal tempo delle Mercury 13. L’equipaggio era composto da:
– Katy Perry, pop star internazionale,
– Lauren Sanchez, giornalista e fidanzata di Jeff Bezos,
– Gayle King, anchor di CBS News,
– Aisha Bowe , ex scienziata della NASA,
– Kerianne Flynn , attivista,
– Amanda Nguyen, astrofisica.
La missione, della durata di 10 minuti, ha portato l’equipaggio oltre la linea di Kármán, il confine simbolico dello spazio, celebrando il progresso e l’inclusione nel settore spaziale. Questo evento non è solo un traguardo tecnologico, ma anche un tributo alle donne che hanno lottato per il loro posto tra le stelle.
La missione Blue Origin del 2025 è un simbolo di quanto sia cambiato il panorama spaziale. Se le Mercury 13 furono costrette a guardare il cielo da terra, oggi le donne non solo partecipano attivamente alle missioni spaziali, ma guidano anche programmi e innovazioni nel settore.
Questo evento ci ricorda che il progresso non è mai lineare, ma che ogni passo avanti è costruito sulle spalle di chi ha lottato prima di noi. Le Mercury 13 non volarono mai nello spazio, ma il loro coraggio e la loro determinazione hanno aperto la strada per le generazioni future.
Articolo pubblicato in inglese su Last-news.com