27 anni fa in tv c’era il primo episodio di Ally McBeal. Così è stato rivoluzionato il legal drama 

Era l’8 settembre del 1997 quando ha debuttato su Fox America il primo episodio di Ally McBeal. Con i toni di una commedia di stile e un pizzico di legal drama, la serie tv è stata capace di ridefinire la figura della donna in un contesto ancora maschilista e misogino. Andata in onda per 5 stagioni, anche in Italia ha trovato il suo consenso. Peccato che, ad oggi, non è presente in nessuna delle piattaforme streaming. 

Gli anni ’90 hanno rappresentato una fucina per tutte le serie tv che, poi, hanno attraversato il decennio successivo. Sono stati il punto di svolta tra il vecchio e il nuovo. Tra il passato e il futuro che (purtroppo) stiamo vivendo. Sono passati quasi trent’anni da quel decennio che ha cambiato tutta la cultura popolare (in bene e in peggio). Eppure ancora oggi si guarda a quel periodo con un alone di tristezza e un pizzico di nostalgia. Era il 1997 quando su FOX America (in Italia era l’aprile del 2000) quando in tv ha fatto capolino la prima stagione di Ally McBeal. Creata da David E. Kelley, maestro nel costruire un dramma legale, la serie trovò un così largo consenso. Questo perché ha saputo miscelare sia il fattore legal che la commedia con dei personaggi fuori dagli schemi.

Andata in onda per 5 stagioni – anche se l’ultima non ha regalato un finale soddisfacente -, Ally McBeal è ricordata per essere la prima serie che ha saputo ridefinire la figura della donna in tv. Oggi, almeno in Italia, non è disponibile su nessun canale streaming. Ecco perché dopo 27 anni è ancora una serie importante. E non smette di essere ancora attuale. 

Ally McBeal, di cosa parla la serie tv?

La serie racconta della storia di Ally McBeal che è una avvocatessa in carriera particolarmente incentrata sulla sua vita personale. Nell’episodio pilota, l’avvocatessa viene assunta dall’ex compagno di università, Richard Fish, nello studio legale Cage & Fish. Si tratta di uno studio legale di Boston molto importante. Di cui lui è diventato da poco uno dei dirigenti. Ally viene assunta con lo scopo di ampliare l’organico e trovare nuovi associati. Una volta ingaggiata, Ally inizia a muoversi in un contesto in cui la rivalità la fa da padrona. C’è un alto standard competitivo. Perennemente alla ricerca di un fidanzato perfetto, nel corso delle stagioni si trova spesso trascinata dagli strani eventi della giornata. Questi sono caratterizzati da un’insolita frustrazione derivante dall’accumulo di fallimenti in amore e dallo stress lavorativo. La particolarità della serie è quella che tutto ciò che passa per la testa di Ally viene mostrato sullo schermo. I suoi stessi pensieri sono espressi ad alta voce.

La serie si sviluppa su 5 stagioni per un totale di 112 episodi. Il personaggio di Ally McBeal è caratterizzato da un’insolita frustrazione. Essa deriva dall’accumulo di fallimenti in amore e dallo stress lavorativo. Viene indicato dai mass-media come simbolo del mondo delle donne in carriera. Donne che non riescono a conciliare vita privata e lavoroIl fatto che tutto ciò che passava per la testa di Ally fosse mostrato sullo schermo (i suoi stessi pensieri sono espressi ad alta voce) e la comicità non-sense hanno contribuito in modo determinante alla popolarità della serie.

Ally McBeal: perché vedere la serie tv 

Il connubio fra i canoni del legal drama e la dimensione sentimentale dei personaggi è evidente. Tutti sono alla ricerca di un difficile equilibrio emotivo. Questo costituisce il nucleo più profondo di Ally McBeal. Ma l’efficacia della formula narrativa e stilistica, tale da aver reso la serie un’opera per molti versi imprescindibile nell’evoluzione del linguaggio televisivo, è direttamente legata alla figura impersonata da Calista Flockhart. Essa è una protagonista in grado di far invidia alle migliori creazioni di Woody Allen, con il suo compendio di idiosincrasie e quel bagaglio di umanissime insicurezze. Tuttavia non si lascia mai ingabbiare nelle maglie di un banale vittimismo.

Ally, perché i tuoi problemi sembrano sempre più grandi di quelli degli altri?“, le domanda Georgia. La risposta, pronunciata con fiera schiettezza, è inappuntabile: “Perché sono i miei“. Sia dentro che fuori dalle aule di tribunale, Ally non può fare a meno di rituffarsi sempre in gioco. Si chiede in cosa consista davvero l’amore. Continua a mettere in discussione le ‘leggi’ che regolano la dicotomia tra felicità e sofferenza. Forse è anche questo a rendercela così adorabile. E così straordinariamente vicina: il suo idealismo un po’ ingenuo, la necessità di non rinunciare mai alla propria parte più autentica e pura, e di conseguenza quella limpidità di sguardo eletta come stile di vita.