Tra gli anni ’90 e 2000 è stato uno dei casi di cronaca nera che popolato (tristemente) il nostro immaginario collettivo. Oggi, a distanza di più di 20 anni dai casi in insoluti di Una Bomber, arriva un documentario che riaccende i riflettori su una tra i cold case più intricati che hanno interessato l’Italia. Su Sky (e poi in streaming su Now) dal 30 settembre
Ci sono tanti cold case che hanno lasciato un’impronta nera e oscura sia nel nostro immaginario collettivo che in quello della cronaca nera. Uno tra i tanti è quello di Una Bomber. Il criminale, attivo tra gli anni ’90 e il 2000 e poi letteralmente scomparso dai radar, con i suoi pericolosi ordigni ha tenuto sotto scacco un intero paese. All’epoca dei fatti, c’è stato un impiego di tante forze dell’ordine per cercare di venire a capo del mistero ma, purtroppo, fino ad oggi, il caso ha tanti punti insoluti e non ha ancora un colpevole.
Una Bomber ha lasciato un’impronta indelebile tra le pagine di cronaca nera dell’Italia ed è diventato un vero e proprio cold case. Un documentario, però, riaccende i riflettori sul caso con la speranza di poter regalare nuove piste e nuove forse a un mistero tutto italiano. Come è accaduto con altri fatti di cronaca e personaggio importanti del panorama culturale nazionale e internazionale, è il colosso di Sky che porta alla luce le vicende di Una Bomber con “Fantasma” . Questo è il titolo della docu-serie in onda dal 30 settembre su Sky Crime e poi su Now.
Una Bomber: di cosa parla il documentario
Con il titolo FANTASMA: IL CASO UNABOMBER, su Sky arriva una nuova docu-serie che ricostruisce uno dei capitoli più oscuri della cronaca nera italiana. La produzione originale Sky Crime, realizzata da Ballandi per Hearst Networks Italia, svela i retroscena di uno dei casi più inquietanti del nostro passato recente. Tra il 1994 e il 2006, un attentatore sconosciuto seminò il panico nel Nord-Est italiano, nascondendo ordigni artigianali all’interno di oggetti comuni come evidenziatori, tubetti di passata e persino uova. Un’escalation di violenza priva di rivendicazioni, indizi e moventi chiari. L’arresto di Elvo Zornitta sembrò a un passo dalla verità, ma il caso si rivelò più complesso del previsto: prove manomesse, piste abbandonate, verità scomode. E il colpevole, ancora oggi, è ignoto.
A distanza di oltre vent’anni, il giornalista Marco Maisano riapre il caso, ripercorrendo quegli anni segnati dalla paura. Sulla scia del podcast prodotto da OnePodcast e attraverso nuove testimonianze inedite, interviste alle vittime e elementi mai analizzati prima, la docu-serie indaga nelle ombre di un’indagine controversa, mettendo in discussione le verità ufficiali e cercando risposte in una vicenda rimasta senza giustizia.
Una Bomber: il caso insoluto
E’ un bombarolo seriale non identificato, autore di numerosi attentati dinamitardi commessi nelle regioni italiane del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia tra gli anni 1990 e 2000. La sua strategia, priva di un chiaro movente, consisteva nel collocare ordigni esplosivi improvvisati in luoghi aperti al pubblico, che hanno procurato lesioni e menomazioni a chi ne è stato vittima. Il nome Unabomber è stato utilizzato dalla stampa italiana in analogia con il caso dello statunitense Theodore Kaczynski.
Le azioni attribuitegli sono, secondo le ricostruzioni, 31 o 33, distribuite su un arco temporale che va dal 1993 al 2007, con un periodo di quiescenza tra il 1997 e il 1999 compresi. L’autore (o gli autori) delle azioni è ignoto, non ha rivendicato i suoi atti, non ha lasciato tracce tali da portare alla sua identificazione e ha seminato il panico in una vasta zona dell’Italia nord-orientale, incentrata sull’asse Pordenone-Portogruaro-Lignano Sabbiadoro. Il suo caso è una delle vicende di cronaca nera che più hanno impressionato l’opinione pubblica italiana a cavallo fra gli anni 1990 e gli anni 2000, per l’inestricabilità, l’apparente irrazionalità e il terrore instillato nella popolazione dagli attentati, capaci di ferire obiettivi casuali e indifesi. L’autore, inoltre, ha colpito spesso in occasioni festose e più di una volta ha scelto come bersaglio bambini.

