2 Giugno si celebra 79 anni di Repubblica, tra memoria e speranza di pace



L’Italia celebra la Festa della Repubblica, commemorando il settantanovesimo anniversario dello storico referendum che, nel 1946, ha segnato la fine della monarchia e l’inizio di una nuova era democratica dopo il ventennio fascista.
Nonostante il passare degli anni e le innumerevoli trasformazioni che il Belpaese ha attraversato, questa giornata rimane un momento fondamentale per riflettere sui sacrifici di coloro che hanno lottato per la libertà e per i diritti che oggi sono dati per scontati.

Un testamento di valori e un monito per il futuro

I valori su cui si fonda la Repubblica Italiana sono più che mai attuali, come evidenziato dal tema scelto per le celebrazioni di questo 2025: “Ripudiare la guerra, onorare le vittime, costruire la pace”. Questa iniziativa, promossa dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (Cnddu), pone l’accento su tutte le vittime dei conflitti, civili e militari, dal passato italiano alle guerre che ancora oggi imperversano nel mondo, sottolineando l’importanza di un fermo ripudio della violenza.

Romano Pesavento, presidente del Cnddu, ha voluto richiamare le parole di Sandro Pertini, un aforisma che riassume il profondo significato della Costituzione:

“Dietro ogni articolo della Costituzione sta il sacrificio di migliaia di giovani. Non è una carta morta, è un testamento.”

La Costituzione: fondamento della democrazia italiana
L’Articolo 1 della Costituzione Italiana risuona con forza in questa giornata:
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Questo principio fondamentale è il pilastro su cui si regge la democrazia italiana, un monito costante sulla responsabilità di ogni cittadino nel custodire e vivere pienamente i valori repubblicani.

Frasi e riflessioni per il 2 giugno
In occasione di questa Festa della Repubblica 2025, riproponiamo alcune frasi e citazioni che invitano alla riflessione sul significato profondo di questa giornata:

“Libertà di pensiero, forza nelle parole, purezza nel nostro sangue, orgoglio nelle nostre anime, zelo nei nostri cuori, viva l’Italia, viva la Repubblica.”
“Questo è il mio tricolore: verde come la speranza di un mondo migliore, bianco come la purezza di intenti, rosso come il sangue versato dagli eroi.”

Giovanni Falcone ci ricorda: “La Repubblica è un bene prezioso, e come ogni bene prezioso richiede la sua tutela.”
Pietro Nenni con la sua perentoria affermazione: “O la Repubblica o il caos.”

Oriana Fallaci riflette sulla Patria: “La Patria non è un’opinione. O una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. È un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno.”

Sergio Mattarella, in una sua riflessione, sottolinea il cammino percorso: “Volgendo lo sguardo al nostro passato ci si accorge di quanto cammino sia stato fatto dalla Repubblica per garantire agli italiani democrazia, libertà, benessere, giustizia, diritti, qualità della vita. Di quanti ostacoli siano stati superati, quando è prevalsa la coesione, il senso di responsabilità, la lungimiranza.

Di questo dobbiamo essere fieri, senza che questo possa indurre a trascurare i tanti problemi e le tante difficoltà che emergono. Questa storia ci induce quindi a guardare al futuro con maggiore ottimismo e forza d’animo: il 2 giugno, oggi come ieri, è una festa per tutti gli italiani.”

Carlo Azeglio Ciampi celebra il Tricolore: “La bandiera italiana è un vessillo di libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civiltà.”

Massimo d’Azeglio con una nota di auto-critica: “Gli italiani hanno voluto far un’Italia nuova, e loro rimanere gl’Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perché pensano a riformare l’Italia, e nessuno s’accorge che per riuscirci bisogna, prima, che riformare sé stesso.”

Sandro Pertini esorta: “Bisogna che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati. Così l’hanno voluta coloro che la conquistarono dopo venti anni di lotta contro il fascismo e due anni di guerra di liberazione, e se così sarà oggi, ogni cittadino sarà pronto a difenderla contro chiunque tentasse di minacciarla con la violenza.”

“Innamoriamoci della Repubblica e mai del potere, solo così conserveremo intatto il valore del 2 giugno.”

Piero Calamandrei avverte: “Una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica.” e aggiunge: “In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.”

Umberto Terracini sulla Costituzione: “L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore.”

Luigi Sturzo sulla fragilità della Costituzione: “La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.”

Nilde Iotti sulla salvezza della Repubblica: “Questa Repubblica si può salvare. Ma, per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione.”

Maximilien de Robespierre riflette: “L’immoralità è la base del dispotismo, come la virtù è l’essenza della Repubblica.”

La Festa della Repubblica è, dunque, non solo un momento di celebrazione storica, ma anche un’occasione per rinnovare l’impegno verso i principi che definiscono l’Italia: libertà, giustizia, pace e democrazia.

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