È salpata oggi dal porto di Barcellona la Global Sumud Flotilla, una flotta internazionale composta da circa 50 imbarcazioni, con l’obiettivo dichiarato di rompere il blocco navale e portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
La missione, che raccoglie attivisti, giornalisti e volontari da tutta Europa, ha suscitato grande attenzione mediatica e dibattito.
La flotta, ribattezzata “Flotta della Resistenza”, ha lo scopo di denunciare la grave situazione umanitaria a Gaza, dove la popolazione continua a vivere sotto un blocco che limita l’accesso a beni di prima necessità, medicine e materiali da costruzione.
Tra i volti noti a bordo di una delle imbarcazioni c’è anche l’attivista svedese per il clima, Greta Thunberg. In una dichiarazione rilasciata poco prima della partenza, Thunberg ha espresso la sua frustrazione e indignazione per l’inerzia della comunità internazionale.
“Come può il mondo restare in silenzio di fronte a questa tragedia umanitaria?” ha detto, aggiungendo: “La solidarietà non è un crimine. La nostra missione è pacifica e il nostro obiettivo è portare speranza e aiuti a chi ne ha disperatamente bisogno.”
La partenza della flotta non è stata esente da tensioni. Le autorità locali e internazionali monitorano la situazione, e non è chiaro come Israele risponderà all’avvicinamento delle imbarcazioni. I promotori della missione hanno ribadito il carattere non violento dell’iniziativa, ma il rischio di una potenziale escalation è elevato.
L’operazione ricorda iniziative simili del passato, come la “Freedom Flotilla”, che nel 2010 fu intercettata dalla marina israeliana in un’operazione che portò a scontri e vittime.
I partecipanti di questa nuova missione sono consapevoli dei rischi, ma si dicono determinati a raggiungere la loro destinazione.
La rotta prevista porterà la flotta a navigare per giorni nel Mediterraneo, con l’incognita di un possibile incontro con le forze navali israeliane.
L’esito di questa missione resta incerto, ma una cosa è certa: la Global Sumud Flotilla ha già acceso i riflettori su una delle crisi umanitarie più complesse del nostro tempo.