L’ex Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, capolista di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni Regionali in Campania, ha fatto una scelta di comunicazione che non è passata inosservata: un cappellino rosso con visiera su cui campeggia lo slogan “Make Naples Great Again” (MNGA).
Un richiamo diretto e palese al celebre “Make America Great Again” (MAGA) di Donald Trump.
Sangiuliano ha spiegato la sua mossa come una “rimodulazione in salsa napoletana” del fortunato slogan. Ha tenuto a precisare che l’originale “MAGA” fu coniato per la prima volta da Ronald Reagan.
Tuttavia, è innegabile che l’associazione immediata, specie con il cappellino rosso, con il Presidente americano, la cui influenza mediatica e politica è globale sia azzardata.
La retorica politica in salsa trumpiana di Sangiuliano si concentra sulla necessità di “fare Napoli grande”. Ma questa grandezza è già intrinseca e si basa sulle sue fondamenta storiche e culturali.
“Napoli ha tutte le premesse per diventare grande. Perché è grande nel suo spettacolare paesaggio, è grande nella sua storia. Siamo stati una grande civiltà. Il nostro territorio – ha concluso l’ex titolare della Cultura – ha visto la successione storica di civiltà importantissime, dal mondo greco al mondo romano.”
Sangiuliano dimostra di essere una figura centrale in questa narrazione politica a destra di Napoli . Egli propone un messaggio chiaro: Napoli possiede una potenzialità ereditata da una storia gloriosa, che deve essere recuperata. L’uso di “Again” implica, tuttavia, un presente da cui la città deve risollevarsi.
Il ricorso a un format di campagna elettorale, per quanto vincente negli Stati Uniti, pone un dilemma. La destra italiana si sta affidando eccessivamente a formule straniere, imitando un successo internazionale, anziché elaborare una narrazione autenticamente locale e nazionale?
L’obiezione di molti è che Napoli, patria storica di originalità, cultura e pensiero indipendente, non abbia bisogno di “copiare” nessuno.
L’identità napoletana è forte, radicata e unica. La sua rinascita dovrebbe scaturire da soluzioni legate al territorio, non da una replica stilistica di una campagna vinta a suon di milioni di dollari. Inoltre, non dovrebbe basarsi su dinamiche socio-politiche distanti anni luce da quelle campane.
Quel cappellino rosso, iconico e divisivo, rischia di essere percepito non come un simbolo di visione, ma come una comoda stampella. Potrebbe essere visto un ottimismo di “scia”, che spera di cavalcare l’onda emotiva e il successo di un marchio politico già affermato di Trump.
La vera sfida per Sangiuliano e Fratelli d’Italia non è adottare uno slogan. Invece, devono dimostrare che le soluzioni proposte per la Campania non siano solo una “rimodulazione” di formule altrui. Devono proporre piani originali e profondamente radicati nelle esigenze della città.
Il rischio è che, nel tentativo di coprire un’eventuale inadeguatezza programmatica delle destre con un marketing audace e riconoscibile, si finisca per trascurare la vera essenza della politica: la capacità di offrire risposte concrete e originali a problemi complessi.



