Addio a Claudia Cardinale: la Diva che fu Anti-Diva



Si spegne un’icona, ma la sua luce resta eterna. Claudia Cardinale è morta martedì 23 settembre 2025 all’età di 87 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel firmamento del cinema italiano e internazionale.

Ultima grande stella dell’età d’oro, nata a Tunisi da genitori siciliani, ha incarnato una bellezza mediterranea, autentica e mai patinata, che l’ha resa la “anti-diva” per eccellenza: una donna in grado di portare sullo schermo la forza e la fragilità, senza mai soccombere al cliché.

La sua carriera è una cavalcata trionfale attraverso il meglio della cinematografia mondiale, con ruoli indimenticabili diretti dai più grandi maestri.

Luchino Visconti la rese immortale nel 1963 con Il Gattopardo, dove nei panni dell’incantevole Angelica Sedàra, fece sognare l’Italia intera danzando nel celebre valzer con Alain Delon. Una scena che cristallizza la sua capacità di incarnare allo stesso tempo la nobiltà che resiste e la modernità che avanza.

Nello stesso anno, Federico Fellini ne catturò l’essenza in 8 e mezzo, dove per la prima volta l’attrice fu voluta non doppiata. La sua voce roca, intensa e piena di imperfezioni, divenne un tratto distintivo, rivoluzionario in un’epoca che privilegiava il doppiaggio. Fellini la descrisse come “bellissima, giovane e antica, bambina e già donna, autentica, misteriosa”.

Il suo fascino magnetico fu notato anche da Sergio Leone, che la volle nel cast di C’era una volta il West (1968), consacrandola come una star internazionale al fianco di giganti di Hollywood come Henry Fonda e Charles Bronson.

Oltre a questi capolavori, la Cardinale ha recitato in oltre 150 film lavorando con registi del calibro di Mario Monicelli, Mauro Bolognini, Valerio Zurlini e Blake Edwards, attraversando generi e decenni con una versatilità rara.

Ciò che ha distinto Claudia Cardinale dalle altre dive del suo tempo è stata la sua inconfondibile autenticità. Non ha mai cercato i riflettori del gossip né le sovrastrutture da star hollywoodiana (nonostante un periodo a Los Angeles, che abbandonò definendosi “europea”).

Lei era, semplicemente, Claudia.
“Ho avuto la fortuna di iniziare nei momenti magici del cinema. Tutti i grandi registi sono stati miei maestri e io non ho mai chiamato nessuno. Sono stati loro a chiamarmi,” amava ricordare.

La sua eredità non è fatta solo di cinema, ma anche di libertà e impegno sociale. Ambasciatrice UNESCO per la difesa dei diritti delle donne, ha sempre usato la sua popolarità per cause importanti, dimostrando come la vera “diva” non recita solo sul set, ma vive e lotta per i suoi valori.

Con la sua morte, scompare l’ultima testimone di un’epoca irripetibile del cinema, ma il suo volto, la sua voce e il suo ineguagliabile fascino rimarranno per sempre impressi nella storia della Settima Arte.

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