Il mito di Spartacus torna in tv. Con “House of Ashur” si fa ritorno alla Roma imperiale

Da una serie di grande successo – che torna su Netflix l’8 ottobre – nasce un sequel a tutta birra. Gioca con un personaggio amato e odiato per riscrivere la storia di Spartacus. In Italia dal 5 dicembre in streaming sta per arrivare “House of Ashur”.

Con un tocco moderno e un pizzico di pathos, nel 2010 arrivò in tv una serie che era destinata a entrare nella storia. Mai fino a quel momento è stata raccontata con un tocco crudele e romantico la marcia su Roma di Spartacus.

Dodici anni dopo la conclusione della serie cult, ora il network americano di Stazrz – qui disponibile come canale a pagamento di Amazon Prime – riporta sullo schermo l’universo brutale e teatrale dell’antica Roma con una nuova miniserie evento: Spartacus: House of Ashur. A firmare sceneggiatura e regia torna Steven S. DeKnight, già creatore della serie originale. Stavolta esplora un “cosa sarebbe successo se…” nella linea temporale del mondo dei gladiatori.

In questa nuova realtà alternativa, Ashur – il traditore più detestato e affascinante della saga – non solo sopravvive all’assedio del Monte Vesuvio, ma viene addirittura premiato per il suo tradimento. Riceve in dono il ludus un tempo appartenuto alla casata dei Batiato.

Spartacus: di cosa parla la nuova serie tv

Ashur, interpretato nuovamente da Nick E. Tarabay, passa così da pedina sottomessa a giocatore principale. Si trova in un’arena che ora si estende ben oltre la sabbia e le spade: è il gioco del potere romano. Esso è fatto di alleanze corrotte, ambizioni smisurate e violenza istituzionalizzata. In un contesto in cui la rivolta di Spartacus è stata sedata e la Repubblica ha bisogno di ristabilire il proprio dominio, Ashur si trova a dover navigare un mondo che non lo accetta né come padrone né come pari. Troppo basso per i patrizi, troppo pericoloso per gli schiavi. Il personaggio, già noto per la sua lingua biforcuta e il suo opportunismo, diventa il simbolo di un potere ambiguo, incerto, ma sempre letale.

A rendere ancora più interessante la nuova miniserie è l’introduzione di elementi inediti nella mitologia della saga. Il più eclatante è sicuramente l’arrivo di Achillia, la prima gladiatrice donna dell’universo di Spartacus. Interpretata da Tenika Davis, Achillia rompe con la tradizione storica e narrativa della serie. Porta in scena un’arena nuova, dove anche le donne combattono per la libertà, la gloria o la sopravvivenza. Steven DeKnight ha ammesso che storicamente le gladiatrici furono un fenomeno tardo e marginale. Tuttavia, la scelta è intenzionale e serve a rilanciare l’impatto visivo e drammatico del racconto. Affonda nella contemporaneità attraverso i codici del peplum.

Spartacus, una serie da non perdere

Accanto ad Ashur e Achillia, la serie introduce un nuovo cast di personaggi che alimentano gli intrecci di potere. Spicca Korris, l’ex gladiatore diventato Doctore del ludus, interpretato da Graham McTavish, e Cornelia Cinna, ambiziosa moglie di Giulio Cesare, impersonata da Jaime Slater. Proprio Cesare, qui recastato per l’occasione, gioca un ruolo chiave nella trama. Testimonia quanto la serie voglia fondere elementi di storia reale e fiction in una narrazione che punta tutto sull’intensità, sull’intrigo e sull’eccesso.

I toni e lo stile visivo della serie restano fedeli al marchio di fabbrica della saga: sangue a fiotti, erotismo spinto, duelli all’ultimo respiro. Inoltre, un linguaggio elevato e poetico anche nei momenti più brutali. Ma House of Ashur promette anche un’evoluzione. Esplora il potere in modo più sottile, meno binario rispetto al classico scontro tra schiavi e padroni. Ashur non è né Spartacus né Crasso. Egli è un uomo che ha scelto la sopravvivenza al posto dell’onore e ora deve convivere con un potere conquistato con il tradimento. La miniserie debutterà entro l’inverno 2025-2026 su Starz e a dicembre in Italia.