FLOTILLA: AL VIA IL RIMPATRIO DEI PRIMI 20 ATTIVISTI ITALIANI, VOLO SPECIALE VIA ISTANBUL


Sono pronti a lasciare Israele i primi circa 20 attivisti italiani della Global Sumud Flotilla che hanno accettato di firmare il “foglio di via” emesso dalle autorità israeliane dopo l’abbordaggio delle imbarcazioni. Il loro rientro, atteso nelle prossime ore, avverrà con un aereo speciale che farà scalo a Istanbul.



L’operazione di evacuazione, gestita dalle rispettive diplomazie, coinvolgerà un totale di circa 140 membri dell’equipaggio internazionale delle navi intercettate e dirottate verso il porto di Ashdod. Tra i primi a rientrare in Italia ci saranno coloro che hanno scelto di non opporsi all’espulsione immediata, una procedura che, pur garantendo un rapido ritorno, presuppone di fatto l’accettazione della decisione israeliana.

L’accettazione del “foglio di via” costituisce il passaggio cruciale per sbloccare l’iter di rimpatrio. Coloro che hanno rifiutato di firmare, opponendosi al decreto d’espulsione, dovranno attendere un provvedimento del tribunale israeliano, una procedura che potrebbe prolungare la loro detenzione di ulteriori 48-72 ore.

Il numero complessivo degli italiani fermati dopo l’operazione della Marina israeliana ammontava a circa 40-46 persone, compresi i quattro parlamentari (due del PD, uno del M5S e uno di AVS) che sono stati rilasciati e rimpatriati già nella giornata di venerdì 3 ottobre.

La Farnesina, attraverso l’Unità di Crisi e l’Ambasciata italiana a Tel Aviv, ha assicurato piena assistenza consolare ai connazionali detenuti. Tuttavia, rimangono vive le polemiche riguardo ai costi del rimpatrio.

Mentre fonti del team legale della Flotilla avevano inizialmente ventilato l’ipotesi di un volo speciale organizzato dalle autorità italiane, il Governo, tramite le dichiarazioni della Premier Giorgia Meloni, ha chiarito che non è previsto l’utilizzo di voli di Stato o charter a carico di Roma, ritenendo “irresponsabile” la missione e suggerendo che le spese di rientro debbano essere sostenute dagli stessi attivisti.

Nonostante le frizioni, il rientro dei primi attivisti italiani segna un passo significativo verso la conclusione di una vicenda diplomatica e di cronaca che ha riportato l’attenzione internazionale sul blocco navale di Gaza e sulle iniziative di solidarietà volte a superarlo. La situazione dei restanti connazionali, ancora in attesa di definire la propria posizione legale, resta sotto costante monitoraggio diplomatico.

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