Hanno preso il via oggi a Sharm el-Sheikh i cruciali negoziati sul piano di pace per Gaza presentato dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. L’Egitto e il Qatar, con il supporto degli inviati statunitensi, mediano gli incontri indiretti tra le delegazioni di Israele e Hamas. Si svolgono in un clima di forte pressione e di posizioni ancora distanti.
Il piano in 20 punti, reso noto la scorsa settimana da Trump, ha ricevuto il sostegno del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Tuttavia, è legato indissolubilmente alla questione del rilascio degli ostaggi.
Alla vigilia dell’avvio dei colloqui, il Presidente Trump ha alzato la posta con un duro avvertimento diretto ad Hamas: “Hamas ora deve fare in fretta, non tollererò ritardi. Sarà annientata se rifiuterà di cedere il potere e il controllo di Gaza”, ha dichiarato. Ha sottolineato che l’accordo proposto è un “ottimo accordo per Israele e per tutto il mondo”.
Nonostante il tono ultimativo, Trump ha mostrato un’apertura a possibili modifiche del piano. Questo elemento potrebbe facilitare il raggiungimento di un compromesso. Il Presidente si è detto fiducioso, affermando che la prima fase dei negoziati dovrebbe essere completata entro la settimana.
Netanyahu: “Senza Ostaggi non si va Avanti”ha dichiarato il leader Israeliano.
Dall’altra parte, la posizione israeliana rimane ferma sul punto centrale: il rilascio di tutti gli ostaggi. Pur avendo accettato il piano nella sua fase iniziale, il Premier Benjamin Netanyahu è stato categorico: “Finché non verrà rispettato il primo punto, il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti, non passeremo agli altri punti”.
La delegazione israeliana, guidata dal ministro Ron Dermer, è arrivata a Sharm con l’obiettivo primario di assicurare il ritorno immediato dei circa 50 ostaggi ancora detenuti a Gaza. In cambio, si prevede la liberazione di quasi 2.000 prigionieri palestinesi.
Hamas pronto a negoziare, ma chiede il collegamento delle fasi
Hamas, pur rispondendo positivamente al piano di Trump, ha espresso approvazione al rilascio degli ostaggi e al trasferimento del controllo di Gaza a un ente palestinese. Tuttavia, ha espresso la volontà di negoziare particolarmente sulla richiesta di collegare le diverse fasi dell’accordo. Questa prospettiva è stata respinta con forza da Israele.
I colloqui a Sharm el-Sheikh rappresentano un momento cruciale per una tregua immediata e per la stabilizzazione della Striscia. Infatti, mesi di conflitto hanno devastato l’area. L’esito dei negoziati, mediati da Stati Uniti, Egitto e Qatar, dipenderà dalla capacità delle parti di superare le richieste inconciliabili. Partendo proprio dalla sorte degli ostaggi e dei prigionieri.