Maurizio Crozza è tornato, e con la nuova stagione di Fratelli di Crozza (in onda il venerdì sera sul Nove e in streaming su Discovery+), il comico genovese ha subito puntato i riflettori su un tema caldo e divisivo: la vicenda della Flotilla diretta a Gaza e le reazioni politiche che ne sono seguite.
Il monologo di apertura della stagione non ha lasciato spazio a interpretazioni, trasformando l’elogio degli attivisti in una durissima critica verso chi li ha definiti “provocatori e irresponsabili.”
Crozza ha descritto la missione della Flotilla con un tono tra l’epico e il surreale, evidenziando il coraggio e la disparità di forze in campo. «Rendete conto che con delle barchette a vela, la Flotilla ha provato a sfidare un ricercato internazionale che si crede Mosè», ha esordito, usando una metafora tagliente per inquadrare la situazione geopolitica complessa.
La chiave del suo ragionamento risiede nel contrasto tra la semplicità dei mezzi e la nobiltà dell’intento: «Una Flotilla di barchette senza armi, senza violenza e senza l’aiuto degli Stati, portavano cibo, incubatrici per i bambini, portavano l’idea di un corridoio umanitario, portavano un messaggio di pace, portavano la difesa del diritto internazionale ma soprattutto portavano una speranza per l’umanità».
Per il comico, non c’è dubbio: «Per me sono degli eroi».
L’Elogio dell’Irresponsabilità Storica
Il monologo ha poi virato sull’attacco diretto alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi aveva appunto etichettato gli attivisti come “provocatori e irresponsabili.”
Crozza ha usato questa parola per rovesciarne il significato in un contesto storico e morale, elevando l’atto di “irresponsabilità” a motore del cambiamento:
«Dunque, a Genova sullo scoglio di Quarto, vicino dove vivo io, c’è un monumento con i nomi di mille irresponsabili. Faccio notare che senza questi irresponsabili non ci sarebbe l’Italia».
Il riferimento ai Mille di Garibaldi è palese e potente. Il messaggio è chiaro: in certi momenti cruciali della storia, la volontà di sfidare lo status quo e di agire in nome di ideali più grandi—anche a costo di essere additati come incoscienti dal potere costituito—è l’unica via per il progresso.
«Perché c’è un momento nella storia in cui se vuoi cambiare le cose devi essere irresponsabile per forza», ha concluso il comico, trasformando l’accusa politica in un attestato di merito civico e morale.
Con questo monologo, Crozza non solo ha inaugurato la sua stagione, ma ha lanciato una riflessione profonda sul ruolo della disobbedienza civile e del coraggio individuale di fronte alle crisi umanitarie, invitando il pubblico a riconsiderare chi siano i veri eroi e chi si nasconda dietro l’etichetta di “responsabilità.”