Ponte sullo Stretto, la Commissione UE chiede chiarimenti ambientali



Per il MIT confermata la rilevanza strategica. Bonelli: “Non si farà”

Nuovi sviluppi e rinnovate polemiche sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

La Commissione Europea ha inviato una richiesta di chiarimenti al governo italiano, in particolare al Ministero dell’Ambiente, sollevando dubbi sull’impatto ambientale dell’opera. Questa mossa, che segue i reclami presentati da diverse associazioni ambientaliste, mette in luce le persistenti preoccupazioni riguardo alla conformità del progetto con le normative europee.
Dubbi ambientali sollevati da Bruxelles
La richiesta di approfondimenti da parte dell’UE riguarda specificamente l’impatto su flora e fauna, la qualità dell’acqua e l’inquinamento acustico.

Le associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, Legambiente e WWF, hanno infatti inviato a marzo un doppio reclamo alla Commissione Europea, sostenendo che l’iter procedurale per l’approvazione del progetto avrebbe ignorato le direttive comunitarie sulla valutazione dell’impatto ambientale (VIA) e sulla conservazione degli habitat naturali.

Secondo queste organizzazioni, il progetto mancherebbe di studi approfonditi sui rischi sismici, sull’erosione costiera e sulle interferenze con le aree protette della rete Natura 2000. Sebbene un blocco totale del progetto da parte dell’UE sia considerato improbabile, i chiarimenti richiesti potrebbero causare ritardi significativi nel cronoprogramma dei cantieri, che secondo le previsioni del Ministero dei Trasporti dovrebbero partire con le opere propedeutiche entro la metà del 2026.

Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) arrivano risposte rassicuranti. Fonti ministeriali definiscono la nota di Bruxelles come una “normale dialettica” tra lo Stato italiano e l’Unione Europea. Il MIT ribadisce la rilevanza strategica del Ponte, un’opera considerata cruciale per l’Italia e per la rete transeuropea di trasporto (TEN-T). La società Stretto di Messina ha già fatto sapere che fornirà tutte le informazioni necessarie per rispondere alle osservazioni della Commissione.

Il progetto, che ha ottenuto l’approvazione del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) per il progetto definitivo, prevede una fase esecutiva che si svilupperà in tre step, con il completamento dei lavori previsto per il 2032.

Bonelli: “Un’opera illegale che non si farà”
Dura la reazione di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. In una nota stampa, ha dichiarato che il Ponte “si infrange sulle norme UE” e che “l’opera non si farà”. Bonelli, da tempo in prima linea nella battaglia contro il progetto, ha definito l’infrastruttura “illegale, insostenibile e dannosa per l’Italia”. A suo avviso, i 13,5 miliardi di euro previsti per l’opera dovrebbero essere destinati a settori come la sanità, il trasporto pubblico e la casa.

La posizione di Bonelli si allinea con quella delle associazioni ambientaliste che, oltre ai reclami a Bruxelles, hanno avviato anche azioni legali, contestando l’obsolescenza del progetto e le procedure seguite.

Le parole di Bonelli riflettono una profonda divisione politica e sociale sul futuro dell’infrastruttura, che continua a dividere l’opinione pubblica tra chi la vede come un simbolo di progresso e chi la considera un dispendioso e rischioso miraggio.

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