Il Comune di Padova si trova al centro di una polemica dopo che l’assessora Margherita Cera ha pubblicato una foto con un fiocco nascita arcobaleno per il figlio appena nato, a cui è stato dato il nome Elia.
Il gesto, inteso come un messaggio di accoglienza e inclusione, ha scatenato una serie di reazioni contrastanti, culminate in commenti carichi d’odio e nell’intervento diretto di Matteo Salvini.
Mercoledì 27 agosto 2025, l’assessora Cera ha condiviso sui suoi profili social la gioia per la nascita di Elia, mostrando un fiocco con i colori dell’arcobaleno, simbolo del movimento LGBTQ+. Il post era accompagnato da un messaggio toccante, in cui esprimeva la speranza che il figlio potesse crescere in un mondo di amore e libertà, privo di pregiudizi.
La pubblicazione ha diviso l’opinione pubblica. Se da un lato l’assessora ha ricevuto numerosi messaggi di solidarietà e congratulazioni, dall’altro sono piovuti insulti e attacchi personali. Molti utenti hanno criticato la scelta del fiocco, definendola “inopportuna” o “fuori luogo”, sostenendo che un evento privato come una nascita non dovesse essere politicizzato.
Il dibattito ha raggiunto i vertici della politica nazionale quando Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato la vicenda con un tweet, chiedendo: “Era proprio necessario?”. La sua domanda ha innescato una discussione ancora più accesa, con i sostenitori della Lega che hanno amplificato le critiche e i partiti di opposizione che si sono schierati a difesa dell’assessora.
Di fronte a questa ondata di odio, l’assessora Cera ha risposto con dignità e rammarico, esprimendo profondo dispiacere per la strumentalizzazione della nascita del figlio. In una dichiarazione pubblica, ha sottolineato come il fiocco arcobaleno fosse un semplice gesto d’amore e speranza, non una provocazione politica.
Ha ribadito il suo impegno per una società più inclusiva e ha ringraziato chi le ha manifestato solidarietà. “Siamo dispiaciuti per tutto l’odio che un gesto così semplice ha scatenato”, ha affermato, aggiungendo che ciò dimostra la necessità di continuare a lavorare per i diritti e la civiltà.
La vicenda solleva importanti riflessioni su come i gesti simbolici, specialmente se legati a tematiche sensibili, possano diventare terreno di scontro ideologico, trasformando la gioia di un evento privato in un dibattito pubblico acceso e divisivo.