Imbarazzo in UE per l’asse Trump-Orban: Prodi critico, “Il Tycoon vuole dividere l’Europa”


Cresce il disagio a Bruxelles per la marcata sintonia tra il Presidente statunitense Donald Trump e il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán. Molti vedono l’intesa con Orban come un potenziale fattore di disgregazione per l’Unione Europea. A esprimere con forza questa preoccupazione è l’ex Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi. Egli non ha lesinato critiche severe all’iniziativa.

Il Professor Prodi, in diverse occasioni, ha chiaramente espresso la sua visione critica sull’attuale scenario internazionale. Prodi si concentra anche sul rapporto di Trump con Orban e sulle sue implicazioni per l’Europa.
Il professore: “Il tycoon vuole dividere l’Ue.”

Secondo l’ex Premier, l’atteggiamento di Donald Trump manifesta un “disprezzo assoluto per l’Europa e per l’Unione Europea”. Egli mira a trattare i Paesi membri singolarmente per indebolire il blocco nel suo complesso.

Prodi ha avvertito che l’Europa rischia di essere “umiliata”. Viene descritta come un “vaso di coccio tra vasi di ferro” in uno scenario globale. Si sta infatti assistendo a un avvicinamento dei grandi poteri (Cina, Stati Uniti, Russia). Questo favorisce la spartizione del mondo e l’avanzare di una “deriva autoritaria”.

Il tentativo di Trump di intervenire nella politica internazionale, trattando “paese per paese”, viene interpretato come un disegno mirato a distruggere la coesione europea. Egli esercita anche pressioni particolari su ciascun paese.

Viktor Orbán, dal canto suo, non ha mai nascosto le sue posizioni euroscettiche e la sua ammirazione per Donald Trump. Recenti dichiarazioni del Premier ungherese, fatte a margine di una visita a Roma, mettono in discussione il ruolo e la rilevanza dell’Unione Europea.

In un clima di tensione, Orbán ha affermato che “L’Unione europea non conta nulla”. Nomina esplicitamente l’influenza di Orban su questa affermazione. Egli ha sottolineato la sua intenzione di recarsi dal Presidente Trump per convincerlo a revocare le sanzioni contro la Russia.

Una mossa accende i riflettori sulla vicinanza tra i due leader. Condividono una visione critica delle istituzioni di Bruxelles e delle politiche europee sull’Ucraina.

L’opposizione in Ungheria, in particolare il movimento politico guidato da Péter Magyar, ha reagito aspramente. Stando a quanto riportato, Magyar ha bollato l’asse Trump-Orbán come un “Dono elettorale” per il Primo Ministro ungherese.

Questa vicinanza con una superpotenza globale permetterebbe a Orbán di rafforzare la sua posizione interna. Egli si presenta come amico del “Paese più forte del mondo”. Questo distoglie l’attenzione dalle crescenti sfide interne e dal calo di consensi per il suo partito.

L’intesa tra Washington e Budapest sta acuendo il dibattito sulla necessità di maggiore unità. Vi è un appello per una politica estera e commerciale più assertiva da parte dell’UE. L’appello di Prodi è chiaro: per non essere perdenti di fronte alle pressioni esterne, l’Europa deve adottare una politica unitaria. Deve inoltre superare l’attuale debolezza decisionale, che è bloccata dalle trattative con i singoli Stati membri.

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