In un Paese dove la solitudine urbana è diventata una sfida sociale, il Giappone ha trovato una soluzione tanto tenera quanto geniale: affittare una nonna.
Non è uno scherzo, ma un vero e proprio servizio chiamato OK! Obaachan (che significa “OK! Nonna”), attivo dal 2011 e gestito dalla compagnia Client Partners.
Un abbraccio su richiesta
Le protagoniste sono donne tra i 60 e i 94 anni, selezionate per la loro gentilezza, saggezza e voglia di mettersi in gioco. Queste “nonne a noleggio” offrono molto più di una mano in cucina: ascoltano, consigliano, aiutano nelle faccende domestiche, scrivono lettere a mano, accompagnano a eventi e persino mediano conflitti familiari. In pratica, portano in casa quel calore umano che solo una nonna sa dare.
Un’idea che fa bene a tutti
Per le clienti, è un modo per colmare vuoti affettivi, imparare a cucinare un piatto tradizionale o semplicemente avere qualcuno con cui parlare. Per le nonne, è una rinascita: molte di loro, escluse dal mercato del lavoro dopo il matrimonio o la pensione, ritrovano un ruolo attivo nella società e guadagnano circa 3.300 yen l’ora (poco più di 20 euro).
Più di un servizio: una missione sociale
In un Giappone dove il 30% della popolazione ha più di 65 anni, OK! Obaachan è molto più di un’idea originale: è una risposta concreta all’invecchiamento demografico, alla marginalizzazione femminile e alla crescente domanda di relazioni autentiche. Alcune clienti instaurano rapporti duraturi con la loro “nonna”, che diventa una presenza regolare nella vita familiare.
Una zuppa, un consiglio, un sorriso
Che si tratti di insegnare a fare il miso perfetto o di consolare dopo una rottura amorosa, le nonne a noleggio sono lì per offrire ciò che nessuna app può dare: empatia, esperienza e affetto. E sì, dopo aver letto tutto questo, viene davvero voglia di prenotarne una.