All’indomani della pausa estiva, Piazza San Pietro è tornata ad animarsi per l’udienza generale di Papa Leone XIV, che ha concluso il suo “itinerario sulla vita pubblica di Gesù” con una toccante catechesi dedicata alle guarigioni.
Il Pontefice si è soffermato in particolare sull’episodio dell’uomo che non parlava e non sentiva, tracciando un parallelo con la contemporanea sfida dell’incomunicabilità e l’eccesso di informazioni che caratterizzano la nostra era.
In un’epoca definita dal Santo Padre come affetta da una “bulimia da social”, Leone XIV ha lanciato un forte appello affinché si impari a comunicare in modo onesto e prudente. Il Pontefice ha sottolineato come la nostra società sia costantemente bombardata da un flusso ininterrotto di informazioni e immagini, spesso “false o distorte”, che rendono difficile discernere la verità e costruire relazioni autentiche.
La riflessione del Papa ha evidenziato la necessità di una comunicazione responsabile, che rifletta non solo la verità ma anche la carità. Egli ha esortato i fedeli a pregare affinché si eviti di arrecare danno agli altri con le proprie parole, richiamando alla mente l’importanza di un linguaggio costruttivo e rispettoso.
Questo messaggio giunge in un momento cruciale, dove il Vaticano e la Chiesa intera continuano a confrontarsi con le sfide della modernità, inclusa la gestione dell’informazione nell’era digitale.
Le parole di Leone XIV risuonano come un monito per l’intero mondo, invitando a una maggiore consapevolezza nell’uso degli strumenti di comunicazione e a una riscoperta del valore autentico del dialogo.