Medio Oriente: Gaza City sotto assedio, Israele avanza verso la vittoria


L’operazione militare israeliana “Carri di Gedeone 2” ha segnato l’inizio dell’assalto finale a Gaza City, roccaforte di Hamas e simbolo del potere politico dell’organizzazione.

Dopo oltre 700 giorni di guerra, l’Idf (Forze di Difesa Israeliane) ha lanciato un attacco su tre fronti — cielo, mare e terra — con l’obiettivo dichiarato di smantellare le strutture militari e governative di Hamas e liberare gli ostaggi ancora detenuti.

L’assalto e le conseguenze umanitarie

L’offensiva ha causato una fuga di massa: oltre 350.000 persone hanno già lasciato Gaza City, mentre centinaia di migliaia restano intrappolate.
Le esplosioni hanno illuminato il cielo notturno, rendendo impossibile il riposo e la sicurezza per i civili.
La strada al-Rashid, arteria principale verso sud, è paralizzata da veicoli e sfollati in cerca di salvezza.
Secondo fonti mediche citate da Al Jazeera, il bilancio provvisorio è di 91 morti a Gaza City su 106 in tutta la Striscia.

Le dichiarazioni ufficiali

Il ministro della Difesa Israel Katz ha ribadito: “Se Gaza City cade, cadrà Hamas”.
Il capo di stato maggiore Eyal Zamir ha definito l’operazione “la missione più importante ed etica per Israele”.
Il premier Netanyahu ha annunciato l’apertura di nuovi corridoi umanitari per facilitare l’evacuazione dei civili.

Hamas e la risposta internazionale

Hamas ha schierato tremila combattenti per difendere la città, trasformandola — secondo l’Idf — in “il più grande scudo umano della storia”.
Donald Trump, da Washington, ha minacciato Hamas in caso di uso degli ostaggi come scudi umani.
Hamas ha risposto accusando Trump di “pregiudizio a favore della propaganda sionista” e ha attribuito a Netanyahu la responsabilità della vita dei prigionieri.

Mobilitazioni e reazioni

In Italia, il segretario della CGIL Maurizio Landini ha lanciato un appello per fermare il massacro e ha annunciato una mobilitazione nazionale per venerdì 19 settembre.
La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione, mentre l’operazione israeliana continua a espandersi.

La sabbia dorata del deserto che un tempo brillava tra le strade di Gaza ora è coperta dalle ombre della guerra. Il conflitto entra in una fase cruciale, con conseguenze drammatiche per la popolazione civile e un futuro ancora incerto per la regione.