Caso Garlasco: domani udienza su DNA e impronta 33.

Il caso Garlasco torna al centro delle cronache giudiziarie. Domani, venerdì 26 settembre, si terrà una nuova udienza davanti alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, con un confronto cruciale su DNA, contaminazioni e sulla discussa impronta 33.

Caso Garlasco: focus sulla proroga dell’incidente probatorio.

Al centro dell’udienza c’è la richiesta di proroga dell’incidente probatorio avanzata dai periti della gip: la genetista Denise Albani e l’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani.
Gli esperti stanno completando l’analisi delle tracce biologiche trovate nella villetta di via Pascoli, dove il 13 agosto 2007 fu uccisa Chiara Poggi, e delle impronte rinvenute su vari oggetti conservati per 18 anni, tra cui lattine, sacchetti di biscotti e cereali.

DNA e possibili contaminazioni

Sul fronte genetico, resta da chiarire la presunta contaminazione avvenuta durante l’autopsia, quando una garza utilizzata per prelevare il DNA dalla bocca della vittima risultò compromessa dal contatto con un cadavere. Nel contesto del caso Garlasco, questa contaminazione è di particolare interesse.
Inoltre, si attende il responso definitivo sull’attribuibilità del DNA maschile trovato sotto le unghie della giovane. Secondo la Procura di Pavia, quel materiale potrebbe ricondurre ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e oggi indagato.

Le perizie già acquisite.

Il genetista Francesco De Stefano ha fornito gli ultimi dati grezzi da confrontare con quelli raccolti dal RIS nel 2007. Tuttavia, i frammenti ungueali sono ormai esauriti, consumati durante le perizie precedenti. Sempre nel contesto delle indagini sul caso Garlasco, si deve escludere anche l’ipotesi di contaminazioni dovute al taglio delle unghie, forse effettuato con forbici non sterili.

L’enigma dell’impronta 33

Altro punto delicato è la famosa “impronta 33”, rinvenuta sulla parete delle scale vicino al corpo di Chiara Poggi. Per la Procura appartiene a Sempio, mentre la difesa e i consulenti della famiglia Poggi sostengono il contrario. Come si intreccia l’impronta con il caso Garlasco? Secondo i legali di Alberto Stasi – già condannato a 16 anni – la foto dell’impronta dimostrerebbe la presenza di Sempio, mista a sangue e sudore. Tuttavia, i test per il sangue hanno dato sempre esito negativo e la Procura ha escluso la possibilità di parlare di tracce ematiche, basandosi solo sulle immagini residue.

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