L’amministrazione Trump annulla la proroga della protezione voluta da Biden, sollevando un’ondata di polemiche e accuse di ritorsione politica.
La Casa Bianca torna ad essere teatro di uno scontro politico senza precedenti. Il presidente in carica, Donald Trump, ha firmato un ordine che revoca la scorta del Secret Service all’ex vicepresidente Kamala Harris, un gesto che molti osservatori leggono come l’ennesimo atto di vendetta contro i suoi avversari politici.
La decisione arriva in un momento particolarmente delicato, proprio alla vigilia del tour di presentazione del libro di memorie della Harris, intitolato “107 Days”, che ripercorre la sua campagna elettorale del 2024.
La protezione accordata agli ex presidenti e vicepresidenti è una prassi consolidata, sebbene la legge preveda che la scorta del Secret Service duri per sei mesi dopo la fine del mandato.
Tuttavia, in casi eccezionali e su valutazione del rischio, può essere prorogata. Ed è proprio ciò che era successo con l’amministrazione Biden: l’ex presidente aveva esteso segretamente la protezione a Kamala Harris per un ulteriore anno, riconoscendo le minacce che aveva ricevuto in passato.
L’amministrazione Trump, invece, ha motivato la sua decisione citando un nuovo rapporto che non rileverebbe alcun allarme sufficiente a giustificare l’estensione della scorta.
Una giustificazione che non ha convinto i democratici e i sostenitori di Harris. Gavin Newsom, governatore della California, e Karen Bass, sindaca di Los Angeles, hanno espresso indignazione, definendo la revoca “un altro atto di vendetta dopo una serie di ritorsioni politiche” e promettendo di garantire la sicurezza dell’ex vicepresidente almeno all’interno della metropoli californiana.
La decisione si inserisce in un quadro di continue azioni punitive da parte dell’attuale presidente, che da quando è tornato alla Casa Bianca ha revocato la scorta e le “security clearance” (la possibilità di accedere a informazioni riservate) a numerosi esponenti dell’amministrazione precedente, inclusi i figli di Joe Biden, Hillary Clinton e diversi ex funzionari di alto rango. La mossa contro Kamala Harris, tuttavia, assume un significato ancora più forte, data la sua notorietà e il ruolo che ha ricoperto come ex sfidante nella recente corsa presidenziale.
La revoca della scorta non solo la priva della protezione fisica, ma anche del fondamentale lavoro di intelligence volto a identificare e prevenire possibili rischi per la sua incolumità durante il suo imminente tour promozionale.
