Card. Parolin: ‘Su Gaza c’è ipocrisia della comunità internazionale’



Il Segretario di Stato Vaticano chiede l’immediato rilascio degli ostaggi e un piano di pace che coinvolga i palestinesi, criticando l’immobilismo globale.

Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, è intervenuto con parole di forte critica sulla gestione della crisi a Gaza. Ha denunciato apertamente una presunta “ipocrisia della comunità internazionale” di fronte alla tragedia in corso. Le sue dichiarazioni uniscono una ferma condanna della violenza a un appello per un’azione politica risoluta e inclusiva. Sono state rilasciate in un momento di crescente tensione e stallo diplomatico.

Il Cardinale non ha risparmiato la condanna per gli eventi che hanno innescato l’attuale escalation. Ha definito “disumano il 7 ottobre”, giorno in cui Hamas ha condotto un attacco senza precedenti in territorio israeliano. A tale condanna, si è unito l’urgente appello a “rilasciare subito gli ostaggi” ancora prigionieri. Questa posizione ribadisce la linea del Vaticano, che condanna ogni forma di terrorismo e violenza. Al contempo, pone l’accento sulla necessità umanitaria di liberare le persone detenute illegalmente.

La critica all’immobilismo internazionale
Il punto centrale dell’intervento del Cardinale Parolin risiede nella sua accusa alla comunità internazionale. È rea di non agire con la necessaria determinazione e coerenza.

L'”ipocrisia” denunciata si riferisce probabilmente alla discrepanza tra le dichiarazioni di preoccupazione e la mancanza di azioni concrete e unitarie. Tali azioni mirano a fermare i combattimenti, garantire l’accesso agli aiuti umanitari e avviare un processo di pace duraturo. Il Segretario di Stato ha sottolineato come la sofferenza dei civili a Gaza richieda una risposta molto più incisiva e meno divisiva da parte dei leader mondiali.

Riguardo alle prospettive future e a eventuali tentativi di mediazione, il Cardinale Parolin ha fatto riferimento al “piano di Trump”. Presumibilmente, questo è l’iniziativa di pace dell’ex Presidente Donald Trump, ora tornato alla Casa Bianca. Tuttavia, il piano originale del 2020 è stato ampiamente respinto dai palestinesi. L’indicazione del Cardinale è perentoria: è fondamentale che questo o qualsiasi altro piano di pace “coinvolga i palestinesi”.

Il Vaticano ribadisce così la necessità che la soluzione al conflitto non possa essere imposta. Deve passare attraverso il pieno riconoscimento dei diritti e della dignità del popolo palestinese e la loro partecipazione attiva al tavolo negoziale.
L’impegno dei giovani e della piazza
Infine, Parolin ha espresso un giudizio positivo sulle mobilitazioni civili e sull’attivismo giovanile in merito alla crisi.

Ha ritenuto “bene le manifestazioni di piazza e l’impegno dei giovani”. Ha riconosciuto il valore della società civile nel richiamare l’attenzione sui temi della pace e della giustizia. Questo incoraggiamento sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione mediatica e politica sul conflitto, anche attraverso la pressione dal basso.

In sintesi, l’intervento del Cardinale Parolin è un chiaro appello alla responsabilità etica e politica. Richiede la cessazione immediata delle violenze, la liberazione degli ostaggi e il superamento dell’immobilismo internazionale in favore di un percorso di pace che sia equo e basato sull’inclusione.

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